MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
molto interessante. E tal sembrerebbe così anche ai miei lettori, se potessi ripeterlo com'egli lo espose. Ma sono costretto a riassumere alla meglio
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disse: - Quanto vi sono grato di non aver proseguito il vostro viaggio. Oh! non l'avrei perdonata a Baccio, se vi avesse lasciato partire. E data
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viaggio colla compiacenza con cui una forosetta avrebbe vagheggiato un monile. - Non ve ne sono mica sulle nostre cime di camosci così grossi; è
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quattro, che la terra della carbonaia era del Comune e deve ritornare al Comune. Ci dò un'occhiata ancora, mentre voi pranzate e in quattro salti sono
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concetto della nostra religione, - come di tutte quelle che il mistico Oriente ha generato, - è il dolore. Tutte le sue parole sono meste, tutte le sue
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aspettati. Su, su, Don Luigi vi vuol vedere. E, mettendo un dito sulle labbra coll'aria di un cospiratore, mi sussurrò all'orecchio: - Sono gli orfanelli
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..... perchè io non sono invitato; bisogna sapere il latino per essere invitati. Ma fa lo stesso, ci sarò anch'io, vi dico, e mi sentirete a parlare. - Via
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rimasto sempre. Dacchè ne sono uscito io non so immaginarmi paradiso diverso dalla mia felicità in quegli anni beati della mia infanzia, tanto
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Provvidenza sono infinite. Forse è Lei che vi ha inviato. Ciò che sapeste per l'angosciosa espansione di quel povero Beppe, è il primo filo di tutta una
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adottato esattamente nella catastrofe del romanzo. Una sola cosa ci ho messo di mio, od almeno mi sono sforzato di metterci, ed è il ricordo
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, oggidì, le creature che si commovono un po' ancora alla poesia sono le donne, e le donne belle in ispecie. Ma l'esercizio di siffatti rendimenti di grazie
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tempo per decidersi fra un polpastrello ed una ala? Ci sono tanti che aspettano! ... Il Bazzetta venne allora in aiuto dell'infelice organista, cui le
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madre si davano del tu fin da quando erano fanciulli alti come quei due poveretti che sono usciti testè ... Qui s'interuppe, e disse a bassa voce
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tramutato in una notte quella faccia idillica di contadino, in una faccia di non so qual lugubre eroe. Giacchè le notti che seguono le sventure, sono
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più imponente di un mare tranquillo, di un paesaggio sereno; la tempesta, l'uragano sono, se si vuole, più vivaci, come il dramma, ma la calma è l'inno
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sonora, e bella come poche ne intesi in mia vita, sono abituato a queste passeggiate notturne. Fanno bene all'anima e al corpo. E come va ora Don
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tristamente il capo più curvo del solito, guardate, c'è chi ne dubita. - Oh, qualche ignorante. - No, sono persone savie e prudenti, ma mal prevenute. Quel
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, molto energicamente. Sono le sei, vo' a pranzo da quella bestia di Sindaco, del quale vi dirò poi ... ma ... zitto. Ed uscì frettoloso, lasciandomi solo
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ragione e della coscienza sono frequenti nella vita. - Il pittore ha ragione, disse il signor De Emma; le passioni buone o cattive sono lievito
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far delle rivelazioni in proposito? - Sì. - E .... queste rivelazioni lei le conosce? - Sì. - Sono esatte? Don Luigi non aveva potuto rispondere
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Molti anni, ciò che vuol dire molte sciagure, sono passati dal giorno in cui bussai a quella porta. Compivo i venti, avevo la valigia del pittore
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repentina come un colpo di fulmine, e colla podagra tutti gli incomodi e le sofferenze reali o immaginarie che sono conseguenza degli improvvisi
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anche con la povera Rosilde, che, ne sono sicuro, si sarebbe fatta in pezzi per contentarmi. Ed io ero spesso cattiva con lei, la strapazzavo
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prenderò le mie rivincitine ... le elezioni riusciranno a modo mio: sono quattro anni che lavoro per questo ... - Ve lo auguro, dissi io con un'aria
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, l'aspettazione e la curiosità sono soddisfatte, comunque sia la scena che vi si affaccia, nel modo stesso che se foste davanti ad un quadro nel momento
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donna, la interruppi, vi pare? Fatemi friggere due ova, e datemi un boccone di cacio, oppure un tozzo di pane in una scodella di latte; sono i cibi che
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, ma ho tanta strada da fare e fa tanto caldo .... Basta, parto meno crucciato perchè v'è qui lei. Loro signori di città sono gente di esperienza; è
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Baccio, siamo a tempo? sclamò il farmacista, entrando. - Manca il signor dottore. - Ci sono. Il signor De Emma entrò e sedemmo. Non si trovarono mai
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speziale. Sono passati; vanno a precipizio giù per la scesa. Un altro passo. Questo si ferma alla nostra porta. Una voce chiede nel cortile: - C'è in casa