Le tre vie della pittura
L’arte è l’unica attività umana che si possa dire totalizzante: l’arte può esprimere tutto, può ingoiare tutto, può rappresentare tutto. Ecco il
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sceneggiata, con le figure ammucchiate a occupare l’intero spazio del quadro, personaggi che recitano a puntino il proprio ruolo: il ferito, di cui si
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dipinto rappresenta una scena di teatro e una scena di terrore. Tutto si è già compiuto, e il mondo non sarà più quello di prima. I grandi traumi, l
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Abbiamo parlato di “pittura tonale", termine che tornerà da questo momento in poi per cinque secoli, poiché si tratta di uno dei cardini della
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realtà, si tratta di colui che più genialmente ha rilanciato in senso ormai moderno l'idea di luce giorgionesca e tizianesca. La Pala del Carmine (figg. 9
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sinistra, descrive i lineamenti fisiognomici del protagonista, scende lungo la spalla, si accende meravigliosamente nella camiciola da ragazzo di vita
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Il passo avanti compiuto da Lotto è gigantesco. L’idea di uniformità di luce tonale che era appartenuta alla pittura veneziana si è incrinata o, per
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essere uno dei tanti ragazzi di vita dei quali il pittore si circondava, ma potrebbe anche trattarsi di Caravaggio stesso quand’era ragazzo, cioè di
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buoni, anche ottimi, pittori che si dichiarano suoi allievi, ma si tratta sempre di artisti che, in qualche modo, decurtano l’altissimo messaggio del
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cadavere di un uomo, fosse bruciato da una scarica a 100.000 volt che, nel momento stesso in cui si verifica, ci svela la verità: la stiamo vedendo
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traducono la pittura in una materia preziosissima, come l’albero che si accende in puro oro, mentre dietro si sta addensando una tempesta. Lo squarcio
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quanto larghezza ottica, Bellotto vuole verità di materia, di ombre, di atmosfera, verità che si “senta” nel momento in cui la si guarda.
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Tutto avviene fra il 1863 e il 1865, come si vede dal confronto fra due pittori: il primo, un po’ più anziano dell’altro, è Edouard Manet (Colazione
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un colore. Non si ricorrerà più al chiaroscuro semplicemente aggiungendo nero alle parti più in ombra del dipinto, ma si descriveranno le differenze
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a questo destino, che, oltre tutto, lo colloca nel momento in cui si “deve” dipingere all’aperto, en plein air, cosa che 30.Edgar Degas, La pista
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Superato l’impressionismo, e arrivati al XX secolo, la prima constatazione che dobbiamo fare è che il cammino che fino a ora si era evoluto lungo una
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Una delle facce del prisma, forse la più felice, si chiama Henri Matisse, e felice è indubbiamente un quadro del 1904-1905 il cui titolo è Lusso
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Abbiamo detto che, a questo punto, il pensiero in figura si mette alla Prova su varie facce del prisma, e, mentre su una delle facce Matisse arriva
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Morandi. Il dipinto Grande natura morta metafisica (fig. 36) è indubitabilmente metafisico, si tratta di oggetti spaesati, che non hanno senso dal
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concentrato di pensiero orientale, russo e occidentale. La luce di Rothko è la luce “che si vede a occhi chiusi”, la luce della trascendenza, che svela
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soltanto un traguardo volante, perché sicuramente il discorso non si ferma qui. Gettando uno sguardo nel futuro, che già 39. James Turrel, Sky Window
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rappresentabilità, e perciò l’improponibilità di opere d’arte figurativa. È con un pittore russo, Kandinsky, che si compie, nel 1910, il salto che
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, il rapporto tra le arti visive e la fisiognomica (che studia come i caratteri e i sentimenti si riflettono sui tratti fisici), poi evolutasi in
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caratterizza non solo l’arte figurativa, ma proprio il pensiero, si può dire l’epistemologia, occidentale, e che non si riscontra in nessun’altra cultura del
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cono che poi man mano si allarga fino alle forme onnicomprensive dell’arte contemporanea, e agli spazi della psicoanalisi, caverna illimitata, in cui
