Manuale Seicento-Settecento
costume, della vita sociale; e dà figura, carattere, valore di bellezza naturale e storica insieme alle città, cioè all’ambiente della vita sociale e
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luce è più bassa, i riscontri tonali si riducono ad un chiaroscuro più marcato, di ogni figura è letteralmente descritta la nobiltà del gesto e del
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, probabilmente, uno spunto polemico: la figura umana non più eroica protagonista ma, come cosa veduta, non diversa dalle altre cose. Ma subito si apre il problema
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figura di un concetto, per esempio la Gloria e la Fama). Come la storia (il passato), così anche la natura (il presente) si dà soltanto nell
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motivo religioso è anche sociale: il divino si rivela negli umili. Ma il motivo realistico si trasforma in mitico nella figura «ideale» dell’angelo: sorge
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» ideale: dal motivo del «bello» ideale il Caravaggio deduce una figura che appare troppo realistica. L’ideale, dunque, non spinge a superare ma ad entrare
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per una figura di Santa Cecilia fedele come un calco, devota, e commovente nella estrema semplicità, e il veneto CAMILLO MARIANI (1556-1611), le cui
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Della «fantasia» dossesca v’è chiaramente il ricordo, quasi nostalgico, nell’allegoria della Notte, malinconica figura avvolta nell’ombra dell
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diventa citazione precisa, puntuale, del Merisi nel grande angelo dalle ali spiegate, nella figura in scorcio dell’uomo che depone la santa nel sepolcro
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circolo, come echi, il motivo delle colonne del baldacchino. La figura di Longino, con il suo gesto di attore declamante, è costruita in rapporto allo
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Numerosi i progetti, anche inattuati, di interventi nella determinazione della figura classico-moderna di Roma: demolizioni e ricostruzioni, riforme
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si dissolve la figura nelle più alte sculture del Bernini: come l’Estasi di Santa Teresa, la Beata Ludovica Albertoni, gli Angeli ora in Sant’Andrea
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Roma è stata, nel Seicento, ciò che Parigi sarà, nella prima metà del nostro secolo: il punto di convergenza di artisti di tutti i paesi. La figura
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nel melodramma, alla cui forma più alta può accostarsi la sua pittura, la vicenda e la figura stessa del personaggio si dissolvono all’arabesco prezioso
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figura di pittore, di uomo di teatro e di poeta, autore di sette Satire in cui se la prende con i costumi del suo tempo ed anche con la pittura
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monumento non c’è simmetria, ma progressione: dalla figura della Mansuetudine, seduta a destra in basso, si sale a quella della Temperanza, in piedi a
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che il bozzetto dà, dunque, non è la figura immersa in uno spazio, ma un frammento di spazio visivo solidificato, un insieme di macchie di chiaro e di
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dell’antico, è la giustezza della distanza che impone allo spettatore, il suo darsi come figura e spazio insieme, come forma immutabile perché ha
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