Lo stralisco
1. La galea scivolava sulla lucente via del mare. Il sole acerbo ne tingeva di rosa la prua, il fianco sinistro e la vela quadrata, gonfia di
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: perché i pennelli erano per lui come dita, e in ogni pennellata versava dolcemente una goccia del suo sangue. Quanto ai paesaggi che immaginava, chissà
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serenità: ma si affollavano e premevano confuse. Immagini, parole, sensazioni del viaggio recente, di Costantinopoli, della fastosa cerimonia, della
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10. L'uomo vestito di nero, di cui Gentile mai seppe il nome e mai ascoltò la voce, lo prelevò prima della mezzanotte del terzo giorno, dopo che, al
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non accordò spazio nel pensiero, credette Gentile di aver trovato rimedio alle prime due. Per quanto riguardava la posizione del soggetto, scartata
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movimenti del volto vivo il divenire della sua grazia. Disegnando lentamente, incertamente, nel silenzio notturno, illuminato dai quattro grandi
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13. Tornando dall'harem, in cui quella notte aveva con mano appena piú ferma distribuito attorno al vuoto misterioso del volto di Amilah alcune
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segreto di Amilah, miniato ogni notte. Per l'uno e per l'altro, benché avesse deciso di essere verso la propria arte più severo ed esigente del solito
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corridoi del palazzo, che in parte Gentile conosceva. Arrivati ad un enorme cancello di legno scuro e lucido, che dava su un chiostro, l'uomo in nero tolse
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fatto la prima notte si sdraiò sul fianco a tre passi da lei, e la guardò. Vide che respirava piú velocemente del solito, ed aveva un colore piú
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18. Quell'invito assoluto, mite, riportò Gentile nel terrore. La puntura al collo non si spostava, come un neo doloroso sulla pelle del pittore. La
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ancora lei. Non mostrava sorpresa, né finta né vera. Il pomo nel collo di Gentile, lentamente, si abbassò e sollevò. I suoi occhi non fissarono quelli del
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, raccontando le ragioni del suo desiderio. Poi, al primo raggio di sole, che caricò d'oro e verde il giardino, proprio mentre una coppia di pavoni
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21. Gentile non rivide piú Amilah. Anche pensandola, per strana contaminazione, l'immagine del volto e del corpo intero di lei appariva lacerata
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, accompagnarono per due giorni e due notti la navigazione. L'alba del terzo giorno apparve nuziale: luce e spazio, altezza e profondità, colori e vento
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2. Come Vasari dice, e Bandello ricopia, quando Filippo fu in noviziato, sotto la disciplina del maestro di grammatica, invece di studiare non faceva
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quattro, a seconda non solo della durezza dei muri, o delle pieghe dei manti, ma della cortesia della gente, del sapore del vino e di altre allegrie
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4. Lavorò Filippo, con l'aiuto di fra Diamante, a molte opere in Prato, ma non quella del monastero di Santa Margherita, il perché lo vedremo: e
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altra opera, in città, che la nostra: e arrivandomi notizie della tua bravura, oltre che del tuo lieto spirito, sospiravo come chi ha perduto, prima
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chiesa. Solo piccoli spostamenti del capo su e giú accompagnavano i passaggi della preghiera. La luce del pomeriggio maturo, attraverso il rosone
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preciso bel gusto. Ma questo ha poca importanza, frate Filippo... Confesso che, quando decidemmo di procedere alla scelta del volto, a stento mi trattenni
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d'essere ritratta, sapendo di non potere e dover guardare il risultato, quanto la novità della cosa, dell'impegno, la rottura del regolare ritmo delle
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9. — Filippo, la tua salute è buona? — chiese fra Diamante. Erano al fresco del monte, fuori Prato, a respirare l'aria fresca con cui il bosco fitto
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10. La chiara stanzetta riceveva dalla soglia, e in parte minore dalla finestrella, la luce del chiostro fiorito. Su uno sgabello al centro, a
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faceva pensare: «Costui, nonostante la sua fama, non è che uno sfaccendato che approfitta della mia ospitalità e gioca crudelmente con lo spirito del
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appassionata. Liberando la mente con ostinate ripetizioni di preghiere, sforzandosi di ricacciare memoria e fervore del mattino, riuscí a compiere la metà
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Tre volte, come il gioco voleva, cantò e toccò a velocità crescente la fronte, il naso e i denti con la punta del dito, sorridendo.
