Le tre vie della pittura
senso di queste riflessioni dedicate alle potenzialità dell’arte, ai tre assi portanti del “pensiero in figura” occidentale.
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-10) ai tempi non fu affatto capita. Un teorico dell’arte, il Dolce, amico di Tiziano, scrisse parole orribili riguardo a questo dipinto. Disse “...Di
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, terribili di un braccio che è stato scorticato e aperto, e lo riveli davanti ai nostri occhi. Quello era un uomo, e in questo istante non è altro
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E ancora più definitivamente rispetto ai dipinti di figure, sono i supremi paesaggi di Rembrandt (fig. 18) a farci toccare tale grado di rivelazione
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, verso risultati ai quali mancano ancora due secoli. Ci vorranno ancora duecento 19. Johannes Vermeer, La lattaia. Amsterdam, Rijksmuseum. anni, infatti
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tradizione classica Camille Corot. Corot intraprende il proprio doveroso viaggio in Italia; ancora giovanissimo, pianta il cavalletto davanti ai
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intuire il papier decoupé dell’ultima fase della sua vita, cioè una pittura ridotta ai minimi termini, una pittura che vive della propria semplicità e
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nulla, il mito del pittore bolognese è Piero 38. Kazimir Malevič, Quadrato nero su fondo bianco. San Pietroburgo, Museo Statale Russo. della Francesca, ai
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Volto. Ritratto e fisiognomica da Leonardo a Bacon”. Sia l’uno che l’altra affrontano nell’epoca moderna, vale a dire dal Cinquecento ai giorni nostri
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definito cinque secoli dopo. Dobbiamo naturalmente tenere presente che, ai tempi di Leonardo, la parola “psicologia” non esiste, e il concetto di
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più di lui può darci in una sola immagine la lettura introspettiva di quella classe del privilegio sociale che, per tracotanza e disinteresse ai
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Per entrare ora nel vivo di quanto stiamo affermando, e per attenerci ai principi del racconto, vorrei iniziare proprio dai “personaggi”, e passare
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da invidiare ai più celebrati maestri del passato (che peraltro Fra Galgario studiava al punto di acquistare un dipinto di Tiziano, e scavarlo con un
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È una ricchezza d’ispirazione che, con evidenza addirittura maggiore, appare riscontrabile nei ritratti dedicati ai “poveri”, a quei rappresentanti
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dormicchiare vicino ai propri amati padroni, steso con il muso fra le zampe, il che permette, all’occorrenza, di aprire e muovere gli occhi all
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questo racconto un po’ ironico di una serata di svago a palazzo, Crespi non rinuncia ai misteri di luce e di ombre ai quali ci ha preparato
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, nonché l’imponenza struggente della natura. Ma in realtà, in Watteau la leggerezza è solo apparente, e ascrivibile ai temi. Watteau è pittore
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