Le tre vie della pittura
L’arte è l’unica attività umana che si possa dire totalizzante: l’arte può esprimere tutto, può ingoiare tutto, può rappresentare tutto. Ecco il
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presenta la compagnia dei commedianti, con Pulcinella e gli altri attori, nel gioco di smorfie e sberleffi che costituisce l’anima stessa del teatro
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Infine, torniamo per l’ultima volta al nord, ancora con Giacomo Ceruti (La lavandaia, fig. 102). Siamo nel cortile di una cascina lombarda. È mattino
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Così è la vita, nel Settecento, così ce l’hanno raccontata i pittori che l’hanno attraversata interpretandone le novità e fiutandone i cambiamenti
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, Funerale a Ornans. Parigi, Musée d'Orsay. 104. Honoré Daumier, Il vagone di terza classe. Ottawa, National Gallery of Canada. 105. Edgar Degas, L'assenzio
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può sintetizzarsi in una sola parola. Il Settecento è il secolo che genera, nella vita e nell’arte, l’idea di Libertà: un principio che il mondo
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Chi ha il compito di avvicinare alla terra l’idea della luce di Giorgione è il suo allievo e discendente Tiziano. Osserviamo un affresco che si trova
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Tali raggiungimenti, naturalmente, un seguito ce l'hanno, anche se, curiosamente, l’eredità di Caravaggio non è immediata. Ci sono, in Italia, dei
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una piccola strada olandese, e l’altro è l’indimenticabile panorama che incantò lo stesso Proust, con il famoso muro giallo di fronte al quale muore
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Colui che, un secolo dopo, riprenderà l’idea di larghezza visiva alla quale è miracolosamente arrivato Vermeer nella Veduta di Delft, sarà un
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Bernardo Bellotto conferma, ma rilancia, le idee di suo zio Canaletto. Nel Palazzo dei Giureconsulti (fig. 23), immette l’umidità, la verità di
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’azzurro esce la grande pittura francese dell’Ottocento. Il primo, colui che vive nell’azzurro e che dipingerà l’azzurro, è in primis l’erede della grande
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Le idee rivoluzionarie dell’impressionismo sono due: la prima, come abbiamo detto, consiste nella volontà di rappresentare l’attimo luminoso, cioè un
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situazione culturale di tale importanza da trovarsi costretto, grandissimo artista quale è, a fare i conti con l’impressionismo. Le inventa tutte per sfuggire
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Al di là dell’Impressionismo andrà anche lo stesso Manet da cui eravamo partiti. Bar delle Folies-Bergère (fig. 32) è l’opera estrema dell’artista
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Superato l’impressionismo, e arrivati al XX secolo, la prima constatazione che dobbiamo fare è che il cammino che fino a ora si era evoluto lungo una
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. L’immagine è realizzata con un pizzico di colore blu, un miracolo di pittura compiuto con quasi nulla. Questo è il grande Matisse, che lascia
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Proprio a contrappeso rispetto a De Chirico, e sempre nell’ambito della pittura metafisica, ecco un altro pittore che invece con l’idea di luce
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furono combattute sanguinosissime guerre. L’eresia monofisita, origine dell’iconoclastia, sosteneva la natura unicamente divina di Dio, quindi la sua non
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La seconda direzione, è quella di una idea di luce in cui l’artificiale è divenuto naturale, con poderosi effetti di drammaticità e di vera e propria
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, culminate, nel 1995, con la pubblicazione del volume Storia della Fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud, cui seguì la mostra “L’Anima e il
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caratterizza non solo l’arte figurativa, ma proprio il pensiero, si può dire l’epistemologia, occidentale, e che non si riscontra in nessun’altra cultura del
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”, rappresentazione che richiede anche puntigliosi studi di anatomia, da lui eseguiti su cadaveri, per scoprire l’esatto decorso dei muscoli e l’effetto della
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immette sulla via leonardesca della rappresentazione introspettiva. Vediamo, ad esempio, Doppio ritratto (L’innamorato) (fig. 48). Il giovane in
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fronte, su tutto l’abito, e soprattutto sul volto, 48. Giorgione, Doppio ritratto (L'innamorato). Roma, Museo di Palazzo Venezia. negli occhi azzurri
