Le tre vie della pittura
senso di queste riflessioni dedicate alle potenzialità dell’arte, ai tre assi portanti del “pensiero in figura” occidentale.
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. Ogni singolo dettaglio dell’opera deve vivere a interno di questa norma, altissima, supremamente gratificante, ma anche inflessibile.
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meglio dire, ha rilanciato verso potenzialità che a questo punto non sono ancora chiare. La storia dell’arte è, infatti, una specie di teoria di
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, da renderlo uno dei rari esempi di “arte estrema”, cioè di un’arte che riesce a esprimere confini ultimi e invalicabili dell’Essere. A che cosa è
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solidificata e poi di nuovo disciolta. Vermeer appoggia sul pane chicchi di luce, a segnalare una divisione dell’entità luministica che avrà infinito
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manca a questo dipinto, per essere impressionista? Manca l’idea dell’attimo luminoso. L’Impressionismo concepirà la rappresentabilità di un attimo di luce
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: il Romanticismo. Uno dei suoi massimi protagonisti è il grande pittore inglese William Turner, erede dell’idea di luce della quale abbiamo parlato a
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Tutto avviene fra il 1863 e il 1865, come si vede dal confronto fra due pittori: il primo, un po’ più anziano dell’altro, è Edouard Manet (Colazione
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’azzurro esce la grande pittura francese dell’Ottocento. Il primo, colui che vive nell’azzurro e che dipingerà l’azzurro, è in primis l’erede della grande
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Le idee rivoluzionarie dell’impressionismo sono due: la prima, come abbiamo detto, consiste nella volontà di rappresentare l’attimo luminoso, cioè un
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Al di là dell’Impressionismo andrà anche lo stesso Manet da cui eravamo partiti. Bar delle Folies-Bergère (fig. 32) è l’opera estrema dell’artista
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intuire il papier decoupé dell’ultima fase della sua vita, cioè una pittura ridotta ai minimi termini, una pittura che vive della propria semplicità e
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Morandi, Natura morta (Grande natura morta metafisica). Milano, Pinacoteca di Brera, Donazione Jesi. inquietanti, fig. 35). De Chirico è il marziano dell
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furono combattute sanguinosissime guerre. L’eresia monofisita, origine dell’iconoclastia, sosteneva la natura unicamente divina di Dio, quindi la sua non
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riflettono la violenza gelida di coloratissimi neon: questa è, nell’immaginazione dell’artista, una possibile e potenziale luce del futuro.
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Nella storia dell’arte, la ricerca di cui parliamo, a parte qualche accenno privo di seguito, ha un inizio ben preciso, che è come il vertice di un
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pone sulla via dell’introspezione, in un cammino lungo il quale l’occhio dell’artista scruta nelle fattezze umane i sentimenti e le emozioni che le
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dell’arte occidentale non è né migliore né peggiore delle altre, e non avrebbe senso cercare un confronto o, tanto meno, una graduatoria
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nel cuore dell’uomo e ci racconta per immagini come, nel corso dei secoli, si è evoluta, è cambiata, la consapevolezza di sé dell’uomo occidentale
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(genere che nascerà solo due secoli dopo, e il cui intento è di derisione e comicità), ma si dedica alla rappresentazione dei “moti dell’animo
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sentire. Il primo, lo vediamo a Venezia, dove Leonardo arriva nella primavera dell’anno 1500, lasciata quella Milano in cui, alla corte di Ludovico il
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diventa profonda umanità, perché in lui c’è di meraviglioso anche la luce, una luce palpitante, che si posa sulla mano dell’ecclesiastico, sulla sua
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A questo punto, non possiamo non fare una puntata a Firenze, che è stata la capitale dell’arte italiana per tutto il secolo precedente e che non ha
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incontrovertibile prova dell’attenzione di Tiziano per la fisiognomica, in particolare con l’aspetto zoomorfico della medesima, nella sua tarda
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clima, la linea introspettiva dell’arte occidentale, nata con Leonardo un secolo prima, si attesta con eccezionale perentorietà e fecondità di
