Manuale Seicento-Settecento
Per la vastità dei suoi assunti ideologici e la molteplicità delle sue funzioni, nonché per la composizione della società a cui si rivolge, l’arte
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come una grande impresa sociale, a cui ciascuno collabora secondo le proprie specifiche competenze.
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vita quotidiana o di costume; e ciascun genere si suddivide in sottospecie, a cui corrispondono diverse categorie di specialisti, sicché si avranno
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per se stesso; non ha allievi, se non qualche precocissimo seguace, di cui non abbiamo elementi sufficienti per valutarne l’opera; ad eccezione di
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sceneggiatura» (Brandi); il Ter Brugghen (1588-1629), al cui periodo romano (dal 1604 al 1614) è stata ascritta recentemente la Liberazione di Pietro degli
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Fra i numerosi francesi emerge Valentin (1592-1634): dopo un esordio «tenebroso» in cui utilizza in chiave fortemente drammatica l’emergere del
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principio del «diligente studio di Agostino», i consigli dei teorici come l’Agucchi, della cui cerchia fa parte e di cui è l’ artista preferito. A differenza
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Bologna, nell’ambito di Ludovico, la cui pittura evolve, nell’ultimo decennio del secolo, in senso nettamente emotivo, neoveneto; lo stesso Guercino
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per una figura di Santa Cecilia fedele come un calco, devota, e commovente nella estrema semplicità, e il veneto CAMILLO MARIANI (1556-1611), le cui
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Casino Rospigliosi, in cui le figure statuarie si disponevano come in un bassorilievo antico, e l’affresco, quasi fosse un quadro riportato, era
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dell’immaginazione una realtà visibile, c’e la tecnica dell’arte. Con questa professione di fede si apre quella fase «moderna» della civiltà, in cui
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; Alessandro, VII, 1671-78), il monumento della Contessa Matilde (1633-37); le cappelle, tra cui quella del Sacramento, gli altari.
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di una prassi artistica che vale per se stessa e non per una teoria da cui dipenda; anche il Borromini ha un carattere aspro, intransigente, violento
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la fronte cava che sembra cedere alla pressione del grande spazio della piazza, alla cui estensione in lunghezza fa contrasto lo slancio della cupola
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trova alle prese con un grande spazio, di cui non può mutare né le misure né il perimetro. Chiude le antiche mura come in una teca, sfrutta tutta la
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con cui trasforma in luce spirituale, quasi d’emanazione divina, la luce naturale che la colpisce.
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flessione, con lo sbalzo delle colonne a cui fa riscontro lo scavo delle nicchie, il fitto ornato, il frazionamento continuo del piano, sembra non aver
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complemento della figurazione mitologica, stabiliva il fondo classico della poesia figurata; qui l’immaginazione ha già prodotto una seconda natura, in cui
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dei Santi Luca e Martina (1634-50). Nell’interno di questa nuova chiesa i motivi dominanti sono le colonne, a cui è restituita l’antica autonomia di
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Si osservi il modo con cui i contrafforti laterali si attaccano alla superficie curva formando due incavi profondi: si ha una successione di spigoli
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situazione di tendenze dialettiche, una pluralità di correnti cui si aderisce o da cui si dissente sapendo che ognuna è diversa, ma nessuna esclude l’altra
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funebri o festivi, canonizzazioni, quarantore, di cui non disdegnano farsi registi architetti celebri quali Bernini, Pietro da Cortona, Rainaldi
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sospeso, sulle cui pieghe diritte trascorra, con lievi variazioni, la luce.
