Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: luce

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Le tre vie della pittura

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Caroli, Flavio 49 occorrenze

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presto, la luce appare ancora pallida. La prima incombenza della giornata è fare il bucato, e la lavandaia sta risciacquando nel lavatoio i panni che

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Dunque la pittura del Nord Europa nasce come pittura di luce, che prima di ogni altra cosa intende registrare i miracoli del visibile. Miracoli che

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fiorentina, Domenico Veneziano non manca di far scendere una lama di luce, per cui la parte destra del dipinto è in ombra e la parte sinistra invece è in

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grande probabilmente, è Giorgione (I tre filosofi, fig. 7). Giorgione, aristocraticissimo nella pura rappresentazione della luce tonale, è perfetto: 6

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rappresentazione pittorica. Pittura tonale significa che ogni punto del dipinto deve essere imbevuto della stessa quantità di luce, deve essere "intonato

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luce e bellissimo, per comprendere che è avvenuto l’incrocio fra la grande tradizione del Nord Europa e la tradizione della pittura italiana. Per

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visione giorgionesca. Siamo, cioè, all’inizio del viaggio attraverso le potenzialità pittoriche della luce, un viaggio che andrà dalla assolutezza

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Chi ha il compito di avvicinare alla terra l’idea della luce di Giorgione è il suo allievo e discendente Tiziano. Osserviamo un affresco che si trova

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Ciò che sta per venire è naturalmente Caravaggio. Tra la rappresentazione della luce di Tiziano, o dello stesso Lotto, e quella di Caravaggio c'è la

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realtà, si tratta di colui che più genialmente ha rilanciato in senso ormai moderno l'idea di luce giorgionesca e tizianesca. La Pala del Carmine (figg. 9

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Il passo avanti compiuto da Lotto è gigantesco. L’idea di uniformità di luce tonale che era appartenuta alla pittura veneziana si è incrinata o, per

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soprattutto affidato alla luce. Sulla testa, un bagliore arriva da sinistra, e lascia un barlume di vita negli occhi, quasi spenti perché la testa è

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una volta, nella luce del Davide, e la vita come è poi diventata, nella testa mozzata che sprofonda nel buio; la salvezza un tempo possibile e invece la

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ulteriormente sovrumano, perché quella di Rembrandt diventa una luce che, umanizzata e naturalizzata con Caravaggio, va addirittura al di là del naturale.

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che carne nella luce. Da questo momento in poi, conosciamo le potenzialità di una luce che può uscire dai propri confini per intraprendere un cammino di

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È straordinario come, pressoché contemporaneamente e nella stessa cultura protestante olandese, sia stato possibile concepire una luce esattamente

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di natura diventa incandescente, in un infinitesimo istante di luce, attimo di verità che nessuna luce naturale può trasmettere. È il fulmine di una

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Vermeer concepisce l’incanto di una mattina olandese (La lattaia, figg. 19-20), con la luce che arriva e che costruisce, per materia consunstanziata

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naturalmente rispetto a ciò che verrà. Grandezza, per la solennità assolutamente vera e credibile del cielo; per le perle di luce, sui tetti blu e sui

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persegue con strumenti tecnici come la camera ottica. La luce azzurra e tortora di Londra (Il Tamigi verso il ponte di Westminster, fig. 22) si apre

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Bellotto, Il Palazzo dei Giureconsulti. Milano, Civiche Raccolte d'Arte del Castello Sforzesco. nel selciato. Canaletto voleva apertura, verità di luce in

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: il Romanticismo. Uno dei suoi massimi protagonisti è il grande pittore inglese William Turner, erede dell’idea di luce della quale abbiamo parlato a

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toma la materia caffelatte degli edifici, tornano gli squilli di luce laddove la luce rintocca in modo più intenso, toma la tonalità del cielo. Non è

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’epidermide femminile che vive quasi di luce propria, per i virtuosismi con cui Manet gioca i neri, il nero del cappello del gentiluomo sulla destra, quello

