Le tre vie della pittura
Dunque la pittura del Nord Europa nasce come pittura di luce, che prima di ogni altra cosa intende registrare i miracoli del visibile. Miracoli che
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sui volti, descrivono una unità ambientale e luministica assolutamente precise: il tonalismo sta progressivamente diventando cosa umana.
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stanze nella quale ogni tanto arriva qualcuno che apre una porta e va di là; che cosa ci sia di là è sempre un mistero, di là normalmente c’è un altro
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, da renderlo uno dei rari esempi di “arte estrema”, cioè di un’arte che riesce a esprimere confini ultimi e invalicabili dell’Essere. A che cosa è
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di particelle luminose (luce e materia sono una cosa sola), il muro di perla traslucida che sta dietro alla nostra protagonista; fa vivere
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tetti rossi; per il miracolo dei riflessi nell’acqua. Grandezza per la corsa predestinata verso ciò che verrà creato dall’impressionismo. Che cosa
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a questo destino, che, oltre tutto, lo colloca nel momento in cui si “deve” dipingere all’aperto, en plein air, cosa che 30.Edgar Degas, La pista
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in poi, sarà impossibile ignorare: la pittura è prima di tutto cosa mentale, è pensiero, è attenzione sì al visibile, ma soprattutto all’invisibile, a
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mai verificato nella civiltà occidentale. Due maremoti che, già nel corso della loro formazione, provocano mutamenti graduali ma profondi. Che cosa
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, quasi a dire che quel giorno non aveva voglia di fare lezione, ci apostrofò: “Avete capito?”. La cosa mirabile e misteriosa è che in effetti avevamo
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