MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans.
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l'incomoda scaletta di legno. Appena entrammo nella camera, prima ancora ch'egli avesse aperto bocca, il signor De Boni, a cui l'inserviente aveva
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Il signor De Emma aveva avuto una gioventù burrascosa. Travolto, fin dai primi anni nelle fortunose vicende del 1821 aveva visto il padre, antico e
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. La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello
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consolava a vicenda, e si parlava de' nostri poveri morti. «Ma pur troppo la nostra quiete non durò a lungo. «La professione di Rosilde non è fatta per star
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che quello era un gran cuore, e che il suo era un errore sublime. Il signor De Emma pronunziò queste parole con forza e ci guardava colla sicurezza
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Baccio che mi passa accanto frettoloso senza vedermi. Entrando nel cortiletto mi sgomenta un po' il trovarvi il cavallo del dottor De Emma. Fosse malato
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Si chiamava Angelo De Boni. La sua famiglia, oriunda di Zugliano, il capo-luogo del circondario, era un tempo fra le più agiate di quelle valli
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intenerito: - Tu non tornerai più dal De Boni. È la Provvidenza che mi ti manda; ch'ella sia benedetta, poichè si è degnata di soccorrere la mia debolezza
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Dopo agitatissimi sogni, fui risvegliato dal signor De Emma, o, - per essere più veritiero, - dai ferri aguzzi del suo ronzino, i quali, così, tra la
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giravano per il capo come le aste di un arcolaio; pensavo a Rosilde, al dottor De Emma; costui mi stizziva; mi pentivo di avergli accordata la mia
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lume su per la scaletta: - Sono i coloni del signor De Boni che portano a casa Bazzetta, ubbriaco fradicio. E con questo bel corollario di quella bella
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suo padrone. Il signor De Boni battendo il piede con impazienza, gli disse imperioso: - Orsù va a sollecitare que' poltroni. E il cursore a galoppare
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madre era la sorella di Mansueta .... e il signor de Emma .... - Zitta! sclamò Ermenegilda, additando l'impennata della farmacia. Bazzetta riapparve
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, noi due eravamo alla Cascata, capitò il dottore De Emma. Era stato a casa, non ci aveva trovati ed era venuto a raggiungerci. Sedette sotto i noci e
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fu quello delle mie nozze con Gina? Sono passati undici anni. Il mio testimonio era quel galantuomo del signor De Emma. Come scampanavi di gusto, buon
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aguzzino. Egli continuò: - Qualche giorno dopo, la zia cominciò a parlarmi di andare col signor De Boni. Aggiunse per ispiegazione che egli era parente del
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voluto profanare colla curiosità inopportuna i miei cari ricordi, mi levava l'appetito. Passai la sera a Zugliano, dove il dottor De Emma mi fe
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lunghi di marmo bianco, levigatissimo. Un muricciuolo girava tutto all'intorno; in esso erano praticati de' sedili, e vi pioveva ombrie profonde una fila
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che il suono de' miei passi e di quelli del campanaro che mi seguiva zoppicando. L'idea del sindaco pareva averlo messo di cattivo umore; giacchè la