Manuale Seicento-Settecento
alla conoscenza oggettiva o positiva della natura e della storia: per indagare la natura c’è ormai una scienza, per ricostruire e spiegare le vicende
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chiave di interpretazione dell’originale. Si guardi il più importante dei dipinti di Agostino, la Comunione di San Girolamo (1592 c.), e si vedrà
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L’Elemosina di San Rocco (1595 c.) fissa un tipo nuovo di quadro storico-religioso. Annibale si oppone al pietismo di Ludovico: il cristianesimo è
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Riposo c’è un paesaggio stupendo, tutto fatto di delicate velature coloristiche; d’un tratto il paesaggio scompare dalle composizioni caravaggesche
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astanti; l’angelo che piomba dal cielo con la palma del martirio. C’è, ben chiaro, il ricordo del Miracolo dello schiavo del Tintoretto, il quadro che
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improvvisa. Poiché tutto succede in quell’istante di luce, non c’è sviluppo di azione. San Pietro non fa che ripetere il gesto di Cristo; il dialogo è
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BAGLIONE (1566 c.-1644), per un breve periodo, fino al 1603, suo stretto, ma non brillantissimo, imitatore. Eppure la sua personalissima ricerca
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Uffizi, e Dirk Theodor van Baburen (1595 c.-1624), importante tramite tra cultura romana e il grande olandese Vermeer. Il tedesco Adam Elsheimer (1578-1610
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Ribadisce questo legame il veneziano CARLO SARACENI (1585 c.-1620), che si collega alla prima fase romana del Caravaggio, si preoccupa di dare cause
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Quando, nel 1605, torna a Roma dal suo secondo, breve, soggiorno in Spagna, ORAZIO BORGIANNI (1578 c.- 1616) è uno dei capi riconosciuti del «partito
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». E come nella vita religiosa: c’è chi medita sulle verità supreme e contempla grandiose visioni celesti, e c'e chi prega con umiltà e fervore, vive
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spalle l’uno dell’altro per raggiungere il podio da cui s’affaccia la santa. Non c’è compiacimento per il «particulare»: i poveri sono i prediletti da Dio
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dell’immaginazione una realtà visibile, c’e la tecnica dell’arte. Con questa professione di fede si apre quella fase «moderna» della civiltà, in cui
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. Finirà per uccidersi in una crisi d'angoscia. C'è tuttavia una differenza: il problema della realtà, che assillava il Caravaggio, non esiste più. L’ha
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della costruzione sale di colpo ad altezze vertiginose dove la funzione pratica della comunità è la pratica ascetica. Non c’è un dominio della vita
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un°esedra lontana, un fondo; c’è una parte frontale, convessa, non molto dissimile da quella dei Santi Luca e Martina; c’è poi un pronao semicircolare
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pascaliani della «géométrie» e della «finesse»; come Montaigne, avrebbe potuto confessare che in fondo dipingeva sempre per se stesso, né c’era altro da
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popolare dei Bamboccianti, specialmente del CERQUOZZI (1602-60), del CODAZZI (1603 c.-72), di Jan Miel (1599-1663, a Roma, dal 1636 al ’53), seguaci
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. Accanto alla storia-poesia fiorisce infatti il «genere»: pittori di «lazzaroni» e di vagabondi, come MICCO SPADARO. (1609 c.-1675), di battaglie
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dipinti religiosi e mitologici, ma sempre di ispirazione agreste o pastorale, di GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE (1610 c.-1665), che trasforma il
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emiliano. Ne sono protagonisti G. B. CARLONE (1592 c.- 1677 c.), DOMENICO PIOLA (1627- 1703) e, maggiore tra tutti, GREGORIO DE FERRARI (1647-1726).
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Altro artista che, col Castiglione e lo Strozzi, sente profondamente l’influenza dei fiamminghi è GIOACCHINO ASSERETO (1600 c.-1649) che utilizza una
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, riapre a Venezia il discorso della pittura e un romano. DOMENICO FETTI (1589 c.- 1623); i due che lo seguitano sono un tedesco, JOHANN LISS (1595 c.-1631
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botte e sciabolate di pennello del Tintoretto, arrivando fino alla disintegrazione totale della forma; SEBASTIANO MAZZONI (1611 c.-1678) lega all
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post-correggesco, interpretano le intenzioni del Borromeo Giovan Battista Crespi detto il CERANO (1575 c.·1632) e Pier Francesco Mazzucchelli detto il
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’oggettivismo apparentemente freddo e preciso, ma nel fondo moralistico, ch’era stato proprio del Moroni. EVARISTO BASCHENIS (1607 c.-1677) dipinge soltanto
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facciata c’è solo il vano dello scalone, tutto aperto sotto la volta altissima; e percorso dalle rampe, solcato da volte sospese, a più livelli, come uno
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monumento non c’è simmetria, ma progressione: dalla figura della Mansuetudine, seduta a destra in basso, si sale a quella della Temperanza, in piedi a
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