Le tre vie della pittura
stesso tema, Van Gogh (Donna seduta al Café du Tambourin, fig. 106). Nel Novecento, secolo nel quale la pittura viene addirittura coinvolta in opzioni
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vive in un pomeriggio turbolento ma anche impassibile, nel quale le luci della costa di collina, e il cielo e gli stessi compartimenti di luce e di ombre
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stanze nella quale ogni tanto arriva qualcuno che apre una porta e va di là; che cosa ci sia di là è sempre un mistero, di là normalmente c’è un altro
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una piccola strada olandese, e l’altro è l’indimenticabile panorama che incantò lo stesso Proust, con il famoso muro giallo di fronte al quale muore
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Colui che, un secolo dopo, riprenderà l’idea di larghezza visiva alla quale è miracolosamente arrivato Vermeer nella Veduta di Delft, sarà un
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: il Romanticismo. Uno dei suoi massimi protagonisti è il grande pittore inglese William Turner, erede dell’idea di luce della quale abbiamo parlato a
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giardini Farnese e ci dà una sua prima visione di Roma (Il Foro visto dai giardini Farnese, fig. 25). Immagine squisita, nella quale la pittura tonale, che
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l'impressionismo. Giacché la luce impressionista nasce immediatamente dopo, per i Pensieri di Claude Monet, il quale in realtà è l’unico che produce le
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panica di chiarore che domina la visione, riposante, felice, del pomeriggio d’estate in cui vive questo quadro, anzi del minuto, dell’attimo nel quale
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situazione culturale di tale importanza da trovarsi costretto, grandissimo artista quale è, a fare i conti con l’impressionismo. Le inventa tutte per sfuggire
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, ed è un’opera nella quale è evidente che il cammino dell’Impressionismo è stato interamente assorbito: è evidente nelle ombre colorate, nelle arance e
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’arte del XX secolo, la sua luce è quella di un pianeta sconosciuto nel quale non c’è atmosfera, e in cui il cielo ha una tonalità verdastra. È proprio
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propri cromosomi la possibilità di un’arte astratta. Infatti, nella cultura orientale è fortissima la tradizione iconoclasta, in nome della quale
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E veniamo dunque al secondo capitolo, il cui fondamento, peraltro, costituisce il tema sul quale ho svolto la maggior parte delle mie ricerche
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pone sulla via dell’introspezione, in un cammino lungo il quale l’occhio dell’artista scruta nelle fattezze umane i sentimenti e le emozioni che le
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si trova tutto e in cui tutto è collegato. “Farai le figure in tale atto il quale sia sufficiente a dimostrare quel che la figura ha nell’animo
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ambientale e verità interiore, una confluenza determinante, in grazie della quale la pittura compie un perentorio balzo verso la modernità.
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) sul quale ci siamo dilungati nel capitolo precedente. Non vogliamo dire niente di più, se non richiamare l’attenzione sulle estreme, indicibili
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) di Rembrandt il quale, poco più che ventenne, descrive se stesso in un’immagine febbrile, i capelli agitati da turbini più siderali che terreni, la
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’Avila (fig. 57) di Gian Lorenzo Bernini: un sublime sarcofago di marmo sotto il quale esplodono carne e spirito, orgasmo ed estasi religiosa.
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, secolo nel quale nasce il romanzo e in cui la psicologia, abbandonando la fisiognomica, configura il “personaggio”, cioè attribuisce a ogni creatura
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, indagato la linea introspettiva dell’arte occidentale, arriviamo ora all’ultimo capitolo, cioè alla terza via sulla quale l’arte ha camminato, ancora una
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secolo delle donne. Direi che è il secolo nel corso del quale l’umanità raggiunge una diversa dimensione di pensiero e di vita, e la raggiunge attraverso
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quelli di Van Eyck, da Masaccio. Quale la differenza, una diversità veramente cromosomica, fra le due radici che si sarebbero evolute, ciascuna a proprio
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Andiamo ora a Venezia, e con una pittrice: Rosalba Carriera, una delle dominatrici dell’arte del Settecento, alla quale chiedono ritratti i più
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precedentemente, e affossa man mano nel buio lo sfondo dell’ambiente, dal quale le candele accese traggono soltanto il luccichio degli arredi o il balenare
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