Le due vie
determinata in un individuo ricevente o fruitore. Per cui ogni considerazione sulla struttura, quanto sul modo di affiorare dell’opera ad una coscienza
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alla musica (a parte si vedrà dell’architettura e di altre manifestazioni) si basa dunque non sul processo transazionale che l’opera provoca nel
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aumenta oltre un certo limite il carico sul piatto della bilancia, il cursore non può più indicarne il peso, e il braccio salta. Il peso assunto dal
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di colpo inutilizzato. L’impermeabile che Jim Dine appende al quadro o la stoviglia che Spoerri appiccica sul piano della tavola, cessano di servire
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Nuova a Genova, di Via Giulia, di Piazza del Popolo a Roma, dell’Étoile a Parigi, sono soluzioni di carattere prospettico ancora incentrate sul tema
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, trasportano sul piano del contenuto semantico (altrimenti designato come riferimento) la dicotomia forma — contenuto, ma, incentrandola decisamente dalla
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all’opera d’arte, perché la feticizzazione avviene non sul valore d’uso, che adattato alla struttura dell’opera d’arte si configura e si trasforma nel
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porsi sul piano dell’arte pura, con l’oggetto cioè o con la progettazione dell’oggetto. Fra design e pittura bisogna spostare i piani di riferimento
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, inutilizzabile, o al più utilizzabile, come suggerisce amaramente Argan, quale réclame ambulante sul cielo di una automobile, ma che proprio per la sua
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rovesciare sul mercato artistico l’ondata al ribasso degli informali e iniziava il suo cammino trionfale questo nuovo corso della popart che, a distanza di
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scenografo doveva ricavare con le linee sul vetro dove si proiettava. Questa origine, come ancella della pittura — i cui servigi anzi dovevano riassorbirsi
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È finito il tempo delle torri d’avorio e dell’azione missionaria. I missionari vengono mangiati dai loro convertiti: è sul fatto e non prima del
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livello dei fumetti o la forma del catino di polietilene, ma solo post factum: solo sul fatto l’individuo, la coscienza singola, potrà elaborare il
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prelevamento sul vivo al momento in cui l’oggetto dovrebbe costituirsi, oppure da reintegrazione al momento della formulazione dell’immagine. Così
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il quadro vivente rispetto al trompe-l’oeil. L’oggetto non è un’imitazione dell’oggetto ma è l’oggetto stesso sospeso sul suo essere oggetto
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’aleatorietà di ricerche basate unicamente sul presunto significato secondo di immagini o descritte o raffigurate 8. Un altro quiz irrisolto resta quello
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’autore dell’opera (e dell’epoca e dell’ambiente culturale) sul ricevente; con la seconda, il ricevente proietterà invece le proprie intenzionalità
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ai compromessi, e, prima di tutto, diminuendo il titolo aureo dell’arte, ironizzando sul mito della creazione, ostendendo i surrogati in cui
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esteriori caratteri morfologici, un concetto che non si può dedurre, e che, posto sotto l’artificio dell’ipotesi di lavoro, non sarà verificato sul
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repertorio offerto dalla persona umana. Se io saprò che l’incontro con una donna dai capelli rossi e con una cicatrice sul volto, vorrà significare
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per ottenere troppo nel fronte dell’informazione si debba sacrificare qualcosa sul fronte del significato e viceversa, non significa in alcun modo che
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, iniziava un largo lavoro di riassorbimento di tutti gli studi che soprattutto in America le nuove ricerche semantiche sul linguaggio avevano fatto nascere, e
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arrivare ad «una realtà dell’arte come realtà statistica» 47. Ma il fallimento di un’estetica basata sul segno, che poi è il fallimento del tentativo
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oggetto-soggetto, come della contrapposizione cosa-valore, si fonda sul riconoscimento, riconoscimento ottenuto in via sperimentale, che uno stesso
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due realtà. D’altronde in questa duplice apertura, che la coscienza ha sul percepito, risiede la possibilità di distinzione fra realtà esistenziale e
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naturale, esterno alla coscienza, ma risulta da un intervento della coscienza sul percepito. La doppia articolazione del linguaggio, che per alcuni
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esiste una emotiva, cognitiva, conativa e fàtica: esiste solo un’intenzionalità poetica che si inserisce sul linguaggio come comunicazione verbale
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tradizione dei formalisti russi, come un mero testo linguistico, cominciando ad esaminarla sul piano dell’espressione (fonica, cioè) e qui dandoci un
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ragione tratta della ragione, del fondo. Il principio di identità potrebbe dunque essere fondato sul principio di ragione. Di tutti i princìpi primi
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La precisazione che si è raggiunta sul principio di causalità, aiuta a mettere in evidenza una distinzione che è già implicita nella critica di
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produce. La forma, se rappresenta un che in più sul contenuto, e a questo di più spetta la responsabilità dell’arte, svaluta il contenuto: ma il contenuto
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’Islamismo sul Cristianesimo 35, nonché con la necessità di far coincidere lo stadio supremo (e raggiunto al tempo di Hegel) e cioè «il regno della
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storia dell’arte esperiti dal punto di vista marxista. Poiché abbiamo già chiarito in qual caso si possa e dove non si possa far pernio sul concetto
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