MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
AD ANTONIO GALATEO AMICO MIO, Quando Emilio Praga ci leggeva la prima parte di queste sfortunate MEMORIE DEL PRESBITERIO, e ci offriva di collaborare
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gaie, si ricordano ancora del mio vecchio professore e dei mio vecchio curato - due scheletri, adesso, amendue. Semplici memorie; è la giusta parola
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, dopo avermi salutato. La sua voce era debole, ma lo sguardo lampeggiava. Aveva in mano la bibbia e ne cadevano rose. - Stammi attento, amico mio, mio
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! bisogna che parli! il mio segreto mi bruccia nella strozza! Mi ascolti pazientemente, signorino, e tu, Baccio, stammi a sentire anche tu. Si asciugò il
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io, sapreste indicarmi l'osteria? Si volse e la prima cosa che osservò fu - indovinate che cosa? - il mio bastone. - Oh! che magnifico corno! ma
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sarei venuto spesso a trovarlo e che in ogni mio bisogno avrei ricorso a lui. E diffatti tutte le volte che ha potuto in qualche modo aiutarmi egli l'ha
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Una scampanellata che venia dalla camera di Don Luigi interruppe il racconto terribile del povero vedovo. - Dio mio, sclamò, come destandosi a sua
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e in quel grave ufficio il mio Attilio, l'allegro amicone di tre anni prima, il mio complice in versificazione ed altre capestrerie? - Che, domandai
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fin quasi alla metà della scalinata, le cantilene sacerdotali. Al mio giungere, tutti quei visi abbronzati, tutte quelle nuche piatte e arruffate
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ne traevo delle considerazioni poco benigne per l'indipendenza e la dignità della razza umana. quando una mano sottile s'insinuò sotto il mio braccio
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, le caldaie, i filtri, i setacci, le ventole e tutti gli altri utensili che abbellivano il porticato e la farmacia dell'onorevole mio collaboratore
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non la desidero, io non voglio più nulla da lui ..... foss'egli mio padre non voglio più vederlo; egli m'inspira odio, - ed io non vorrei che
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avanzata, quando, durante una meditata pausa del mio novelliere, ci giunse attraverso il giardino il suono ben distinto del passo di una cavalcatura
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tovagliolo bianchissimo, le ova ed il pane accanto a una bottiglia di vino. Il curato, cui non avevo ancora avuto modo di rivolgere il mio discorso tranne
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siete! Sopratutto si compiaceva di sentirmi a raccontare dei miei viaggi. Io ho cominciato di buon'ora a girellar per il mondo a mio talento: a quel
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altri uomini; la mamma era da parecchi anni sempre ammalata, io avevo il mio da fare per assisterla e sbrigare le faccende di casa: mia sorella era una
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. La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello
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al mio fianco; e ancora, fra un boccone e l'altro, scappava via a dare una occhiatinina (egli aveva il gusto dei diminutivi) ai fornelli. A volte, era
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prenderò le mie rivincitine ... le elezioni riusciranno a modo mio: sono quattro anni che lavoro per questo ... - Ve lo auguro, dissi io con un'aria
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Ciappelletto mi ripugna. La sua modestia era tanto sincera e tanto viva che non ardii combatterla, tacqui. Don Luigi si alzò, passò il braccio sotto il mio e mi
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bagaglio e poichè le fui giunto vicino, alzò con ingenua famigliarità la lucernetta fino all'altezza del mio naso; allora vidi due occhietti lucidi e
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alle cose di questo mondo. Tutti facevano capannello in un angolo, daccanto alla finestra per cui io avea spiato un momento prima; ma al mio giungere don
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alla luna, che in quel momento era venuta a far capolino, ed a un mio talento ginnastico se non mi ruppi il collo, io che sette anni non li avevo
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per udire, non cessa un istante di vegliare au salut de l'empire come diceva mio padre di buona memoria, cantarellando vicino al fuoco. Scrissi quindi
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suscettibile. È certo che il buon curato gli aveva parlato sul conto mio a quattrocchi con quella strana benevolenza, non so come meritata da me fino
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A questo passo il mio amico ed io ci guardammo l'un l'altro ad un tempo e un sentimento di incredulità e di sorpresa dovette trasparire dai muti
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s'affaccia al primo mio giungere in Sulzena ed ora, alla vigilia della partenza, non potevo allontanarla dalla mente. Avvicinandomi al presbiterio incontro
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eravamo in domenica; epperò mi credetti in dovere di affrettare la mia modesta toeletta per dar saggio del mio rispetto ai doveri dell'ospitalità, col
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? parlatemi come a un vecchio amico, mio caro, giacchè voi siete già tale per me ... - Preoccupato, risposi, oh! no, davvero! È questa lieta novità di
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monile di brillanti e porgendolo al barcaiuolo: - Prendi, spetta a te; io l'avevo portato per chi avesse ripescato il mio cadavere. Tu mi hai servita