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attimo di luce e solo quello. La luce, e con essa ciò che ne è toccato, cambia aspetto istante per istante. La seconda novità è il fatto che, me di

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nei mandarini della fruttiera, sulle bottiglie e sui bicchieri in primo piano, e soprattutto nello specchio, miracoli di luce saettante e tuttavia

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alla felicità di luce terrena e quotidiana, c’è anche chi dipinge una luce che non c’è, e chi fa questo è Giorgio de Chirico (Le muse 36. Giorgio

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, qualcuno ha appena fatto il bagno in mare: la vita è questa, il lusso, la calma e la voluttà sono questo attimo, fatto di picchiettamenti di luce d’oro nel

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Proprio a contrappeso rispetto a De Chirico, e sempre nell’ambito della pittura metafisica, ecco un altro pittore che invece con l’idea di luce

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concentrato di pensiero orientale, russo e occidentale. La luce di Rothko è la luce “che si vede a occhi chiusi”, la luce della trascendenza, che svela

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Abbiamo, a questo punto, ormai terminato il nostro viaggio che ci ha portato, nei secoli, da una luce prima classicamente naturale, a una luce

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, e in lui vediamo un particolare approdo della luce nella pittura, approdo che deriva dall’incrocio di diverse culture. In quanto russo, Rothko ha nei

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La seconda direzione, è quella di una idea di luce in cui l’artificiale è divenuto naturale, con poderosi effetti di drammaticità e di vera e propria

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La luce, dunque, che è stata, e sarà, “forma simbolica”, o metafora, del nostro destino, ma soprattutto di ciò che noi pensiamo del nostro destino

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diventa profonda umanità, perché in lui c’è di meraviglioso anche la luce, una luce palpitante, che si posa sulla mano dell’ecclesiastico, sulla sua

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notare, rifacendoci ancora una volta al parallelismo con la via della luce in pittura, che la lettura psicologica della figura marcia anche qui di pari

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tutto è immerso in una placenta luministica ormai vera, che non è più la luce generica cinquecentesca dell’Anguissola. Per queste ragioni il dipinto

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profondamente diverse rispetto a Caravaggio. In lui parlavamo di una luce terrena, mediterranea, che entrava da una fonte precisa, magari da una finestra

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tra luce e ombra, è rassegnato e volitivo nello stesso tempo. Abbiamo qui un uomo rappresentato a tutto tondo, nella sua eccezionalità e nella sua

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che nel Settecento introspezione e socialità si accavallano e marciano più che mai di pari passo, e che, comunque, nell’arte occidentale luce (cioè

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Per primo, affronteremo il tema della luce: cercherò di raccontare il lungo viaggio dell’occhio umano nel visibile, cioè il modo con cui l’arte, nei

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Le immagini del Novecento ci dicono con chiarezza che è avvenuto il passaggio delle colonne d’Ercole. Come accennavamo nel capitolo sulla luce, il

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Ciò non comporta affatto una visione pessimistica o millenaristica. Nel rapporto col mondo esterno (simbolizzato dalla rappresentazione della “luce

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Dopo aver dedicato la nostra attenzione alla luce come primo referente nel rapporto dell’occhio col visibile, e dopo avere, nel secondo capitolo

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tutto visivo, un destino di luce, affidato alla pelle della pittura, il fondamento dell’arte italiana è plastico, di peso morale delle figure e di ciò

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espressiva. E poi le luci: l’idea che l’artista ha della verità, del fatto, cioè, che ogni anima vive in un contesto ambientale, e dunque in una luce vera

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abiti, un po’ per le ricerche pittoriche che lo portavano a studiare, soprattutto durante le notti e le albe, gli effetti della luce sui muri e sugli

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questo racconto un po’ ironico di una serata di svago a palazzo, Crespi non rinuncia ai misteri di luce e di ombre ai quali ci ha preparato

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e sicura, e descrive con pochi colpi di pennello l’ambiente, caldo di luce solare, di un salottino in cui vivono, dipinte con uguale acume

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