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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

679356
Praga, Emilio 28 occorrenze
  • 1881
  • F. CASANOVA. LIBRAIO - EDITORE
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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molto interessante. E tal sembrerebbe così anche ai miei lettori, se potessi ripeterlo com'egli lo espose. Ma sono costretto a riassumere alla meglio

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aveva acquistato la proprietà del racconto, lo prometteva ai suoi lettori; il Praga a lunghi intervalli lo ripigliava, aggiungeva alcune pagine nelle

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; botteghe, che in un'ora di esame non arrivereste a indovinare che cosa vendano, se non esistessero al disopra e ai lati certi orrori di ortografia scritti

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pali, erravano in tutte le direzioni, qui formando delle vie coperte sotto cui intravedevo panche e tavole di pietra scura, là abbarbicandosi ai muri che

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meno adamitico, che aveva veduto, al primo entrare, sotto la cuffia di Mansueta. Il curato poteva contare sessantacinque ai settanta anni; ma la tarda

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chiesa, non sarebbe sembrato certamente un derogare ai propri principii religiosi e alla umana dignità. Tanto più con quell'appetito e con quella

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ripetere le orazioni ai bimbi di Beppe: le loro vocine mimmose, assonnate smozzicavano le frasi della preghiera. V'era in questa umile scena qualcosa di

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cupa tristezza. Il profilo del villaggio si disegnava debolmente sul fondo bianchiccio del monte: ai due capi opposti il presbiterio e la casa del

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veglia e il sonno, mi somigliarono ai colpi di un martello che mi battesse sulla nuca. I galli, sparsi qua e là nelle soffitte e nelle cantine

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data alla sua bestia da Baccio, andò ai fornelli, ne tolse di sotto una fascina, la gettò sul fuoco e, voltogli il dorso, e spalancate le gambe, prese

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stasera. Preparagli la camera degli scalpellini; ai marmocchi ci pensi Mansueta. Questo signore ti aiuterà a persuaderlo. Baccio, colla intuizione

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ermeticamente, e gli occhi spalancati oltre ogni umana possibilità. Tremava dalla testa ai piedi. Beppe dilaniava un tovagliolo con dita convulse, e, senza

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qualcosa da insegnare ai sessanta! Però quel candore che con tanta sollecitudine si faceva incontro alle mie tristi rivelazioni doveva celare un mistero. E

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permettono di spiare non visti tutti i sentieri che scendono dal monte e salgono dalla valle. La dimora che ha servito ai carbonai è deserta da molti anni

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di circostanza, il volume a margini sterminati, ultimo portato della speculazione libraria, li cercherete invano sotto ai vetri puliti di quegli

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quindici anni convegno ai sogni della sua gioventù; e si abbandonava alle vaghe carezze della fantasia. La fantasia fu la galeotta. Egli non seppe mai bene

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mio dovere. Non ho mica paura dei preti! Eh, eh, mio padre, come mi vedete, ai tempi di Napoleone, in Ispagna ne ha strozzato mezza dozzina. - Per

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nuovo ed ardito lo aveva fino dall'adolescenza portato quasi all'adorazione degli autori romantici, allora sconosciuti ai più, da molti rinnegati

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al mio fianco; e ancora, fra un boccone e l'altro, scappava via a dare una occhiatinina (egli aveva il gusto dei diminutivi) ai fornelli. A volte, era

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drappo nero, ai lati del quale scorgevansi delle figure dipinte circondate da fregi ricamati in oro. sbiadito. Non una corona, non un fiore su quel povero

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speranze e le sue promesse sono oltre il limite funesto della tomba. - Seguace d'un Dio che non ha potuto sottrarsi ai patimenti, la umanità cristiana

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davanti a sè, d'improvviso, a un punto inconcludente del discorso che gli era fatto, si animavano e venivano a squadrar stranamente dal capo ai piedi il

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' cortese accoglienza, - e mi parlò lungamente di Don Luigi, e riparò un poco colle sue affettuose parole ai disappunti della giornata. E Aminta? L'estate

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anche ai torrenti per trasformarli, se Dio vuole, inquieti rigagnoli, in pingui ed onesti canali. Dimentico dei suoi doveri, del grande scopo della

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; mettemmo i cavalli al galoppo. A qualche miglia da Sulzena passammo innanzi ai carabinieri che menavano il Beppe. Lo chiamai per nome. Non intese

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penzolavano ai fianchi del magro ronzino quasi fino a terra. Era vestito con una certa pretesa cittadina mediocremente giustificata, ed aveva le tasche

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semispento. Un grosso moscone volava su e giù, ronzando affannosamente e dando ad ogni tratto del capo nelle casseruole appese ai muri. Non vedevo nessuno

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in casa non la trovai più e m'accorsi ch'ella aveva portato con sè alcune delle sue vesti. «Ne chiesi ai vicini se nessuno l'aveva veduta: ma dopo

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