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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

679326
Praga, Emilio 28 occorrenze
  • 1881
  • F. CASANOVA. LIBRAIO - EDITORE
  • prosa letteraria
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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

appena alla metà. Il Pungolo dovendo finalmente pubblicarlo, il Direttore Leone Fortis, amico di Praga e mio, propose a me di finirlo. Non potei dirgli

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trionfante della madre di cui vi prendete nelle braccia e accarezzate, ammirando, il bambino; per poco ella si ristà dal fare altrettanto con voi. Per me, se

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frettoloso ed impaziente alla meta. Non avevo più meco la cassetta dei colori; da molto tempo non guardavo più intorno a me, ma frugavo dentro di me, nel cuore

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che dal crepito della lampada ad olio. Ma Beppe si alzò di repente, e, piantatosi fra me e il campanaro, prese un atteggiamento che ci fece paura; un

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sindaco, mi disse, e si accommiatò. I due fanciulli ci avevano seguiti ed entrarono nella camera con me. Il povero vedovo sedeva presso il capezzale

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troppo toccò a me il tristo ufficio di richiamarla alla triste realtà. Un giorno ch'io mi recavo al Fontanile la incontrai per istrada: dapprima parve

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suscettibile. È certo che il buon curato gli aveva parlato sul conto mio a quattrocchi con quella strana benevolenza, non so come meritata da me fino

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questo era il papà di tutti i camosci! E senza complimenti, me lo prese dalle mani, a si diè a contemplare l'alpestre ornamento del mio muto compagno di

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barattoli e me ne tornai difilato a casa. Don Luigi non era rientrato. Baccio mi disse misteriosamente: - Il sor curato è salito alla Carbonaia, ciò vuol dire

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Uscito nella via mi fermai per accendere il sigaro: e, senza volerlo, intesi che il sindaco parlava di me chiamandomi «lo scarabocchino». Non era

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un pollo arrosto fu così lunga, che il prete che sedeva in faccia a me fra il curato e l'organista nell'imbarazzo, perdette la pazienza, e, riscaldato

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altri. Me le lavo io, le mani, quando esco dalla bottega ..... - Ma non mi prometteste di venir a pranzo domani? - Questo è un altro paio di maniche, e

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, dopo vespero, ce ne insegnava qualcuno. «Con me era fatica buttata; non ho mai saputo ballar bene una monferrina; poi non mi piaceva. Ma la Rosilde

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fannulloni come me, ed io ebbi, finchè rimasi al Presbiterio, cara la sua compagnia come quella di carissimo amico. Lo seguivo volontieri per qualche centinaio

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Erano le riflessioni ch'io facevo fra me tornando dalla Testa Grigia dove avevo voluto arrampicarmi un'ultima volta. E la conclusione fu ch'io avrei

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nella sua simpatica botteguccia. - Eccolo; è lui! - Parlagli, il papà è uscito. - Non ho coraggio ... - Vuoi che parli io? - Sei matta? Tocca a me! - E

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contro il muro quella montagna di carne rorida di sudore, lo tirai a me violentemente. Il capo del prete ricadde sul cuscino sottoposto e continuò via

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premura verso di me. - Ho bisogno di parlarvi, disse Aminta. - Oh bravo, soggiunse Mansueta, gli dia lei un buon consiglio a questo povero ragazzo. Io

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porta, il campanaro s'accorse della mia presenza, e, allargandosi a furia di gomiti la via, in un istante mi fu vicino. - Venga con me, mi disse, le ho

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tanto per procurarmi una emozione quanto per interesse tuo, darti spasso di me. A noi due, la partita è doppia, e vedremo chi sarà il più furbo

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in cerca dei ritardatori. Il sindaco aspettava sempre. Contemplavo da più d'un quarto d'ora quello spettacolo, novo per me, di rustico assolutismo e

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, penetrato nel corridoio e fatto un sorriso alla vecchierella che ci aveva aperto, disse a me: - Resti servito! La prima senzazione che provai, fu di un

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riconoscente a Baccio ed alla mia buona stella di avermi condotto in questa casa. Ah! la gioventù e la poesia non sono per me tutto riso e splendore

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convenzionali avute dall'educazione, che qualche volta arrossivo di questa mia innocente curiosità. Me ne vergognavo come di una profanazione. Don Luigi

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interrotto nelle mie rapide osservazioni dalla buona Mansueta che, viste schiuse le imposte, si era affrettata a prepararmi il caffè e me lo porgeva

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giorni di seguito, come me ... bontà di Dio! ... a Milano! I palazzi, i teatri, gli equipaggi ... il corso ... il caffè, e ... come lo chiamano il

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passerà da Zugliano; favorisca in casa mia; mi lusingo di riuscire a convincerla. E rivolto a me: - Venite anche voi; potrete confermare buona parte

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impossessandosi di me, ma dolce, quasi voluttuosa, come quella che conduce alle lagrime, di cui parla Virgilio - quaedam flere voluptas E forse le lagrime

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