Le tre vie della pittura
suo interno; come dicono i particolari dei volti dei tre filosofi, ognuno millimetricamente commisurato sulla quantità di luce che appartiene a quel
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si trova tutto e in cui tutto è collegato. “Farai le figure in tale atto il quale sia sufficiente a dimostrare quel che la figura ha nell’animo
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È poi inevitabile riprendere, sempre a proposito di Caravaggio, ma sotto l’aspetto introspettivo, quel Davide con la testa di Golia (cfr. fig. 14
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“sublime”, dall’altra, creano una miscela che produce un esito fondamentale: nasce il “personaggio”. Quel viaggio all’interno dell’uomo che è stato
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definizione di “inconscio”: quel continente sconosciuto che, un secolo dopo, il poeta romantico Richter chiamerà l’“Africa Interiore”.
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, forse solo a un profumo, ma in quel profumo raccoglie una vita. Boucher è esempio di tutta quella pittura di corte settecentesca che ha il dono di
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In una delle sue ultime lezioni, Roberto Longhi arrivò davanti a noi che, come sempre, lo aspettavamo attentissimi e in silenzio. Quel pomeriggio e
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, tonale. Ecco che torna, come avevamo preannunciato già nel primo capitolo, quel “tonalismo” che costituisce uno dei fili rossi della pittura. Non
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vita e che comporrà su di lui le pagine più illuminanti e più intelligenti che siano mai state scritte. Hogarth è anche amico di quel John Gay che
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