Manuale Seicento-Settecento
ragione e di arbitrio fantastico, non fa presa sulla realtà e non risolve il problema, che ora emerge come essenziale, della cultura o dell’esperienza
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far nulla per ottenerla: tutto lo sforzo umano, tutta l’esperienza accumulata e maturata nel, tempo, la cultura infine, sono privi di scopo. Gli uomini
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, mobile, colorito. Non è tale in sé, bensì nel soggetto che si accosta alla realtà, e ne compie l'esperienza, con la capacità di vedere al di là della
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soltanto a fondare un’esperienza dell’insieme (la totalità della storia e della natura: la cultura) che solo l’immaginazione può dare. Osserviamo un
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pittura si rifà o rivive il fatto: se ne scoprono i motivi profondi, gli esiti trascendenti. Annibale estende l’esperienza dal reale al possibile; il
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Giuseppe, il vecchio che personifica l’esperienza così come il giovane l’ispirazione, regge il libro e guarda stupito il giovane che interpreta in modo
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sono fuori della cultura, perché la cultura non è un principio d'autorità, è un'esperienza che rende più chiari, ma anche più aspri, i problemi
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manierismo trascendentale di El Greco; Rembrandt oppone la sua concezione della storia come esperienza vissuta alla concezione aulica della storia come
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pensieri e li traducono in nobili immagini; i realisti, che non muovono da idee a priori, vivono fino in fondo l’esperienza esaltante del «fare la pittura
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il futuro; per la natura e per la storia; per l'esperienza della vita e per ciò che è al di là di essa.
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, in cui l’esperienza religiosa s’intreccia con quella del lavoro quotidiano. Non sorprende perciò che le idee architettoniche e urbanistiche del
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primo luogo il colore, devono essere accentuati. È il motivo per cui guarda all’esperienza i coloristica dei veneti: solo che il colore è spiegato
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. Diventando effimera, l’architettura barocca si divulga e si popolarizza, rendendo partecipe dell’esperienza estetica l’intera città e tutto il popolo
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’esperienza su cui si può costruire un’etica intrinsecamente morale, che trovi in se stessa il modo del suo esistere. A trent’anni, nel 1624, e a Roma; vi
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da una ferita dell’anima, da un’esperienza da cui ci si ritrae dolenti. Eros e pathos sono i motivi dominanti nella pittura di MASSIMO STANZIONE (1585
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