Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Lo stralisco

208562
Piumini, Roberto 50 occorrenze
  • 1995
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Lo stralisco

1. Nell'anno 1456, oltre a innumerevoli eventi che, seppure poco contassero, non lasciarono il mondo tale e quale (giacché non solo non cade foglia

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1. La galea scivolava sulla lucente via del mare. Il sole acerbo ne tingeva di rosa la prua, il fianco sinistro e la vela quadrata, gonfia di

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dipingeva stupendi paesaggi e altri ne inventava, disponendo forme e colori come avrebbe fatto, se fossero stati veri, un buon creatore. Molti ricchi

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10. L'uomo vestito di nero, di cui Gentile mai seppe il nome e mai ascoltò la voce, lo prelevò prima della mezzanotte del terzo giorno, dopo che, al

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11. Per quella notte, Gentile non fece che guardare e riflettere, senza preoccuparsi di cosa pensasse il guardiano della sua inattività: ma l'uomo in

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orientale al centro della stanza piú grande, verso l'ampia apertura verso la loggia, e il vento continuo dello stretto le agitava attorno la veste gialla come

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14. Passarono giorni e notti. I ritratti crescevano, in forma e colore: lentamente quello di Maometto, cesellato al mattutino; lentamente quello

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4. Nei giorni seguenti Sakumat e Madurer stettero molto insieme, giocando e parlando. — Che cosa dipingerai, Sakumat? — chiedeva il bambino. — Non lo

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, e si stese a dormire con un respiro simile al rantolo. Smaniò per qualche minuto, sudando, cercando aria e frescura. Nel buio si tolse ogni indumento

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16. L'uomo vestito di nero venne a prenderlo a mattina inoltrata. Come sempre lo salutò con silenziosa sobrietà, e lo invitò a seguirlo per i

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dei pennelli e dei colori, Gentile percorse per l'ultima volta i corridoi ornati e il passaggio segreto verso la stanza di Amilah. In realtà, egli non

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la bella per non perderne l'immagine nella prossima morte; in cui, nell'immobilità della vasta camera, dei due uomini, di, ogni tenda e foglia, quella

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farti sanguinare l'anima, è necessario che dica la verità. Se non la dicessi, come una donnola prigioniera in una gabbia di carne, come un cuore

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21. Gentile non rivide piú Amilah. Anche pensandola, per strana contaminazione, l'immagine del volto e del corpo intero di lei appariva lacerata

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, accompagnarono per due giorni e due notti la navigazione. L'alba del terzo giorno apparve nuziale: luce e spazio, altezza e profondità, colori e vento

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2. Come Vasari dice, e Bandello ricopia, quando Filippo fu in noviziato, sotto la disciplina del maestro di grammatica, invece di studiare non faceva

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accanto fra Diamante, stato novizio con lui a San Domenico, e come lui entrato, con assai meno valore, nello studio e nella pratica della pittura. Non

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4. Lavorò Filippo, con l'aiuto di fra Diamante, a molte opere in Prato, ma non quella del monastero di Santa Margherita, il perché lo vedremo: e

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annunciato dalla Madre generale e dal Vescovo parecchi mesi prima. — Sia ringraziato Iddio Onnipotente, frate Filippo, - disse madre Pia, strizzando gli

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6. A Vespro, le ventiquattro tra monache e novizie di Santa Margherita, nelle loro vesti brune, riempivano come immobili statue di legno la piccola

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7. — Suor Marta era, al secolo, Lucrezia Buti: una giovane di spirito intenso. Suo fratello, messer Francesco Buti, è un ricco mercante di Firenze

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8. Presa da un batticuore di altri tempi, davanti alla badessa, suor Marta tratteneva e copriva l'emozione, pausava il respiro, nascondeva la

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9. — Filippo, la tua salute è buona? — chiese fra Diamante. Erano al fresco del monte, fuori Prato, a respirare l'aria fresca con cui il bosco fitto

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10. La chiara stanzetta riceveva dalla soglia, e in parte minore dalla finestrella, la luce del chiostro fiorito. Su uno sgabello al centro, a

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5. Tutti gli spigoli furono tolti: le pareti si stendevano attorno a Madurer e Sakumat come uno spazio morbido e ininterrotto. Mentre i servi

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11. Alla fine della mattinata, suor Caterina aveva imparato che la pittura è molto piú complicata a dire che a fare, mentre Lucrezia Buti aveva

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Tre volte, come il gioco voleva, cantò e toccò a velocità crescente la fronte, il naso e i denti con la punta del dito, sorridendo.

