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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

679353
Praga, Emilio 29 occorrenze
  • 1881
  • F. CASANOVA. LIBRAIO - EDITORE
  • prosa letteraria
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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

tristamente il capo più curvo del solito, guardate, c'è chi ne dubita. - Oh, qualche ignorante. - No, sono persone savie e prudenti, ma mal prevenute. Quel

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fossero cresciuti per colmar panieri o per comporre ghirlande. Ma quel che dava l'intonazione a quel quadro di tutte le tinte eran le rose. Avresti detto

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fazzoletto inzuppato sulla fronte, e cacciava fuori dalla cravatta il mento aguzzo ad una distanza alla quale, fino a quel giorno, non era probabilmente mai

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di no, ma l'impresa mi sgomentava. Il meglio dell'opera stava nelle delicatezze di sentimento e di forma, in quel particolare profumo di poesia e di

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boschi, fra quelle pareti bianche, in mezzo a quel beato silenzio; lassù dove furono prima pensate queste pagine. Epperò, chi volesse trovarci altra

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trovato invece il romanzo feuilleton, il dramma Porte-Saint Martin, il teatro Fossati; quel dramma e quel romanzo che ora è caduto di moda ma che la vita si

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per don Luigi; e il torto era tutto del suo carattere arcigno, del suo spirito gretto e farisaico. Quel testimonio freddo, impassibile, insensibile

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questo a quel bosco, calzato di due enormi stivali, che in paese erano proverbiali, e armato di un alto e grosso bastone le cui solide proprietà non erano

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un intero paese; da un sentimento di potenza, quasi di superiorità; pare di poter disporre di quel gruzzolo di vite come si fa di un alveare

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gracile pinacolo roso dal tempo e dalle parietarie, coi tuoi nidi di colombi, coi tuoi squilli modesti non mi parevi in quel momento che un punto

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fu quello delle mie nozze con Gina? Sono passati undici anni. Il mio testimonio era quel galantuomo del signor De Emma. Come scampanavi di gusto, buon

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, un tristo pensiero mi colse. Le case di Sulzena apparivano biancheggianti al sole meridiano - il campanile suonava l'Angelus del mattino, - ma quel

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consigliata io stesso. Mansueta disse: - Figliolo, rifletti finchè sei in tempo. Forse tu fai il caso peggiore di quel che sia: se trovassi una scusa ..... e

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dalla contentezza a vederla. Poverino, se avesse potuto prevedere l'avvenire! Già il curato lo diceva che quel gran ballare doveva portarle disgrazia. Ed

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Nulla di più pittoresco di quel sagrato. A un'altezza considerevole dalla campagna circostante, leggermente inclinato verso il villaggio, quasi per

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quel quadro luminoso di giocondità, un certo coso incoloro, insipido, insignificante (ed altre negative in in), del quale per dare un'idea giusta

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della natura si animavano al contatto delle sue ali per parlar meco di arte e di gloria. Quel giorno la conversazione era cominciata al primo nascere

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durano poco: egli si ritira in qualche angolo, passa qualche ora a pensare, - poi torna quel di prima, rassegnato, indulgente con tutti.

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trasse con sè in gran fretta. Al principio del sentiero si volse, abbracciò con uno sguardo di ineffabile tenerezza quel suo prediletto ricovero. - È

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Carbonaia che forse voi conoscete. E Rosilde cominciò a seguirlo colassù. Egli non fu sorpreso di trovarla in quel soave rifugio dove egli dava da

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a mia madre, stranamente. Avevo anch'io bisogno di trovar chi mi rispondesse, chi mi capisse! ... bevo questo bicchiere alla salute di Baccio, di quel

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; sapete dov'è il signor curato? - Lo so io? stavo annaffiando quel po' di piselletti che sembra siano stati cosputati dalle streghe, che Dio mi perdoni

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, dimenticata la strada rifatta piena d'ombra e di polvere, incamminarsi per opposti sentieri, fino a quel giorno appena intraveduti, e che adesso gli

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. La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello

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Provvidenza sono infinite. Forse è Lei che vi ha inviato. Ciò che sapeste per l'angosciosa espansione di quel povero Beppe, è il primo filo di tutta una

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vicino e fiutandola: - Che lusso di fiori, disse sbadatamente, e, abbandonato il ramo che rimbalzò a raggiungere il cespo, continuò: - Che taccola quel

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e in quel grave ufficio il mio Attilio, l'allegro amicone di tre anni prima, il mio complice in versificazione ed altre capestrerie? - Che, domandai

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infilzato a un bastoncino, esclamò, con quel timbro di voce proprio dei lavoratori della montagna: - Una calza! e poi si lagnano della povertà, e poi

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a quel punto, che in lui pareva una divinazione di ciò che doveva accadere in seguito nei nostri cuori. Il dottore era salito alla camera del suo

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