Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 30 occorrenze

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verso il prossimo. A Bologna, la seconda città dello Stato della Chiesa, la pittura aveva già una tradizione pietistica e devozionale, che risaliva al

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Posto il principio dell’arte come strumento, non sorprende che si badi più alla perfezione dello strumento che al suo fine religioso: AGOSTINO è

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, gli infermi veterani coperti di gloriose ferite. È veneto lo scorcio dello scenario monumentale, veneta la composizione ammassata e saliente. Ma la

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: l'antitesi tra la singolarità delle cose, così fortemente sentita e sottolineata dai fiamminghi, e l’unità dello spazio, la costruzione globale della

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Inutile cercare di isolare, nel complesso, questa o quella figurazione; inutile cercare di stabilire quale sia la struttura dello spazio, il

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due poli, infine, dello stesso problema. Nato in Lombardia nel 1571, il Caravaggio fu scolaro a Milano di Simone Peterzano, un manierista che si

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Le opere «chiare» dello stesso periodo (il Bacco, il Suonatore di liuto, la Buoua ventura) confermano questa posizione polemica: il Caravaggio

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astanti; l’angelo che piomba dal cielo con la palma del martirio. C’è, ben chiaro, il ricordo del Miracolo dello schiavo del Tintoretto, il quadro che

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all’universale dello spazio e della storia, o da una tradizione ancora sostanziata del Manierismo internazionale, come la francese.

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trasforma in un sobrio gesto di invocazione e di offerta, che ribadisce la struttura rigidamente geometrica dello spazio, fatto da verticali e da

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nuvole, al di là dello sfondato architettonico, è chiaramente polemico nei confronti dell’olimpico affresco dipinto dal Reni, dieci anni prima, nel

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Non si può, nel Bernini, disgiungere l’attività dello scultore da quella dell’architetto: sono complementari anche quando non si integrano nello

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sotto la cupola michelangiolesca; e una piccola architettura, nella grande, avrebbe riprodotto la scala delle grandezze, abbassato il tono dello

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L’antica basilica aveva un quadriportico, il luogo dei catecumeni cioè dell'attesa. E, questo dello spazio esterno, il nuovo problema che si

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piano dello stile, e specialmente, del valore dell’immaginazione che nel Borromini sarebbe arbitraria e chimerica, eccitazione fantastica senza

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L’edificio non deve essere una rappresentazione dello spazio né la forma allegorica di concetti religiosi o politici: è un oggetto che l’artista

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la rappresentazione architettonica dello spazio, ma l’edificio come fatto umano che accade nello spazio; non la contemplazione dell’universale, ma il

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rettorica; la prospettiva non è una concezione, ma un’allegoria enfatica dello spazio. Così sia il Bernini che il Borromini sentono il bisogno di

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scanalate per scandire la luce fin nelle minime gradazioni. Ormai la definizione dello spazio è tutta affidata alla modellazione della parete e alla

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le rovine monumentali di Roma, ma come esse appartiene a un’altra dimensione dello spazio e del tempo, al passato. Il classicismo, per Poussin, non è

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’instaurazione di una nuova concezione dello spazio architettonico. Non c'è, come a Roma, un problema ideologico di fondo, la volontà di dare un

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manieristica, essenzialmente baroccesca e toscana dello Strozzi: e che spiegano l'eccezionale vivacità di colorito e di tocco della sua pittura, fatta

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), il maggior esponente della cultura artistica genovese alla partenza dello Strozzi per Venezia. Dalla, sua) bottega esce VALERIO CASTELLO (1624-1659

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stato allievo dello Scamozzi e si ricollega così al Palladio; come dimostrano le sue ville in terraferma, è soprattutto un architetto pratico che non

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dello spagnolo Zurbaran (Milano era spagnola). L’insistenza sul tema, la fissità della prospettiva e della luce, la vicinanza di altri oggetti (libri

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profilata in tutt’altri termini nel Longhena: la forma architettonica non è determinata da una concezione a priori dello spazio, ma è essa stessa determinante

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gerarchico della Chiesa o dello Stato. Perciò un’architettura ad un tempo fantastica e matematica come quella del Guarini può diventare ufficiale e

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Per il Guarini essere l'architetto del re significava essere l’architetto dello Stato. La situazione storica è mutata: per il Juvarra significa

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Anche dello Specchi e la fronte del palazzo già De Carolis sul Corso, la via principale della città: del cui prestigio edilizio s’erano già occupati

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, vediamo il pontefice, col corpo addossato allo schienale del trono, tendere in avanti il braccio fino a sfiorare il piano-limite dello spazio ideale in cui

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