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Le mani, svelte salendo al capo, incontrarono la stoffa tesa e liscia del velo. Le abbassò, e tacque. Portò ancora lo sguardo alla collina, poi più

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la vedeva: confidava che lo sguardo avrebbe completato le parole, e valso molto di piú. Ma ora non si accontentava di quella speranza: non perché al

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14. Bastò poi un breve messaggio, un appuntamento alle prime ombre, cavalli pronti, una strada per la collina, una casa di contadini amici e discreti

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6. Le stanze di Madurer, chiuse e protette come sappiamo, erano tre, di forma e grandezza quasi uguale. Dalle larghe e alte feritoie schermate da

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7. Passarono i giorni, e nascevano le montagne. Non soltanto la vallata dove vivevano Insubat e Mutkul, e le pendici su cui il cane zoppo correva

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2. Un giorno bussò alla porta di Sakumat un capoterra grande e grosso, che portava il basso turbante caratteristico delle vallate a nord di Malatya

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contare. — Qualcosa che non si può contare, è infinito! — fece Madurer. Ormai il mare era completo. Tutto attorno alla stanza, fino al pavimento

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9. Una notte Madurer si svegliò gridando. Sakumat e Alika lo trovarono sudato, aggrovigliato a se stesso nel letto, in un dormiveglia violento e

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, — perché il mare è grandissimo, e non ce n'è mai abbastanza. Pensavo che ci avremmo messo qualche isola, e altre navi: era un progetto che mi piaceva

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11. Sulle pareti della terza stanza nacque il prato, ed era un prato a primavera. L'erba di un verde fragrante era entusiasta, corta e compatta; i

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tre giorni rimase senza conoscenza, tormentato e consumato dalla febbre violenta. Quattro medici, chiamati d'urgenza dalle città vicine, rimasero

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saranno pronte, e si... — Ti ringrazio, padre. Ma non c'è piú molta fretta. — Perché dici questo? — Perché io e Sakumat abbiamo deciso di lavorare

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si faceva pallido, e respirava con maggiore affanno. — Ricordi quando ti chiesi dove andava il carro di Talya, Madurer? — disse il pittore, — ricordi

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su un letto leggero, piú facile da spostare. Non si alzava più, e il burban veniva spesso a trovarlo durante il giorno. Qualche volta passava accanto

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16. Quando Madurer fu morto, e la casa e il villaggio ebbero pianto per molti giorni, il burban chiamò Sakumat. — Ora sei mio fratello, — disse, — la

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2. Passò la limpida costa d'Arcadia, il fischiante stretto di Cerigo: poi, con la prua ormai a Nord, la gran luce di Zea e del Capo d'Oro. A Sciro il

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3. Madurer era un bambino pallido ma non infelice. Sebbene avesse quasi undici anni, la vita rinchiusa aveva rallentato la fioritura del suo corpo, e

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sarebbe contento, vostro padre Jacopo, a vedervi cosí ben riusciti e onorati! — Son sei anni che è morto, — disse Gentile, abbassando appena la faccia

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4. Naguat Tafi, Signore dell'Isklar Dàgi, accolse Gentile e i cinque cavalieri che lo accompagnavano nel suo villaggio arroccato di fronte all'isola

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5. Costantinopoli e la sua porta d'acque gli vennero incontro come la scena di un sogno. L'odore mai interrotto di spezie e fiori si addensò, si

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6. Il salone era immenso, e immensamente bello. Per tutti i dieci metri della loro altezza, le pareti mostravano scalini a intervalli di trenta

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7. L'alloggio era completamente rivolto a Nord, verso lo stretto abbagliante, affollato di barche da pesca e da trasporto come un immenso canale

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Maometto. — Questo è vero, sebbene diversamente da come tu credi... Il motivo che oggi è stato proclamato, e per il quale la Signoria di Venezia, con

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