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cui, inoltre, l’azione psicologica si svolge nel rapporto fra tre persone. Siamo a un passo dalla scena di teatro, con la mutazione della
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guarda, stupita e spaventata. La volontà di rappresentare proprio l’attimo, l’istante della traduzione di un dolore improvviso nei tratti fisici
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È poi inevitabile riprendere, sempre a proposito di Caravaggio, ma sotto l’aspetto introspettivo, quel Davide con la testa di Golia (cfr. fig. 14
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Non possiamo lasciare il Seicento senza almeno citare il fondamentale e cospicuo lavoro di Charles Le Brun, Conferenza sopra l’espressione 59
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Watteau, L'indifferente. Parigi, Musée du Louvre. di non lasciare interruzioni nel nostro percorso. Il primo esempio è quello di un pittore lombardo
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affidare tale precognizione non al volto umano (l’uomo dorme, la coscienza umana è assopita e indifesa), ma a una popolazione zoomorfica, che assedia
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L’illusione di poter risolvere tale scontro appartiene alla civiltà ottocentesca e alla cultura positivistica. Uscendo dalla turbolenza romantica, l
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vertigine che prende l’animo umano di fronte agli interrogativi sull’identità. Infatti, come dichiara lo stesso Van Gogh, il ritratto è in verità un
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La terza riflessione è dedicata alla pittura come socialità, come racconto, come romanzo. Dopo aver guardato fuori di sé, poi dentro di sé, l’artista
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Per primo, affronteremo il tema della luce: cercherò di raccontare il lungo viaggio dell’occhio umano nel visibile, cioè il modo con cui l’arte, nei
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di ciò che l’uomo occidentale ha pensato di sé stesso e del modo con cui tale consapevolezza si è evoluta nel tempo e man mano si è tradotta nella
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abbraccia in lacrime un cavallo bastonato; Munch dipinge L’urlo (fig. 68) (ricordate gli altri “urli” della pittura?), un cielo grondante sangue sopra una
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Questo è l’uomo a noi contemporaneo, dice Bacon. Un essere artificiale, un “replicante”, è l’uomo del futuro, dice Ridley Scott in Blade Runner, che
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ritratto George Dyer (fig. 74). L’uomo era stato l’amante di Bacon, che a lui era legato da un rapporto fortissimo e violentemente conflittuale, e si era
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”), e con la propria interiorità (per cui si è progressivamente affinata la scienza fisiognomica e poi la psicologia), l’uomo occidentale ha lottato, in
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, indagato la linea introspettiva dell’arte occidentale, arriviamo ora all’ultimo capitolo, cioè alla terza via sulla quale l’arte ha camminato, ancora una
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Come sempre avviene, anche nel Settecento l’arte rispecchia, e spesso precede, i mutamenti non solo del pensiero, ma della società. Mutamenti che mai
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). Tiepolo, che è l’emblema stesso dell’idea più diffusa del Settecento, quella delle grandi volte affrescate, dei cieli azzurri e dei grandiosi
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Ancora in Francia, entriamo nel grande ritratto classico francese, con Pierre Subleyras, un pittore che vive anche in Italia; ripeto che l
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espressiva. E poi le luci: l’idea che l’artista ha della verità, del fatto, cioè, che ogni anima vive in un contesto ambientale, e dunque in una luce vera
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Dopo Fra Galgario, e i venti rivoluzionari che stanno iniziando a soffiare per l’Europa, parliamo di un pittore che per l’Europa viaggia lui stesso
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cucina, nel gelo appena mitigato da poche braci del focolare in cui forse ha intiepidito l’acqua, si dedica all’incombenza di lavare le stoviglie. Tutto
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Lasciamo, allora, temporaneamente l’Italia, per curiosare fra i piaceri della vita francese. Lo facciamo in primo luogo con il grande Watteau, morto
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e sicura, e descrive con pochi colpi di pennello l’ambiente, caldo di luce solare, di un salottino in cui vivono, dipinte con uguale acume
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scrive per il teatro L’opera del mendicante, che si può definire il primo musical della storia, perché composto parte di recitativo, parte di musiche
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