Le tre vie della pittura
sceneggiata, con le figure ammucchiate a occupare l’intero spazio del quadro, personaggi che recitano a puntino il proprio ruolo: il ferito, di cui si
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verso la verità visiva di cui parlavamo prima. Vediamo la Pala dei 4. Domenico Veneziano, Pala dei Magnoli, Firenze, Galleria degli Uffizi. 5
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, e che porta verso un’idea atmosferica della pittura e della luce a queste date impensabile. È un paesaggio in cui la luce viene intuita e pensata come
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Tutto questo trova poi il rilancio definitivo nel Davide con la testa di Golia (fig. 14), Guardando la testa di Golia (fig. 15), in cui, come è noto
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maledizione, la tragedia in cui si 14. Caravaggio, Davide con la testa di Golia. Roma, Galleria Borghese. chiude una vita. Ed è indicibile la
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cadavere di un uomo, fosse bruciato da una scarica a 100.000 volt che, nel momento stesso in cui si verifica, ci svela la verità: la stiamo vedendo
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quanto larghezza ottica, Bellotto vuole verità di materia, di ombre, di atmosfera, verità che si “senta” nel momento in cui la si guarda.
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avevamo visto nascere con Giovanni Bellini, diventa una assoluta sinfonia classica ottocentesca, in cui tutto è perfetto, tutto toma, toma il colore e
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per il modo con cui la luce si disegna per tacche colorate, nel passaggio fra la manica, il polsino e la mano. Il risultato è inebriante, una entità
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a questo destino, che, oltre tutto, lo colloca nel momento in cui si “deve” dipingere all’aperto, en plein air, cosa che 30.Edgar Degas, La pista
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Al di là dell’Impressionismo andrà anche lo stesso Manet da cui eravamo partiti. Bar delle Folies-Bergère (fig. 32) è l’opera estrema dell’artista
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Una delle facce del prisma, forse la più felice, si chiama Henri Matisse, e felice è indubbiamente un quadro del 1904-1905 il cui titolo è Lusso
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’arte del XX secolo, la sua luce è quella di un pianeta sconosciuto nel quale non c’è atmosfera, e in cui il cielo ha una tonalità verdastra. È proprio
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cui principi Morandi aggiunge la volontà di rappresentare anche l’atmosfera, il pulviscolo atmosferico, che occupa lo spazio fra l’oggetto della
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finestra, che da un corridoio neutro e spoglio si apre su uno scorcio di cielo la cui luminosità e il cui colore cambiano continuamente e costituiscono
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La seconda direzione, è quella di una idea di luce in cui l’artificiale è divenuto naturale, con poderosi effetti di drammaticità e di vera e propria
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, nello spazio e nel tempo in cui ci è concesso di esistere.
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E veniamo dunque al secondo capitolo, il cui fondamento, peraltro, costituisce il tema sul quale ho svolto la maggior parte delle mie ricerche
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Nella storia dell’arte, la ricerca di cui parliamo, a parte qualche accenno privo di seguito, ha un inizio ben preciso, che è come il vertice di un
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Naturalmente, tutto questo conosce un percorso complesso, che in più occasioni interseca le vie di cui parliamo negli altri capitoli, un cammino che
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(genere che nascerà solo due secoli dopo, e il cui intento è di derisione e comicità), ma si dedica alla rappresentazione dei “moti dell’animo
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sentire. Il primo, lo vediamo a Venezia, dove Leonardo arriva nella primavera dell’anno 1500, lasciata quella Milano in cui, alla corte di Ludovico il
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cui, inoltre, l’azione psicologica si svolge nel rapporto fra tre persone. Siamo a un passo dalla scena di teatro, con la mutazione della
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rappresentazione della figura umana, idee cui la cultura fiorentina era stata geneticamente estranea. Verso il 1520, cioè pressappoco quindici anni dopo il
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Cultura lombarda, dei cui semi di novità abbiamo un altro esempio in un piccolo disegno dal grande destino. Verso il 1555, una pittrice cremonese
