Le tre vie della pittura
malinconia e della disperazione (quella del Barry Lyndon di Kubrick, per esempio), che derivano dal conflitto fra i Sensi e la Ragione. Tutto ciò è vero, ma
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Ciò che sta per venire è naturalmente Caravaggio. Tra la rappresentazione della luce di Tiziano, o dello stesso Lotto, e quella di Caravaggio c'è la
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ulteriormente sovrumano, perché quella di Rembrandt diventa una luce che, umanizzata e naturalizzata con Caravaggio, va addirittura al di là del naturale.
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in questo istante, non c’era prima e non ci sarà dopo, non ci sarà mai più. La pittura fa sì che quella improvvisa scarica entri nelle cellule, macabre
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opposta a quella di Rembrandt: la magica normalità di ciò che vediamo quotidianamente. Chi realizza questo prodigio è Johannes Vermeer.
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mezzi pittorici, di arrivare a una sempre maggior verità. La luce di Monet sarà la luce delle due e quattordici minuti del pomeriggio: quella, solo
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che a 180°. È un’apertura ottica e luministica assoluta quella del veneziano, imo scorcio che per Vermeer sarebbe stato impensabile, e che Canaletto
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quella soglia, e però manca ancora qualcosa.
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’arte del XX secolo, la sua luce è quella di un pianeta sconosciuto nel quale non c’è atmosfera, e in cui il cielo ha una tonalità verdastra. È proprio
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nel presente, vorrei indicare sostanzialmente due direzioni verso le quali sembrano orientarsi le ricerche. La prima, è quella di artisti soprattutto
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La seconda direzione, è quella di una idea di luce in cui l’artificiale è divenuto naturale, con poderosi effetti di drammaticità e di vera e propria
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differenza fra l’arte occidentale e le altre culture: quella orientale, lirica e naturalistica; quella russo-bizantina, ieratica, trascendente e
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Fisiognomica, è andata perduta. Ed è persino inutile ribadire l’attenzione di Leonardo per l’interiorità nei ritratti, in quella Gioconda 44. Leonardo da
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sentire. Il primo, lo vediamo a Venezia, dove Leonardo arriva nella primavera dell’anno 1500, lasciata quella Milano in cui, alla corte di Ludovico il
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ritratto di un piccolo nobile di provincia, con quella cascata di rosa che è un vero capolavoro di pittura. Ma è la descrizione psicologica del
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caravaggesco costituisce un vero incrocio, un punto d’intersezione, fra la via della pittura di introspezione e quella della pittura di luce. Verità
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più di lui può darci in una sola immagine la lettura introspettiva di quella classe del privilegio sociale che, per tracotanza e disinteresse ai
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Arts. mostri annidati nel profondo dell’animo, è quella di Francisco Goya. Sono strepitosi i ritratti di nobili o di alti ecclesiastici, in cui alla
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del dottor Cachet non sia altro che quella iconograficamente attribuita alla “malinconia”, come abbiamo visto in Giorgione e come è riscontrabile in
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dell'avvocato Hugo Simmons. Montréal, Musée des Beaux-Arts. quella di sinistra è un groviglio monocromo di segni e di macchie; quella di destra è una testa
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volta arricchendo quella ricerca di verità che costituisce il senso dell’esistenza umana.
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La terza via, come già accennato nel preambolo di queste riflessioni, è quella della narrazione, cioè dello sguardo dell’arte sulla scena sociale
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). Tiepolo, che è l’emblema stesso dell’idea più diffusa del Settecento, quella delle grandi volte affrescate, dei cieli azzurri e dei grandiosi
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, forse solo a un profumo, ma in quel profumo raccoglie una vita. Boucher è esempio di tutta quella pittura di corte settecentesca che ha il dono di
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. 79), vediamo rappresentata quella società lombarda dei primi anni del Settecento che, lungi dal farsi attrarre da uno stile di vita frivolo e
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resa da Ceruti con l’acume dedicato agli umani. La sua posizione, come sa chiunque abbia un cane, è quella della vigile tranquillità, del piacere di
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. 90). Era, quella di eseguire musica, un’abitudine assai diffusa nelle case patrizie, e anche i compositori di fama creavano appositamente brani
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teatro, che è uomo di teatro ma anche personalità impegnata nel rinnovamento sociale, tanto da essere un vero emblema di quella libertà intellettuale che è
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