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borrominiano della basilica lateranense, «indica con la tematica del restauro ‘decorativo’ un'alternativa meno pretenziosa a cui faranno riferimento i
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che «gira» col graduarsi del chiaroscuro s’innesta il pronao classico, col suo vuoto scuro e profondo, su cui spiccano in luce colonne e frontone. E la
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. Nel Bacco della Doria-Pamphili, Duquesnoy ritrova, del modello antico, la prassitelica eleganza e tenerezza del modellato, cui si aggiunge un colorismo
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La scultura romana del Seicento e naturalmente dominata dal Bernini, nella cui bottega, che si aggiudica le commissioni più importanti, lavorano
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’esperienza su cui si può costruire un’etica intrinsecamente morale, che trovi in se stessa il modo del suo esistere. A trent’anni, nel 1624, e a Roma; vi
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che, discendendo da Montaigne e anticipando Pascal, vede il classicismo come «esprit de justesse», in cui sono ancora indivisi i due inconciliabili
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Sono stati giustamente notati (Rosemberg) espliciti riferimenti al Rubens, le cui opere certamente Poussin conobbe: ma è innegabile che le due
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Il quadro con cui si impone all’attenzione dell’ambiente romano è la Morte di Germanico, dipinto nel 1628 per Francesco Barberini: già il tema
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quadri da cavalletto, di soggetto mitologico o biblico, il cui vero protagonista è il paesaggio. Nulla di più errato sarebbe vedere in una pittura il cui
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da una ferita dell’anima, da un’esperienza da cui ci si ritrae dolenti. Eros e pathos sono i motivi dominanti nella pittura di MASSIMO STANZIONE (1585
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La pittura — ed è questo che lo differenzia dal Preti — non ha più contenuti che le siano proprii, non uno specifico campo in cui agisca come mezzo
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, rimangono i suoi modelli: specialmente il Veronese, da cui deduce il suo colorismo estremamente vivace, fatto di giustapposizioni tonali così vicine e
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Una cultura artistica europea (nel secolo in cui si forma l’Europa politica moderna) non poteva nascere che dalla confluenza delle due grandi
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Venezia al Barocco, come arte legata agli ideali e alla politica della Chiesa romana; ma è anche la prova che l'ideologia su cui si fondava la grande arte
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un nucleo di condensazione e irradiazione luminosa in un punto in cui, allargandosi la veduta nei due grandi specchi d’acqua, i colori e le linee del
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, l’essenza stessa della vita e della morte (il corpo come strumento a cui l’anima dà voce e che, con la morte, è forma vuota).
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miracolosamente fermato. È l’istante in cui il calcolo matematico coincide con il percorso della fantasia che tende a Dio, l’istante in cui Dio si
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primo la ragione, la cui forma perfetta è la scienza: anche la realtà politica, sociale, economica viene considerata da un punto di vista scientifico
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terzo, in cui l’arte vuole realizzare una filosofia del bello, è il Neoclassicismo.
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È ancora l’idea di Pietro da Cortona in Santa Maria della Pace; ma qui è più netto il distacco dei tre elementi in cui si scinde l’organismo plastico
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vecchia fronte della chiesa (di cui deve conservare gli antichi mosaici). Scompone la superficie in tante aperture, precisando di ciascuna, nell
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Anche dello Specchi e la fronte del palazzo già De Carolis sul Corso, la via principale della città: del cui prestigio edilizio s’erano già occupati
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La razionalità del Fuga prelude certamente al razionalismo neoclassico; ma la materia a cui si applica ed a cui vuol mettere ordine è, né poteva
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per studiare l’antico. Tra il 1782 e l’87 erige il monumento u Clemente XIV nella chiesa dei Santi Apostoli a cui segue subito il monumento a Clemente
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A Possagno, dov'era nato, il Canova ha fatto costruire, dandone i disegni, una grande chiesa rotonda, in cui si propone di riunire, nell’invaso
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variamente sulla percezione, ma la forza con cui la forma si dà o s’impone, senza variazione possibile, alla percezione. La forma della cosa reale così poco
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». Non poteva ignorare la poetica del «sublime», i cui maggiori esponenti (dal Barry e dal Fussli al Carstens) erano in contatto continuo con Roma: che
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