Manuale Seicento-Settecento
Nel 1595 è a Roma, chiamatovi da Odoardo Farnese, per cui studio privato dipinge l’Ercole al bivio; due anni più tardi comincia la decorazione della
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dichiarava discepolo di Tiziano. A circa vent’anni si stabilì a Roma. Vi rimase fino al 1606 quando, avendo ucciso un giovane in una rissa di gioco, fuggì a
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nei primi anni del secolo ed ha conosciuto e ammirato l’opera del Caravaggio, pur così lontana dal suo gusto per l'enfasi pittorica, per le allegorie
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nei primi anni del soggiorno italiano, tutti i più importanti centri artistici della penisola e, nel 1603, si reca in ambasceria in Spagna, alla
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l’erede di Raffaello, Giulio Romano, aveva dettato legge per più di venti anni. Ma non si tratta più, in Rubens, di un erudito gioco di scambio delle
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, pochi anni prima, Barocci (la Presentazione al tempio della Vergine, 1603) e Caravaggio (la Deposizione, ora ai Vaticani, nel 1604). Rubens dipinge
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grigio-argento, che rimane la base di tutti i colori, la nota dominante del suo tonalismo chiaro, trasparente, freddo. Negli ultimi anni arriva a
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nuvole, al di là dello sfondato architettonico, è chiaramente polemico nei confronti dell’olimpico affresco dipinto dal Reni, dieci anni prima, nel
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, meditativo: nella Madonna annunziata di Orvieto (scolpita nel 1608-1609, tre anni dopo l’Angelo annunziante, del 1603-05) tanto lima e tormenta lo schema
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stesso complesso. l lavori per San Pietro si succedono per più di quarant’anni senza un programma, ma con una coerenza perfetta: come un’idea che vada via
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nel senso della larghezza. Il punto di riferimento è il Pantheon, di cui negli stessi anni il Bernini progetta il restauro e la miglior sistemazione
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alberi, figure, nuvole, architetture vivono in una dimensione più ampia, addirittura illimitata. Negli stessi anni in cui si va decorando palazzo
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diffonde, non solo in Italia, ma anche nei paesi cattolici d’Europa e dell’America Latina, il linguaggio barocco che si forma negli anni trenta: nella
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, attivo a Roma dal 1624. Allievo di Ludovico Carracci, l'Algardi, nei primi anni della sua attività romana, approfondisce la lettura dei testi
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’esperienza su cui si può costruire un’etica intrinsecamente morale, che trovi in se stessa il modo del suo esistere. A trent’anni, nel 1624, e a Roma; vi
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, occorrerà attendere, negli anni ottanta, l'arrivo a Firenze di Luca Giordano. In architettura, con il NIGETTI e il SILVANI, in scultura con PIETRO TACCA
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probabilmente il Saraceni; a Mantova, dal 1613 al ’22, conosce l'opera del Rubens. Il suo tempo migliore sono gli ultimi anni, tra Mantova e Venezia. Nei
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(1741) con quella, che la precede di cinque anni, di San Giovanni. Per la sua formazione, tardivamente manieristica, il Fuga evita i grandi effetti
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francese, Ingres, che proprio in quegli anni, a partire dal 1806, andava formando a Roma, non senza l’influenza profonda del Canova, la propria cultura
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