Malombra
"Debbo accendere il lume, signor?" disse Steinegge a bassa voce. Era notte fatta. Da un gran pezzo Steinegge e Silla stavano seduti nella stanza di
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tenerci così al buio." Le imposte erano socchiuse e le tendine calate. Silla si alzò per fare un po' di luce. "No, Vi prego; vengano loro, questa gente
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mattina, si teneva coperto il viso con ambe le mani, appoggiando i gomiti al tavolo. Silla, in faccia a lui, aspettava che parlasse. Ma il conte
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"Ah Dio, Silla, che orrore!" disse la signora De Bella entrando come un nembo di seta in cui due piedini nervosi tempestavano a colpi sordi. "Buona
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Silla, ch'era sdraiato sull'erba, balzò a sedere e contò le ore. Dieci e mezzo. Trasse l'orologio, lo guardò al fioco lume delle stelle. Dieci e
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Silla arrivò alle dieci e mezzo alla stazione di... Il mattino era caldo e ventoso. Le vette dei grandi abeti che nereggiavano lì presso in un
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Il cane è fedele. "Der Hund treu ist." "Oh no, treu ist, fff, caro Silla, questo è un grande sproposito. Se io dico dass der Napoleon kein treuer
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lasciato il Vezza che gli aveva partecipate certe disposizioni del conte, Silla era venuto a cadere sul davanzale della finestra. Sapeva ora che Marina
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"Di qua, signore" disse il servo che precedeva Silla: "il signor conte è in biblioteca." "È questa la porta della biblioteca?" "Sì, signore." Silla
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Alle due pomeridiane il commendatore e Silla lavoravano in biblioteca. Preparavano lettere e telegrammi d'affari, liste di persone a cui mandare la
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niente. Tante grazie. Ehi, piglia la borsa del signore. Felice notte. Ih!" "Il signor Silla?" disse l'uomo della lanterna, un domestico, all'aspetto
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finestra. Pioveva. Silla si sentiva rotta la persona come se avesse fatto quella notte venti leghe a piedi per domare un'agitazione febbrile
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parola con Silla. Questi, distra tto, assorto in altri pensieri, tante volte non rispondeva loro nemmeno, o rispondeva a sproposito. Marina pure era
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tirava via a ronzare, fra un boccone e l'altro, arrischiando qualche sorriso, tanto sano a pranzo. Silla taceva come i Salvador. La contessa lo
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chiacchierona. Ci sono de' pasticci al Palazzo. Intanto è tornato quel tale Silla." Steinegge diè un balzo. "Oh scusi, non è possibile! Se l'ho visto io
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i Silla dell'universo. "Che Silla?" interruppe Sua Eccellenza. "Chi è questo Silla? È quell'amico?" Nepo si morse le labbra. "Ma rispondi! È questo il
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discorso del signor Silla. La signorina non deve conoscerlo: ne avrebbe troppo dispiacere. Del resto è forse meglio così, anzi diciamo addirittura; è meglio
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romanzo, molto bene impasticciati, e ha in mezzo il signor Corrado Silla, autore di Un sogno, domiciliato in Milano, via S. Vittore. Ti racconterò il
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a Giovanna. Con Marina le cose procedettero diversamente. Cinque giorni eran passati dopo la partenza improvvisa di Silla; il conte e sua nipote non
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. Insomma non importa. Lei conoscerà a Milano questa persona ch'è un amico di Suo padre." "Si chiama Silla?" Gli occhi di Marina lampeggiarono. "Come
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soffrire il signor Silla; che portava biancheria di seta; che leggeva una quantità di libri gialli e rossi; che era mite come un'agnellina. Fanny
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arcane a Cecilia, l'amore intravveduto negli occhi di Silla, la stretta delle sue braccia veementi, il nome sussurrato da lui quella notte, la probabilità
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sindaco. "No. Che lettera?" "Questo è il bello. Quel signor commendatore ha come frugato nella roba del signor Silla e ci ha trovato dentro una lettera
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tenesse celato. La lettera fu ricevuta da Corrado Silla un quindici giorni prima della sua partenza per il Palazzo. Noi sappiamo come rispose.