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, come facevano le bambine, spostando rapidamente la mano sul volto. E poi, sempre toccandosi, riassunse in una le due parti del gioco:
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Le mani, svelte salendo al capo, incontrarono la stoffa tesa e liscia del velo. Le abbassò, e tacque. Portò ancora lo sguardo alla collina, poi più
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12. All'inizio del secondo giorno, in disparte, suor Caterina disse al pittore: — Frate Filippo, oggi faremo diversamente. — Perché, suor Caterina
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ancora una forza decisiva, una invincibilità. L'idea venne pianamente, liberamente, senza fatica: per una di quelle grazie del pensiero e del desiderio
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giovani del borgo che avessero mostrato interesse o attenzione verso la fuggita, e la badessa a dire con sdegno rispettoso che forti e precise eran le
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garza bianchissima entrava una luce abbondante e uniforme, che riempiva lo spazio come un latte gassoso. L'unico accesso dal resto del palazzo era la
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. — Sei tu Sakumat, il pittore? — E questa è la mia casa, uomo delle montagne. Chi sei? E perché mi cerchi? — Io sono Kumdy, uomo di bastone del burban
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, un'intensa striscia azzurra, a tratti increspata, splendeva sotto il diverso azzurro del cielo. Nuvole gonfie ne coprivano una parte, venendo da lontano
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Sakumat vicino al letto del figlio. — Gli accade cosí a lunghi intervalli, — disse il burban guardando la faccia del bambino addormentato. - A volte
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movimento, raggiungeva una torre non altissima ma decisamente piú elevata di ogni altra costruzione del villaggio, e guardava il volo degli uccelli. Li
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il fiore giallo sulla pergamena. Cosí potrai sbagliare, e non ci sarà danno. Quando i tuoi fiori andranno bene, mi aiuterai a fare quelli del prato
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sulle sensazioni del corpo, si facevano raccontare i suoi sogni. Quando i medici erano presso Madurer, Sakumat si allontanava dal palazzo e compiva i
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stanza. — Che cosa vedi, padre? — chiese Madurer indicando con la mano una parte del paesaggio. — La montagna. E sul fianco, la capanna del pastore Mutkul
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14. — Dove va la nave, Sakumat? — chiese Madurer con voce fioca. Ormai passava gran parte della giornata sui cuscini, a guardare il lavoro del
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al figlio l'intera giornata. Intorno, Sakumat aveva spento lentamente le tinte estive del prato. L'erba rigogliosa aveva mutato colore; i fiori si
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pregiate. Il pittore si inchinò. Aveva la barba ormai quasi del tutto bianca. Gli ultimi mesi passati nella stanza di Madurer gli avevano imbiancato
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2. Passò la limpida costa d'Arcadia, il fischiante stretto di Cerigo: poi, con la prua ormai a Nord, la gran luce di Zea e del Capo d'Oro. A Sciro il
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3. Madurer era un bambino pallido ma non infelice. Sebbene avesse quasi undici anni, la vita rinchiusa aveva rallentato la fioritura del suo corpo, e
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complice ammiccamento sul procedere ampolloso del Doge. — Del resto, fratelli Bellini, — continuò il Reggitore con un movimento delle bianche mani
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complicò, ricevette affluenti di essenze piú grevi, umane ed animali, fumi e sangue: mentre la limpidezza del mare s'avvaporava di luce e la superficie
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durante il giorno, tingendo in sfumature sempre diverse la preziosa fioritura dei disegni. Nel pieno del pomeriggio, mentre avveniva la cerimonia di saluto
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profumato che scivolava nello stretto come una seconda corrente, portando gli odori dell'Asia a mescolarsi con quelli del Mediterraneo. Sulla costa di fronte
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8. Gentile taceva, perché non toccava certamente a lui iniziare la conversazione. — Penserai che io sia qui per parlare del ritratto, - disse
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