Le tre vie della pittura
E veniamo dunque al secondo capitolo, il cui fondamento, peraltro, costituisce il tema sul quale ho svolto la maggior parte delle mie ricerche
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noteremo spesso, il cammino della linea introspettiva ha uno sviluppo parallelo a quello che, nel capitolo sulla luce, abbiamo visto partire dall’assolutezza
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conoscenza, perché troppo diretta è l’ispirazione per il suo Fanciullo morso da un ramarro (cfr. fig. 11), che abbiamo visto nel capitolo precedente
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) sul quale ci siamo dilungati nel capitolo precedente. Non vogliamo dire niente di più, se non richiamare l’attenzione sulle estreme, indicibili
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Approdiamo, allora, al Settecento, e qui ci troviamo sul terreno che sarà il tema del prossimo capitolo. Come vedremo, nascono, nel Settecento, il
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fondamentale opera a chiusura delle nostre riflessioni, rimandiamo, allora, quanto qui resterebbe da dire al capitolo conclusivo. Vogliamo solo ribadire
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Le immagini del Novecento ci dicono con chiarezza che è avvenuto il passaggio delle colonne d’Ercole. Come accennavamo nel capitolo sulla luce, il
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abbiamo già citato nel primo capitolo. Che ne è stato dell’uomo del Rinascimento, del semidio che a tutto poteva aspirare? È accaduto che, mentre la
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Dopo aver dedicato la nostra attenzione alla luce come primo referente nel rapporto dell’occhio col visibile, e dopo avere, nel secondo capitolo
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secolo ponte tra il mondo moderno e il mondo contemporaneo. Ecco perché dedicheremo questo ultimo capitolo all’arte del Settecento, e inizieremo
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compiuto, con la guida della fisiognomica, nel corso del Cinque e del Seicento e che abbiamo seguito nel capitolo precedente, conosce in questo momento una
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, tonale. Ecco che torna, come avevamo preannunciato già nel primo capitolo, quel “tonalismo” che costituisce uno dei fili rossi della pittura. Non
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