Le tre vie della pittura
suo interno; come dicono i particolari dei volti dei tre filosofi, ognuno millimetricamente commisurato sulla quantità di luce che appartiene a quel
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soprattutto affidato alla luce. Sulla testa, un bagliore arriva da sinistra, e lascia un barlume di vita negli occhi, quasi spenti perché la testa è
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indefinitamente sopra il Tamigi davanti al ponte di Westminster, sulla chiesa, sugli edifici della sponda sud del fiume, in una larghezza di occhio che
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pietre del palazzo sulla sinistra, con la pazienza e l’intelligenza di sedimentare la materia negli edifici, nel camino sgretolato, 21. Johannes
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britannica, la nave che, nella battaglia di Trafalgar, aveva salvato con un’eroica manovra l’ammiraglia “Victory”, sulla quale, dopo ore di battaglia con
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’epidermide femminile che vive quasi di luce propria, per i virtuosismi con cui Manet gioca i neri, il nero del cappello del gentiluomo sulla destra, quello
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con cui dipinge l’elegantissima linea falcata delle gambe del cavallo, il fantino col berretto alla sinistra del dipinto, e le figure che sono sulla
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, il parallelepipedo a spicchi colorati come quelli dei palloni con cui un tempo si giocava sulla spiaggia. De Chirico cambia a un tratto le carte in
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pianeta. È una tensione che ha per oggetto l’anima, il profondo, il cuore sede di ogni passione. Sulla spinta di tale richiamo, l’arte occidentale si
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Venezia, con tutta verosimiglianza, Leonardo incontra Giorgione, e con lui discute dei propri studi sulla pittura. Prove documentarie di questo incontro non
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diventa profonda umanità, perché in lui c’è di meraviglioso anche la luce, una luce palpitante, che si posa sulla mano dell’ecclesiastico, sulla sua
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rose, rose sul cappello, rose sugli scarpini, rose in mano e persino sulla manica; un vagheggino che, trasognato in un proprio mondo di vanità, si
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ricoverato e curato per epilessia. Dietro la pittura di Van Gogh, pittura diretta, veloce, fatta di colori puri schiacciati febbrilmente sulla tela (a
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Le immagini del Novecento ci dicono con chiarezza che è avvenuto il passaggio delle colonne d’Ercole. Come accennavamo nel capitolo sulla luce, il
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Vediamo anche il Surrealismo, che si rifa direttamente a Freud e alle sue teorie sulla onnipresente motivazione sessuale nelle dinamiche del profondo
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, indagato la linea introspettiva dell’arte occidentale, arriviamo ora all’ultimo capitolo, cioè alla terza via sulla quale l’arte ha camminato, ancora una
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La terza via, come già accennato nel preambolo di queste riflessioni, è quella della narrazione, cioè dello sguardo dell’arte sulla scena sociale
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raggiungere i palazzi dei committenti nei quali viene ospitato, e rifocillato con “la bottiglia settimanale di Tocai”, sono formidabili squarci sulla vita di
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diventando moderna. Soffermiamoci ancora un attimo sulla “vita di piacere” (ricordate Fanny Hill, memorie di una donna di piacere, di John Cleland, il primo
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