Lo stralisco
1. La galea scivolava sulla lucente via del mare. Il sole acerbo ne tingeva di rosa la prua, il fianco sinistro e la vela quadrata, gonfia di
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1. Nell'anno 1456, oltre a innumerevoli eventi che, seppure poco contassero, non lasciarono il mondo tale e quale (giacché non solo non cade foglia
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Einaudi Tascabili. Letteratura 303 Dello stesso autore nel catalogo Einaudi Tre d'amore La rosa di Brod Roberto Piumini Lo stralisco Il ritratto
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cena solitaria ma lussuosa, aveva solamente assaggiato. Sul grande freschissimo letto, da cui ascoltava lontane civette, fruscii d'onde, muoveva il
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10. L'uomo vestito di nero, di cui Gentile mai seppe il nome e mai ascoltò la voce, lo prelevò prima della mezzanotte del terzo giorno, dopo che, al
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11. Per quella notte, Gentile non fece che guardare e riflettere, senza preoccuparsi di cosa pensasse il guardiano della sua inattività: ma l'uomo in
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12. Come, al mattino, aveva soltanto schizzato il ritratto di Maometto, cosí nella seconda notte Gentile non tracciò che i primi segni di quello di
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orientale al centro della stanza piú grande, verso l'ampia apertura verso la loggia, e il vento continuo dello stretto le agitava attorno la veste gialla come
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, invece, soffriva di quella zona di nulla, macchia di vuoto dolente. Alla fine di una delle brevi pose mattutine, avvicinandosi al Sultano con il pretesto
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4. Nei giorni seguenti Sakumat e Madurer stettero molto insieme, giocando e parlando. — Che cosa dipingerai, Sakumat? — chiedeva il bambino. — Non lo
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. In faticosi sussulti, che lentamente si fecero meno ampi e dolenti, si addormentò. Sognò terribilmente. Era il Sultano: non Maometto Secondo ma un
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una chiave dalla cintura ed aprì. Entrarono, e il cancello fu richiuso. Passarono una serie di chiostri muti e deserti, uno stretto corridoio a cielo
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17. All'arrivo dell'uomo vestito di nero, disse il pittore: — Andiamo per l'ultima volta. Mancano solamente pochi ritocchi. Avverti il tuo signore
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pittore veneziano è stato chiamato al Palazzo per ritrarre il Sultano... — Tu sei quel pittore, — lei disse, quieta. — Ma altra è la risposta che voglio
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, chino e silenzioso, oltre la soglia. Fermandosi a quattro passi dal giaciglio dove Amilah sedeva, Maometto si fermò. Guardò lei, poi il pittore, poi
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20. Maometto Secondo parlò, ritirando lentamente la mano che lei, dopo il bacio, aveva trattenuto. — Amica stupenda, — disse, — benché io stia per
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, divisa, ferita da varie disunioni, e nonostante sforzi dolorosi il pittore non riusciva a comporne interamente la figura. Il ritratto di Maometto Secondo
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tagliare in linea breve il mare, lontano dalle confuse correnti insulari. Cielo burrascoso, mare scaglioso d'onde, volato da spruzzi gelidi, vento teso
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la fatica delle gambe e il calore dell'aria, poiché era una fine d'aprile che sembrava portare a giugno piú che a maggio, si divertivano a ricordare le
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4. Lavorò Filippo, con l'aiuto di fra Diamante, a molte opere in Prato, ma non quella del monastero di Santa Margherita, il perché lo vedremo: e
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5. La badessa di Santa Margherita, il mattino dopo, si trovò davanti il pittore, venuto finalmente ad eseguire i lavori promessi, secondo quanto
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chiesa. Solo piccoli spostamenti del capo su e giú accompagnavano i passaggi della preghiera. La luce del pomeriggio maturo, attraverso il rosone
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mangiamo biada in diverse stalle. La badessa non notò il tono allegramente risentito. — Grande famiglia, grandi averi, — continuò. — Sicché suor Marta
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8. Presa da un batticuore di altri tempi, davanti alla badessa, suor Marta tratteneva e copriva l'emozione, pausava il respiro, nascondeva la
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9. — Filippo, la tua salute è buona? — chiese fra Diamante. Erano al fresco del monte, fuori Prato, a respirare l'aria fresca con cui il bosco fitto
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quattro passi dall'ingresso, sedeva suor Marta, con il volto abbassato e le mani posate, una accanto all'altra, sulla veste bruna. A sinistra, un poco piú
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provvedevano a quel lavoro, il burban fece chiamare il pittore, e cosí parlò: — Ti ho chiamato nella mia casa per fare a mio figlio un dono insolito... Ora
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mente come un canto appena imparato: le riascoltava nel pensiero talvolta per il significato, talvolta per il suono, e all'uno o all'altro la riprendeva
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Tre volte, come il gioco voleva, cantò e toccò a velocità crescente la fronte, il naso e i denti con la punta del dito, sorridendo.
