MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
aveva acquistato la proprietà del racconto, lo prometteva ai suoi lettori; il Praga a lunghi intervalli lo ripigliava, aggiungeva alcune pagine nelle
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trionfante della madre di cui vi prendete nelle braccia e accarezzate, ammirando, il bambino; per poco ella si ristà dal fare altrettanto con voi. Per me, se
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giudicarne dalle cuticagne, una fulva, l'altra nera ma che avevano un punto di strana rassomiglianza nelle chieriche, di ampiezza fenomenale; le
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veglia e il sonno, mi somigliarono ai colpi di un martello che mi battesse sulla nuca. I galli, sparsi qua e là nelle soffitte e nelle cantine
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Il signor De Emma aveva avuto una gioventù burrascosa. Travolto, fin dai primi anni nelle fortunose vicende del 1821 aveva visto il padre, antico e
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incorniciata. La rosa delle quattro stagioni dominava dispoticamente, nelle siepi, la turba passeggiera dei tulipani, dei garofani e delle anemomi; le
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trovano nelle sabbie dei tropici - brava gente che certo faceva le meraviglie di veder quel letto vestito a nuovo e me beatamente distesovi sopra. Non era
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quella tensione di epidermide che appariva ancor più evidentemente nelle palpebre, ti sarebbero schizzati in faccia. I due così mi vennero incontro, la
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con mio inenarrabile danno. Non vi conterò quanto mi era capitato la prima volta; fu una tragedia che si svolse nelle tenebre di un granaio, fra due
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Cornalina, gitta sprazzi al sole per trame delle iridi cangianti. Si butta nei precipizii, si nasconde fra i cespugli, scompare nelle buche del monte, poi
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probabilmente dal profumo della imbandigione che tanto tardava a cadere nelle sue mani, esclamò: - Signor Prosdocimo, in nome di Dio! ci vuol tanto
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illuminato e i riflessi cadevano sulle casupole della piazzetta. La sera era buia: nelle tenebre fitte del villaggio, nessun altro lume che quello della
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sudore, tornò a sedere, si nascose la testa nelle mani, e continuò: - La mia Gina a quindici anni era la più bella ragazza del paese, e la più buona. Tu
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far dei pertugi nelle pareti; portava due baffi grigi anch'essi, folti e corti, e un pizzo quasi bianco del tutto, lunghissimo e aguzzo come un'ala di
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nelle spalle: diamine, era facile indovinarlo. - E che avete risposto? chiesi. - Nulla; sono uscito di là che mi girava la testa. Però dicano quel che
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. L'animo ha i suoi abissi come lo Strona che a quel punto si profonda nelle viscere del monte per riapparire più giù, passa anch'esso per delle gallerie
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detto, va via, e con una voce che mi ha fatto gelare il sangue nelle vene. E sì che le mie erano buone intenzioni; volevo strapparlo da quella scena
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. Nessuno aveva tentato di trattenerlo. Tutto il paese era per lui: si sapeva bene, s'egli aveva menato era che gli avevano fatto il solletico nelle mani
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sempre. Sua moglie era una donna piccina e grassotta, di un biondo cinereo, con una pelle la cui floscidità appariva più che mai nelle palpebre, le quali
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minuti nelle sue senza far motto. - Figliuolo, mi disse poi, ho pensato alle idee ieri manifestate dal dottore .... e, posso errare, ma quello mi pare
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profumo d'incenso diffuso, misto a quell'odore senza nome che emana dalla umidità delle pareti nelle case poco abitate. La vecchierella che precedeva
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così poco zelante nel procacciare proseliti alla chiesa militante. Nelle circostanze presenti io credo ch'essa abbia d'uopo piuttosto di soldati
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semispento. Un grosso moscone volava su e giù, ronzando affannosamente e dando ad ogni tratto del capo nelle casseruole appese ai muri. Non vedevo nessuno
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. Nelle sublimi puerilità del rito, nelle premure quasi femminili per il suo altare, era poeta ed artista e però anche fanciullo. Sceglieva le rose egli
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tentativo funesto condotto in una casupola del sobborgo qui di Zugliano e vi ritrovai Rosilde. Ella s'era posta nelle mani di un'empirica per troncare le
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sangue rifluiva nelle venuzze azzurre della fronte, le tempia pulsavano sotto l'impeto della passione, le pupille inquiete gittavano un'occhiata paurosa