MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
, ci rivedremo stasera. Non se lo fece dire due volte. - A stasera, ripetè, dandomi cordialmente la mano; e svoltò per un viottolo. Ma era stabilito dal
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dormire sotto il tetto di un prete; quella di dovergli restare debitore di un servigio mi fece cavar dalle tasche la carta geografica e andarvi in
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. Si fece silenzio. Tramontava il sole, e pensavo a mia madre; due tra le infinite cose da cui germina la umana tristezza. Essa veniva lentamente
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dei maltrattamenti avuti dal De Boni, fece il mestiere a meraviglia; - custodiva rigorosamente il suo padrone e lo picchiava un poco ogni giorno. La
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false o men rette convinzioni acquistate con tanta perseveranza in Italia. Chiamò la fatica a duello, e fece e si mantenne la promessa di lavorare
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passata di nuovo lassù, si sarebbe letto un via invece di leggere un viva. Ciò mi fece pensare alla parete d'un seminario, su quelle stesse montagne, dove
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benedizione. Il sacrestano mi fece la sua confidenza agitando il turibolo a ravvivarne le brace. Il barlume del crepuscolo cadeva dall'alte e strette
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che dal crepito della lampada ad olio. Ma Beppe si alzò di repente, e, piantatosi fra me e il campanaro, prese un atteggiamento che ci fece paura; un
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Bazzetta che entrava dal cancello. Vedendomi, parve turbarsi un po', e, toccato il largo cappello di feltro, fece per tornare sui proprii passi. Ma era
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speranza indefinita. Mangiò pochissimo e non bevette che acqua, ciò che non fece, per esempio, Don Gaudenzio. Si era appena finito, e i commensali stavano
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trambusto nel presbiterio mi fece tornare sui miei passi. Era come se molte persone andassero e venissero parlando tutti in una volta a voce concitata e
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, seguii la fantesca. Ella mi fece salire una piccola scala dai gradini larghi e lisci, e mi trovai davanti a un letticciuolo pulito, fiancheggiato da
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fece innanzi e regalò a mia sorella un pugno di monete d'argento. «Da quel giorno in poi il marchese tutte le volte che capitava in paese non mancava
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Beppe. Il dibattimento si fece due mesi dopo alle Assise di Novara, ed io assisteva. Beppe fu assolto. Quando lo rilasciarono in libertà, gli andai
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l'avevano soccorso, di sollevarlo nel pagliericcio; e lo fece recare a casa. Ci andai anch'io. Bisognò picchiare un quarto d'ora di seguito perchè la
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, che io mi sappia, fortunatissimo popolo d'artisti, fece della gioia un sentimento sacro, - fu il Greco, che inghirlandava di rose e di verbene le
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entrato, che non si fece il segno della croce, non piegò il ginocchio, ma si addossò alla parete e vi restò ritto come una statua. Soltanto che uno scrollo
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di sentire anche il dottor De Emma. Chiarite così le cose, la vita al Presbiterio si fece più intima e confidente. Io, come intermediario, partecipavo