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Siamo, e l’avevamo già detto, in perfetta contemporaneità con Shakespeare, è il momento in cui nasce la tragedia moderna. In questi anni, e in questo
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Con un solo, brevissimo, cenno all’amicizia tra lo studioso di fisiognomica Johann Raspar Lavater e il pittore Heinrich Füssli, di cui vedremo una
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Arts. mostri annidati nel profondo dell’animo, è quella di Francisco Goya. Sono strepitosi i ritratti di nobili o di alti ecclesiastici, in cui alla
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Per primo, affronteremo il tema della luce: cercherò di raccontare il lungo viaggio dell’occhio umano nel visibile, cioè il modo con cui l’arte, nei
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di ciò che l’uomo occidentale ha pensato di sé stesso e del modo con cui tale consapevolezza si è evoluta nel tempo e man mano si è tradotta nella
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, secolo nel quale nasce il romanzo e in cui la psicologia, abbandonando la fisiognomica, configura il “personaggio”, cioè attribuisce a ogni creatura
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Sull’Europa si è alzato il vento della follia: negli stessi giorni in cui Van Gogh viene ricoverato in manicomio, a Torino Friedrich Nietzsche
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, un abbozzo di testa in cui è però riconoscibile un’espressione assorta, trasognata. Ebbene, come è anche testimoniato dalla moglie dell’artista, il
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”), e con la propria interiorità (per cui si è progressivamente affinata la scienza fisiognomica e poi la psicologia), l’uomo occidentale ha lottato, in
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Sul versante figurativo, ecco invece la carne tumefatta, il grugno ottuso e scimmiesco, le gambe possenti ma sfasciate in cui Francis Bacon ha
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cui un’idea di “psiche” ancora generica considerava separatamente i vari aspetti del carattere, e nasce la consapevolezza dell’unità complessa di
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ombra che si staglia sotto la barba del protagonista, vediamo il modo in cui la luce investe il torso e il braccio, e come il braccio stesso, che
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Salomon Adler, un artista tedesco che ha vissuto a lungo a Milano. Nei suoi ritratti, ad esempio quello in cui agguanta l’immagine 78. Pierre
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color susina in cui sono annidati tutti i vizi e la decadenza di una certa nobiltà; la posa altezzosa; le luci argentee e plumbee delle
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alla turca è la Giovane donna che legge in costume orientale (fig. 82), brano incantevole di narrazione, in cui la concentrazione e l’abbandono della
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bamboccianti raffiguravano i poveracci con intenti di comicità e dileggio. Qui vedremo, invece, immagini in cui è evidente la 81. Jean-Etienne Liotard
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appartiene, se non proprio alla povertà, alla normalità della vita. Questo è infatti il momento in cui il femminile sale alla ribalta con una
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, Giuseppe Bazzani, di cui vediamo un Autoritratto (fig. 86). All’epoca dell’esecuzione del quadro, il pittore conta circa quarant’anni, e si ritrae
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particolari connotazioni psicologiche, sono quasi loro stessi elementi della natura circostante, con cui si fondono in un’immagine dolce e avvolgente.
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, stretta in mano, la piccola scultura su cui si è esercitato. Un attimo psicologico, sensuale, fuggevole, ambiguo...
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borromaico, per cui accogliere nelle proprie sale le classi umili per lo meno in effigie significa non ignorare la fatica della loro esistenza
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Tutto questo, gentiluomini e gentildonne, contadini e sguattere, sono i personaggi che intrecciano il grande romanzo della pittura, di cui, a questo
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umana le cui fatuità e fragilità comunicano una sorta di attrazione fatale, non priva di un senso di angoscia. È poi tristissimo, nella sua grottesca
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e sicura, e descrive con pochi colpi di pennello l’ambiente, caldo di luce solare, di un salottino in cui vivono, dipinte con uguale acume
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. Londra, John Soane's Museum. rivoluzioni del XVIII secolo. Quest’uomo è William Hogarth. Cominciamo col dire che Hogarth, nella Londra in cui sta
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