Manuale Seicento-Settecento
’artista, come quella dell’artigiano e dell’operaio, non è fine a se stessa: qualsiasi cosa si faccia, si fa ad maiorem Dei gloriam, cioè l’opera degli
Pagina 143
Manuale Seicento-Settecento
, del passato c’è una storiografia. L’artista si interessa della natura e della storia solo in quanto il pensiero della natura e della storia gli
Pagina 144
Manuale Seicento-Settecento
maggior artista fiammingo del Seicento; DIEGO VELAZQUEZ, il più grande pittore spagnolo; vi lavorarono a lungo due maestri francesi, NICOLAS POUSSIN e
Pagina 145
Manuale Seicento-Settecento
Giuseppe gli tiene aperto davanti: che altro deve fare l’artista se non eseguire con gli strumenti dell’arte i segni che legge e che interpreta? San
Pagina 150
Manuale Seicento-Settecento
cui l’azione del dipingere realizza l’intenzionalità, l’impegno morale dell’artista. Ciò che si ritrova nell’opera non è altro che un tempo, un
Pagina 153
Manuale Seicento-Settecento
Un artista che, come Caravaggio, negava il valore normativo della tradizione classica non poteva non interessare, anzitutto, i molti artisti
Pagina 157
Manuale Seicento-Settecento
principio del «diligente studio di Agostino», i consigli dei teorici come l’Agucchi, della cui cerchia fa parte e di cui è l’ artista preferito. A differenza
Pagina 160
Manuale Seicento-Settecento
Dalla Toscana arrivano, al principio del secolo, PIETRO BERNINI (1562-1629) e FRANCESCO MOCHI 1580-1654). Il primo è un artista colto ma debole
Pagina 163
Manuale Seicento-Settecento
(Enea e Anchise, Ratto di Proserpina, David, Apollo e Dafne: 1619-25) il processo formativo dell’artista appare ben chiaro. Nelle prime due mette a
Pagina 164
Manuale Seicento-Settecento
disgrazia sotto Innocenzo X, il Bernini è l’artista della corte pontificia; il Borromini è ricercato dagli ordini religiosi, specialmente da quelli
Pagina 170
Manuale Seicento-Settecento
; non hanno alcun pregio intrinseco, ma diventano preziosi col lavoro ansioso dell’artista.
Pagina 171
Manuale Seicento-Settecento
L’edificio non deve essere una rappresentazione dello spazio né la forma allegorica di concetti religiosi o politici: è un oggetto che l’artista
Pagina 173
Manuale Seicento-Settecento
dominante è senza dubbio quella di NICOLAS POUSSIN l’artista che nella cultura classica non vede soltanto un modello formale, ma il fondamento d
Pagina 179
Manuale Seicento-Settecento
mare e la mette in rapporto col suo ambiente paesistico naturale. L’artista che determina il volto barocco della città è il bergamasco COSIMO FANZAGO
Pagina 183
Manuale Seicento-Settecento
Castiglione, al tempo stesso poetica e «filosofica», che spiega inoltre, il precoce interesse dell’artista per le acqueforti del Rembrandt. Lo stesso Strozzi
Pagina 188
Manuale Seicento-Settecento
Altro artista che, col Castiglione e lo Strozzi, sente profondamente l’influenza dei fiamminghi è GIOACCHINO ASSERETO (1600 c.-1649) che utilizza una
Pagina 189
Manuale Seicento-Settecento
La tradizione cinquecentesca non si riprenderà dalla brusca caduta se non nel Settecento col Piazzetta e il Tiepolo. L’artista che, nel Seicento
Pagina 190
Manuale Seicento-Settecento
Per la prima volta l’artista concentra a tal punto l'attenzione sulle cose da identificarsi con esse; il loro «vero» significato è il mio «vero
Pagina 192
Manuale Seicento-Settecento
sa dell’artista; quasi certamente conobbe opere del Caravaggio (si ricordino gli strumenti musicali nell’Amor vincitore), forse qualche natura morta
Pagina 192
Manuale Seicento-Settecento
che non sia quello del proprio farsi. Non solo, ma ogni arte si restringe ai proprii specifici problemi e non li oltrepassa. Il tempo dell’artista
Pagina 207
Manuale Seicento-Settecento
più una realtà da rappresentare, ma una materia duttile — luce, atmosfera — che l’artista plasma come vuole. Quel che conta, dunque, è la tecnica
Pagina 210
Manuale Seicento-Settecento
a Ripetta. Il porto fluviale, che non esiste più, era opera di ALESSANDRO SPECCHI (1688-1729), un allievo del Fontana, l'artista che aveva intuito l
Pagina 210
Manuale Seicento-Settecento
ANTONIO CANOVA (175 7-1822) è l’ultimo artista italiano di portata europea. Figlio di povera gente del contado veneto, è mandato giovanissimo a
Pagina 212
Manuale Seicento-Settecento
’arte neoclassica. Si afferma che è gelida, intellettualistica, tutta cultura. Ma così ha voluto l’artista che si è imposto come un dovere il dominio del
Pagina 238
Manuale Seicento-Settecento
interessa l'artista che un effetto di luce su parti rilevate è ottenuto, con un più forte accento luministico, con un segno scavato nella materia. Ciò
Pagina 239
Manuale Seicento-Settecento
esposto del ragazzo, e lo scuro del busto piegato, rientrante, del vecchio. A questo punto l’artista ha davanti a sé due vie: precisare in senso
Pagina 240