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13 Filippo, insoddisfatto, guardava il dipinto continuamente, socchiudendo gli occhi, ricordando il volto di Lucrezia, ritoccando, guardando ancora
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p. 1 Lo stralisco 73 Il ritratto segreto 149 Filippo a Prato Stampato nel giugno 1995 per conto della Casa editrice Einaudi dalla Fantonigrafica
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. Fra stanza e stanza non v'erano tende, ma larghe soglie squadrate: anche da quelle, come dagli angoli di ogni stanza, il burban aveva fatto togliere
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7. Passarono i giorni, e nascevano le montagne. Non soltanto la vallata dove vivevano Insubat e Mutkul, e le pendici su cui il cane zoppo correva
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2. Un giorno bussò alla porta di Sakumat un capoterra grande e grosso, che portava il basso turbante caratteristico delle vallate a nord di Malatya
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8. — I pesci sono infiniti, Sakumat? — Non infiniti, — rispose il pittore, aggiungendo pennellate azzurro-verdi al mare, — ma certo nessuno li può
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Sakumat vicino al letto del figlio. — Gli accade cosí a lunghi intervalli, — disse il burban guardando la faccia del bambino addormentato. - A volte
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10. — Sai, Sakumat, prima avevo pensato di fare il mare anche nella terza stanza, — disse Madurer, descrivendo con la mano una linea orizzontale
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11. Sulle pareti della terza stanza nacque il prato, ed era un prato a primavera. L'erba di un verde fragrante era entusiasta, corta e compatta; i
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accanto al letto, consultandosi ed osservando la sua sofferenza. Anche quando il bambino si riprese, e ricominciarono i lunghi e quieti riposi diurni, i
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13. Col pretesto di dare notizie sulla costruzione delle nuove stanze, il burban aumentò le visite a Madurer. — I lavori vanno bene, figlio. Fra poco
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14. — Dove va la nave, Sakumat? — chiese Madurer con voce fioca. Ormai passava gran parte della giornata sui cuscini, a guardare il lavoro del
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15. — Padre, vedi? Il prato si addormenta, — disse Madurer. Erano trascorsi nove mesi dalla crisi decisiva. Ora il bambino giaceva nella terza stanza
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16. Quando Madurer fu morto, e la casa e il villaggio ebbero pianto per molti giorni, il burban chiamò Sakumat. — Ora sei mio fratello, — disse, — la
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2. Passò la limpida costa d'Arcadia, il fischiante stretto di Cerigo: poi, con la prua ormai a Nord, la gran luce di Zea e del Capo d'Oro. A Sciro il
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i suoi lineamenti erano quelli di un bambino di nove anni. Tuttavia niente in lui era incompleto o gracile: il volto era limpido e grazioso, gli
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3. — Miei cari, — disse il Doge, quando i due fratelli furono seduti sugli scranni coperti di velluto, davanti a quello piú alto di lui. — Come
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; sottili ornamenti d'oro lungo il bordo, e per polena una testa di cavallo di metallo lavorato, con la criniera di argento massiccio. Come tutte le navi dei
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6. Il salone era immenso, e immensamente bello. Per tutti i dieci metri della loro altezza, le pareti mostravano scalini a intervalli di trenta
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veneziano. Stanco per la cerimonia, il pittore si aggirava nelle quattro stanze, osservando i preziosi vasi di ceramica dipinta, i tappeti, i cuscini, le
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Maometto. — Questo è vero, sebbene diversamente da come tu credi... Il motivo che oggi è stato proclamato, e per il quale la Signoria di Venezia, con
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