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. Con Rembrandt parliamo di una luce sovraterrena, un bagliore incandescente che folgora il buio dell’universo. In Rembrandt si sente Spinoza, si sente
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dell’anima è perfino eccessiva, e rischierebbe di far sbandare il nostro ragionamento. Basti pensare, come solo esempio, all'Estasi di santa Teresa d
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fondo, si perdono nell’umidità dell’atmosfera un casale e alcune figure, intente ad attività quotidiane. Tutta l’intonazione è tenuta su colori bruni e
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Arts. mostri annidati nel profondo dell’animo, è quella di Francisco Goya. Sono strepitosi i ritratti di nobili o di alti ecclesiastici, in cui alla
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connotazione di follia o di pazzia. Siamo all’inizio degli anni venti dell’ottocento, e la psicologia è ormai una vera scienza, che procederà fino a produrre
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Per primo, affronteremo il tema della luce: cercherò di raccontare il lungo viaggio dell’occhio umano nel visibile, cioè il modo con cui l’arte, nei
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precisa della storia dell’arte europea, e cioè nel Settecento, secolo di tutte le rivoluzioni, secolo ponte fra l’arte moderna e l’arte contemporanea
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spiazzanti della ricerca dell’identità; Freud pubblica in successione gli Studi sull’isteria e L’interpretazione dei sogni, che è l’atto fondante della
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, Trittico degli stati d'animo. Quelli che vanno. Milano, Civico Museo d'Arte Contemporanea. interiore, una dispersione dell’io che peraltro ritroviamo
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trasforma nelle pluridimensioni dello spazio o addirittura dell’iperspazio. Quello che era l’obiettivo finale, il bersaglio grosso di una traiettoria
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E, quanto a Otto Dix, la figura d’uomo (Ritratto dell’avvocato Hugo Simmons, fig. 72), sorda e tormentata, parla un linguaggio esplicito solo con le
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, un abbozzo di testa in cui è però riconoscibile un’espressione assorta, trasognata. Ebbene, come è anche testimoniato dalla moglie dell’artista, il
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abbiamo già citato nel primo capitolo. Che ne è stato dell’uomo del Rinascimento, del semidio che a tutto poteva aspirare? È accaduto che, mentre la
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ucciso alla vigilia stessa della prima mostra antologica dell’artista, in un atto di definitiva distruttività. Il ritratto che il pittore gli dedica a
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Dopo aver dedicato la nostra attenzione alla luce come primo referente nel rapporto dell’occhio col visibile, e dopo avere, nel secondo capitolo
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: pressoché contemporaneamente, si pongono le basi da una parte dell’Illuminismo, cioè implicitamente della Rivoluzione Francese, dall’altra del
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La terza via, come già accennato nel preambolo di queste riflessioni, è quella della narrazione, cioè dello sguardo dell’arte sulla scena sociale
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più scontati, il Settecento non è solo il secolo dell’illuminismo, come non è solo il secolo del Rococò, o il secolo della “dolcezza di vivere sotto
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radici dell’arte europea che sarebbe diventata moderna: il ceppo dell’Europa del nord, della Fiandra, che Longhi ci aveva mostrato con Adamo ed Eva di Van
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seicentesca, è chiaro il marchio di nuova intensità e individualità delle figure. Vediamo nell’invenzione dell’artista la concentrazione, la distanza, ma nello
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per nulla, il grande tonalista del XX secolo, Giorgio Morandi, che, per quanto riguarda la costruzione dell’immagine, come abbiamo detto, aveva come
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Andiamo ora a Venezia, e con una pittrice: Rosalba Carriera, una delle dominatrici dell’arte del Settecento, alla quale chiedono ritratti i più
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, Giuseppe Bazzani, di cui vediamo un Autoritratto (fig. 86). All’epoca dell’esecuzione del quadro, il pittore conta circa quarant’anni, e si ritrae
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precedentemente, e affossa man mano nel buio lo sfondo dell’ambiente, dal quale le candele accese traggono soltanto il luccichio degli arredi o il balenare
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parroco di paese a bruciare i dipinti di nudités, cui, forse, il pittore aveva affidato i palpiti espliciti dell’eros, palpiti che ci sono, così, negati per
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