MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
. L'animo ha i suoi abissi come lo Strona che a quel punto si profonda nelle viscere del monte per riapparire più giù, passa anch'esso per delle gallerie
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. Aveva fatto una splendida giornata, di quelle limpide che reca il vento dalla montagna. L'aria, fredduccia, ma in compenso tersa, trasparente, quasi
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affetto che Emilio solo possedeva. L'intreccio poi era una disperazione, una matassa arruffata donde non usciva alcun filo buono. Fu allora ch'io ti
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buon Beppe. La tua sciagura è terribile, la capisco e l'ammiro. L'ammiro perchè quella tua povera Gina, morendo, ti ha fatto migliore. Guarda un po
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rimesso a sedere, diè un balzo, e: - Maledettissimo, disse, quando volete fare di queste cannonate, almeno avvisatemi prima. L'organista volse il capo, e
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mangiano mica le insegne delle osterie, nè vi dormono sopra. - L'importante è che trovino un desco ed un letto; ciò che si trova dal signor curato per
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sono .... mormorò il farmacista. E ghignava sotto i baffetti. Due commensali non apersero bocca, L'uno era don Sebastiano, il vice-curato, l'ombra di
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dover tutto a sè stesso. L'orgoglio a volte, è la più nobile e la più feconda delle virtù. L'anno in cui era stato avvolto nel movimento rivoluzionario
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L'indomani Don Luigi uscì subito dopo il desinare, - e più tardi lo aspettai invano al solito ritrovo. Non mi sentivo di vena a lavorare; dopo aver
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sale il Calvario, il soffrire è per lei l'unica salvezza. L'antica filosofia ellenica si è affaticata dietro il veli o d'oro della felicità mondana
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di chi intende d'essere creduto - e noi due chinammo assenzienti la fronte. Il dottore ripigliò: - Il suo era l'amore meno l'egoismo - L'idillio
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un nome sonoro abbondante in vocali, e che sia dolce alle labbra dell'uomo». L'egual consiglio si sarebbe potuto dare a quei filologhi dabbene che
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ricondussero la nostra barca. L'avevano trovata fitta capovolta in un banco di sabbia. «La disgrazia oramai era certa. «Diffatti seppimo quella stessa sera
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autorità del paese, che non degnava rispondere. Ne contai una diecina. Seguì un certo intervallo. L'inserviente, come fido scudiere, pendeva dai cenni del
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fatica a indurlo a scendere dopo il desinare col dottore a Zugliano. L'infelice baciò le sue creature senza far parola, senza spargere una lagrima e s
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dolce fiore di Venere non crebbe mai con tanta dovizia intorno ai templi di Lesbo. L'emblema della virginità, le rose bianche, nascondevano
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sagrificar la tua salute eterna per il bene degli eredi? Posta così la quistione - l'egoismo l'aveva sciolta subito. - L'avaro era diventato prodigo per
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aveva messo a parte la collerica eloquenza del sindaco destava in modo sommo la mia curiosità. L'aspetto da energumeno del nemico del vecchio curato, il
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procedura. L'impreveduta confidenza mi aveva tanto sbalordito che non potei profferire parola. Seguii come trasognato il mio amico fino alla stalla
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pioggia che prevenivano così quelle dell'acqua benedetta. L'uomo, ad ogni nuovo scrollo, usciva in una bestemmia. M'accorsi allora delle campane che
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distesa attraverso la camera. L'eccessiva stanchezza, gli avvenimenti impreveduti danno - coll'aiuto di una materassa di piume, - di così fatte
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scheggiato in fondo allo speco dalla cascata. L'acqua lascia in disparte alcune tese di terreno coperto di muschio fitto e finissimo. Appena l'occhio si fu
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dottore. L'ho tanto loro raccomandato che faranno tutto il possibile. - E pensare, soggiunse, che noi ci diamo tante brighe per la sicurezza di quel