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cui, inoltre, l’azione psicologica si svolge nel rapporto fra tre persone. Siamo a un passo dalla scena di teatro, con la mutazione della
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ritrae una persona, quanto un personaggio in cui si concentra il simbolo del potere terreno. Ma le mani sono contratte, nervosamente 49. Lorenzo Lotto
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. Con Rembrandt parliamo di una luce sovraterrena, un bagliore incandescente che folgora il buio dell’universo. In Rembrandt si sente Spinoza, si sente
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che nel Settecento introspezione e socialità si accavallano e marciano più che mai di pari passo, e che, comunque, nell’arte occidentale luce (cioè
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magnificenza della pittura si accompagna sempre una graffiante rappresentazione delle fragilità dell’animo (Maria Teresa de Bourbon y Vallabriga
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’obiettivo diventa quello di diagnosticare il male che l’uomo si porta dentro, e di poterlo curare come una qualsiasi malattia. L’arte non si sottrae
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di ciò che l’uomo occidentale ha pensato di sé stesso e del modo con cui tale consapevolezza si è evoluta nel tempo e man mano si è tradotta nella
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sente che il proprio interesse si volge alle relazioni umane e alla loro affascinante complessità. Questa riflessione sarà ambientata in un’epoca
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Sull’Europa si è alzato il vento della follia: negli stessi giorni in cui Van Gogh viene ricoverato in manicomio, a Torino Friedrich Nietzsche
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percorso, tutto sommato lineare e conseguente, che abbiamo compiuto fino a questo punto, ora si dirama, anzi dalle due dimensioni di una via si
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Vediamo anche il Surrealismo, che si rifa direttamente a Freud e alle sue teorie sulla onnipresente motivazione sessuale nelle dinamiche del profondo
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storia portava l’umanità a nuove conquiste e a nuove catastrofi, si è man mano drammaticamente modificata la consapevolezza di sé dell’uomo d’occidente
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”), e con la propria interiorità (per cui si è progressivamente affinata la scienza fisiognomica e poi la psicologia), l’uomo occidentale ha lottato, in
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ritratto George Dyer (fig. 74). L’uomo era stato l’amante di Bacon, che a lui era legato da un rapporto fortissimo e violentemente conflittuale, e si era
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come in questo periodo irrompono nella civiltà occidentale, facendo sì che il XVIII secolo si connoti come il secolo di tutte le rivoluzioni, il
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: pressoché contemporaneamente, si pongono le basi da una parte dell’Illuminismo, cioè implicitamente della Rivoluzione Francese, dall’altra del
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lo rivedo alto, nero nero, e con occhi come bocche da fuoco Longhi non era di buon umore. Si avvicinò, eravamo in pochi a seguire l’esercitazione, si
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protagonista conta già quarantacinque anni, e, da questo momento in poi, Vittore Ghislandi si produrrà in una serie di ritratti di tale splendore pittorico e
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capitale all’altra. Le cronache dei viaggi che Liotard, addirittura ottantenne, compie con carrozze sulle quali “si massacra l’osso sacro”, per
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, Giuseppe Bazzani, di cui vediamo un Autoritratto (fig. 86). All’epoca dell’esecuzione del quadro, il pittore conta circa quarant’anni, e si ritrae
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vi si trova di notevole è dovuto alla presenza di artisti fiamminghi. All’improvviso, già nei primi decenni del XVIII secolo e in strettissimo legame
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verso i suoi modelli. In effetti, non si 87. Thomas Gainsborough, I raccoglitori di legna. New York, The Metropolitan Museum of Art. può negare la
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nulla Goldoni, in un sonetto, si rivolge così al pittore: “Longhi, tu che la mia musa sorella / chiami del tuo permei che cerca il vero...”. Qui, i
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dice lunga sui segreti, non tanto segreti, delle alcove nella puritana Albione. Il gesto della fanciulla che si copre il volto con la mano è insieme
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scrive per il teatro L’opera del mendicante, che si può definire il primo musical della storia, perché composto parte di recitativo, parte di musiche
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