Le tre vie della pittura
dipinto rappresenta una scena di teatro e una scena di terrore. Tutto si è già compiuto, e il mondo non sarà più quello di prima. I grandi traumi, l
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ceppo del Nord Europa e quello della pittura mediterranea. Tramite Venezia, città del “colore”, infatti, si incrociano le due tradizioni, grazie al più
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, terribili di un braccio che è stato scorticato e aperto, e lo riveli davanti ai nostri occhi. Quello era un uomo, e in questo istante non è altro
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italiano, cioè Canaletto. Rispetto a Vermeer, ancora una volta viene compiuto un passo in più, quello di un misterioso insetto che improvvisamente vede più
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’epidermide femminile che vive quasi di luce propria, per i virtuosismi con cui Manet gioca i neri, il nero del cappello del gentiluomo sulla destra, quello
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attimo di luce e solo quello. La luce, e con essa ciò che ne è toccato, cambia aspetto istante per istante. La seconda novità è il fatto che, me di
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drammatica, poi sempre più quotidiana e realistica, poi esistenziale e contemplativa, poi esistenziale con vocazione spiritualistica. Ma quello raggiunto è
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noteremo spesso, il cammino della linea introspettiva ha uno sviluppo parallelo a quello che, nel capitolo sulla luce, abbiamo visto partire dall’assolutezza
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, Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese. Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. territorio lombardo, cioè in quello che è, e
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Torniamo alla pittura, e lo facciamo prendendo in esame un altro urlo, quello che troviamo in un’incisione, Autoritratto con la bocca aperta (fig. 56
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Watteau, L'indifferente. Parigi, Musée du Louvre. di non lasciare interruzioni nel nostro percorso. Il primo esempio è quello di un pittore lombardo
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’obiettivo diventa quello di diagnosticare il male che l’uomo si porta dentro, e di poterlo curare come una qualsiasi malattia. L’arte non si sottrae
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trasforma nelle pluridimensioni dello spazio o addirittura dell’iperspazio. Quello che era l’obiettivo finale, il bersaglio grosso di una traiettoria
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infatti a Van Eyck. È evidente che tutto quello che in Masaccio è peso della figura, costruzione plastica, affidamento totale alla fisicità, in Van Eyck
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Salomon Adler, un artista tedesco che ha vissuto a lungo a Milano. Nei suoi ritratti, ad esempio quello in cui agguanta l’immagine 78. Pierre
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. In Longhi non c’è severità di giudizio, l’atteggiamento è quello di un benevolo, anche se ironico, cronista. E non possiamo poi tacere della sua
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