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Angelico, nell’affresco del convento di San Marco, con la zappa. È lo stesso modo con cui lo rappresenta Tiziano nel dipinto conservato alla National
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la Vergine, simbolo della “Chiesa” che Cristo lascia sulla terra. Giotto nell’affresco della Cappella degli Scrovegni, a Padova, usa il secondo tipo
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Domenico Beccafumi, nell’affresco dell’Oratorio di San Bernardino, a Siena, porta la scena in primo piano, affollandola completamente; oltre agli
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Angeli in volo. In seguito il tema viene adottato nella pittura in forme diverse; Andrea Mantegna, nell’affresco della Cappella Ovetari, nella Chiesa
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possiamo apprendere dall’affresco di Giotto, nella Cappella degli Scrovegni.
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nell’affresco di Michelangelo nella Cappella Paolina.
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sviluppa con l’intento di rinnovarne l’iconografia, come ad esempio Luca Signorelli nell’affresco della Sagrestia di San Giovanni, nel Santuario della
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Michelangelo nell’affresco della Cappella Paolina dà luogo ad una composizione corale di grande drammaticità, dove l’esasperazione del vuoto centrale
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riferisce ad una scena che comprende diversi momenti del racconto, in una sorta di sequenza temporale, come possiamo apprendere dall’affresco nel coro del
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di Carracci) nell’affresco di Palazzo Verospi, a Roma, usa il secondo. In genere le due iconografie citate hanno come pendant il tema riguardante il
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Annibale Carracci nell’affresco con il Trionfo di Bacco e Arianna di Palazzo Farnese, a Roma, utilizza un’iconografia ancora più complessa (figura 78
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). Figura 79 - CLAUDE LORRAIN, Cefalo e Procri riuniti da Diana, 1645, National Gallery, Londra. Baldassarre Pemzzi nel fregio ad affresco della Sala
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fregio ad affresco della Stanza delle Prospettive alla Farnesina a Roma usa proprio questo tipo di iconografia.
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Annibale Carracci nell’affresco di Palazzo Farnese, a Roma, dipinge Mercurio che discende in volo mentre Paride porge la mano per accogliere il pomo
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in cui, voltandosi, perde per sempre Euridice; infine il drammatico epilogo con la morte inflittagli dalle baccanti. Giulio Romano nell’affresco della
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compaiono oltre ai due protagonisti della storia tante altre figure, che simboleggiano i travestimenti di Vertumno. Il Pontormo nell’affresco della
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vedere nell'affresco con Ercole nel giardino delle esperidi, nella casa del sacerdote Amandus a Pompei.
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Nella pittura romana la natura morta conserva il suo carattere illusionistico e spesso appare sotto forma di affresco, mosaico, o “quadro appeso
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conservati solo grazie al clima particolarmente asciutto. È a Creta che per la prima volta viene utilizzata la tecnica dell’affresco, con colori
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La tecnica dell’affresco consiste nel dipingere, come spiega la parola stessa, sull’intonaco “fresco”, e si serve della reazione chimica tra la calce
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solfuro di mercurio; il blu oltremare, derivato dal lapislazzuli; l’azzurrite, ottenuta dal carbonato basico di rame. Per la buona riuscita dell’affresco è
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lampeggiare degli occhi. Pietro Lorenzetti nel suo affresco per la Chiesa inferiore di Assisi usa una iconografia diversa: dispone i personaggi attorno ad
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Andrea del Castagno nell’affresco del refettorio di Sant’Apollonia introduce delle altre varianti: Gesù e gli apostoli sono seduti attorno ad un
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simboleggiare il peccato. L’esempio più famoso è quello offerto da Piero della Francesca, nell’affresco della Pinacoteca Comunale di Sansepolcro (figura 44).
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