Manuale Seicento-Settecento
fine della salvezza l’agire umano. Se la storia è il percorso finora compiuto dall’umanità verso la salvezza, bisogna proseguirlo: fermarsi, tornare
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sollecitato e diretto dall’immaginazione, è appunto il processo ideale della traduzione del possibile in reale: è quindi un modello di comportamento, e
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Luca (1592) Annibale fa opera di sintesi: parte dall’impianto veneto per masse tonali giustapposte ma, seguendo esempi correggeschi, sporge le figure
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, quasi quadrettato dall’incrocio delle verticali e delle orizzontali: un telaio che incasella cose e figure, dando a ciascuna la stessa evidenza delle
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. Lo stesso lampo di luce rivela i tre momenti della vicenda: il santo strappato dall’altare e colpito dai carnefici; lo sgomento e la fuga degli
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discendeva dall’apostolato di San Filippo Neri) è collegato il Caravaggio. Lo si vede nel quadro con le Sette opere di misericordia (1607) per il Pio Monte
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ridotto spazio della tela, concepisce i sei santi come personaggi antichi, dall’ ampio portamento, quasi eroi declamanti al di qua di un proscenio
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quadro sacro a episodio di vita quotidiana, ma vissuto con un fervore interno che si esprime nella luce irradiata dall’impasto pittorico animato dal
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e di quinte che sfondano i lati, le figure hanno le movenze di un ben calcolato balletto, ovviamente danzato su un tempo lento, un adagio lungi dall
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ottenere dall’architettura spazi aperti, soleggiati, ventosi; dalla scultura la morbidezza della seta, il tepore e il colorito delle carni, la levità
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cornicione, dall’inquadratura dell’altare. Quest’ultima, per le grandi dimensioni e lo spicco delle colonne affiancate e del timpano, è quasi una facciata
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’intima corrispondenza tra il soggetto letterario da un lato, la scelta delle forme e la maniera con cui sono rese dall’altro» (Rothlisberger). Passando da
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si innesta sulla tradizione cinquecentesca e manieristica: ciò che da un lato lo limita e dall’altro gli apre infinite possibilità di soluzioni
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, compiacendosene) dal grottesco, dal deforme, dall’orrendo. Altro che ideale classicistico: i filosofi antichi sono raffigurati come straccioni e vagabondi, gli
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Un impulso nuovo, che la riscattai dall’eccesso patetico e del melodico, imprimono, alla scuola napoletana dopo la peste del 1656, due grandi artisti
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contraddizione, il gusto del popolaresco. «Questo modo di sentire,... la tesi dell’indipendenza della fantasia dall’intelletto,... il mito del «selvaggio, del
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frequenti da sprigionare luce dall’impasto stesso, animatissimo, del colore a tocco. E, la sua pittura, il «miracolo tecnico» del Seicento napoletano: da
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attenuato dall'ossequio e dall’arricchimento coloristico ornativo» (Dal Poggetto) del senese RUTILIO MANETTI (1570-1639); e nessun seguito ebbe lo
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Cinquecento è influenzata dall’Italia centrale (specialmente da Siena) e dalla Lombardia: gli architetti che trasformano la città, dandole un aspetto non
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, dalle cupole di San Marco, dall’altro dalle cupole palladiane di San Giorgio e del Redentore: le due cupole accostate della Salute raccordano a
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nuovo, di verità, che lo spinge a considerare storici i tristi fatti della cronaca milanese resi grandi dall’eroismo senza rettorica, caritativo, del
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del Settecento; poi, da un lato, si pone come ideale teorico, dall’altro come oggetto di una nuova scienza, l’archeologia. Svuotato dei suoi
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Che questa tecnica inseparabile dall’invenzione stilistica sia il fattore dominante nel Juvarra e indirettamente provato dal diverso atteggiamento di
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dall’allineamento ritmico delle finestre col ritmo saltellante dei timpani: così semplice e naturale, qui, che perfino il difficilissimo Milizia vi
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, dopo la caduta di Napoleone, di trattare ed ottenere la restituzione delle opere d'arte che i francesi avevano portate via dall’Italia.
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un eccellente scultore, nel tipo del settecentesco Morlaiter, se non fosse stato fuorviato dalle idee neoclassiche del Winckelmann e dall’imitazione
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dall’interno la forma plastica: come se la luce non venisse dal di fuori ma dal di dentro, e non fosse una circostanza mutevole che influisce
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la conoscesse è provato dall’Ercole e Lica e da molti studi e disegni. Ma, veneto e cattolico, non può accettare totalmente la tesi del bello nell
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