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’opera d’arte in sé e per sé, nella sua struttura. Non è dunque il punto di stazione dell’autore, né il punto di stazione che noi assumiamo per
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’arte in sé e d’un modo di recepire l’opera d’arte come se si potesse prescindere dal fatto incontrovertibile che solo in virtù del trapasso da una
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Si può asserire che fino circa alla fine della seconda guerra mondiale, se pure vi erano stati vari sintomi dell’intenzione di attirare lo spettatore
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Ma se questi sono i momenti fondamentali del processo creativo, di qualsiasi processo creativo, era inevitabile che potessero introdurvisi delle
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intervenirvi (e se vi interviene, il caso della Gerusalemme conquistata insegni). Ma questi due momenti inderogabili, della creazione e della recezione
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fatto che quei modi nuovi in realtà rispondono ad uno status della coscienza attuale estremamente diffuso anche se confuso, e che si propaga ovunque
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Il «significato» di una poesia non è rappresentato dalla dimensione semantica delle parole5 se non in quanto questa permette l’intelligenza della
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degli infiniti tramiti, nello sterminato ambito dell’intersoggettività, attraverso cui quella rivelazione può avvenire, se anche, ciascuna volta, nel
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Se dunque vogliamo concludere — per provvisoria che appaia una conclusione dove tutto è de jure condendo — e vogliamo esprimerci in termini di
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, ed è come giacessero su due piani differenti e paralleli, a somiglianza di due rette volte in direzione opposta che non s’incontrano anche se
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si rivela poi a posteriori, compiuta cioè sull’impressione che l’opera d’arte genera, non sull’opera in sé e per sé.
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Su questa strada doveva prodursi non solo la perdita del trascendente ma anche quella del futuro: l’attuale riduzione al presente. Di per sé né la
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istanza un oggetto del mondo esterno, è un fenomeno. Anche se si tratta di una poesia o di una musica, la cui fisicità è mediata dalla scrittura, una
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voluto il Poggioli, fra avanguardia e arte moderna 24 non tiene conto del fatto che, se non vi è protensione verso il futuro, il titolo di
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, sicché, tale peculiarità, non richiede tanto d’essere sussunta ad una categoria, quanto di venire approfondita in se stessa. Accettando così l’opera d
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Occorre quindi un riesame che tenga conto delle mutate condizioni di questi ultimi venti anni. E il dubbio che insorge è questo. Se per caso, anche
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Occorre ora esaminare se la qualifica di fenomeno-che-fenomeno-non-è spetti solo all’opera d’arte, anche se, per come ora ne parliamo, l’opera d’arte
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massimo adeguamento, si è passati a riconoscere le qualità foniche della registrazione in sé, e quindi a valorizzare il suono trascritto come
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reca impressa strutturalmente in sé, costituzionalmente, la riduzione fenomenologica rispetto agli altri fenomeni.
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la differenziazione di pittura e fotografia, possa essersi prodotto. E tanto per fare subito un esempio concreto, se per caso l’attitudine del
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Nella pittura fiamminga il prelievo dell’oggetto non avviene in un modo simultaneo, ma ogni determinazione dell’oggetto, isolata a sé, diviene
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stesso del prelievo dell’immagine dall’oggetto, e senza fare scadere l’immagine ad esposizione referenziale dell’oggetto. Se questo, allora, sarà il
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risolve in complementarità, se rapportata dalla pluralità delle opere all’indagine ultima sull’arte. Ma tale indagine ultima non elimina le due
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durante il corso di questa analisi è fatale che si venga ad una motivazione dell’opera d’arte come se l’essenza dell’opera d’arte stessa non fosse di
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il soggetto, e potrebbe sembrare che, questo messaggio, appartenesse alla struttura primaria dell’opera d’arte in quanto tale, mentre, se è
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conosciuto mediatamente per una attività testimoniale. L’arte invece non si dà nel passato, non se ne riferisce in via testimoniale. L’arte è nel presente.
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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
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L’unica conclusione logica che dovrebbe trarsi da tale aporia, se veramente fosse irresolubile, è che non si dovrebbe parlare più né d’arte né di
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quella di messaggio. Si demanda allora se è consentaneo all’essenza dell’opera d’arte, che abbiamo concettualizzato come realtà pura, di rappresentare
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considerata in modo strumentale rispetto alla preminenza che assume il messaggio in sé e per sé: così come i mezzi fisici di cui si è servito l’autore sono
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«Messaggio è un gruppo definito, ordinato, di elementi di percezione attinti da un repertorio e raggruppati in una struttura» 22; se in ciò consiste
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Il messaggio non è in sé, la sua struttura è elaborata in vista di potere essere ricevuto, e la possibilità di essere ricevuto è insita nella sua
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percezione, nei quali può essere stilato un messaggio, e di cui il poeta stesso potrà servirsi per stilare un messaggio, ma al momento che se ne serve per la
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Vediamo se vi siano, al di fuori dell’arte, manifestazioni che presentino una caratteristica così straordinariamente contraddittoria. Ma è chiaro che
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L’esempio ha dunque chiarito un punto fondamentale, e cioè quella oscura «intelligenza di se stessa» a cui deve l’opera d’arte l’apparente
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persona che si produce in persona, non possano costituire, se isolati appositamente, un gruppo definito di elementi di percezione attinto nel generale
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Bisogna vedere ora se e come questi concetti, che servono ad una valutazione utilitaria (economica) dell’informazione, possano trasferirsi in
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della recezione dell’opera d’arte, pur se la si inquadri solo sotto quest’ultimo aspetto, e cioè dalla parte del ricevente. In questo senso l’estensione
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In fine si può concludere che dei concetti di originalità come improbabilità e ridondanza come del già noto non ci se ne può né ci se ne deve servire
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, ma, così dandosi in proprio, non comunica; se comunica, non è in questo darsi in proprio, ma per i caratteri secondari che porterà in sé e che non
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Infine, comunicazione si ha solo per quel che non si produce in presenza o, pur se si produce in presenza, deve essere interpretato, riferendosi
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pragmatismo, nello sviluppo sistematico della teoria dei segni, perseguito da Charles Morris. È evidente, infatti, che se l’opera d’arte si considera dal
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Se dunque neppure una semplice istantanea può assumersi come unicamente denotativa, si riconosce facilmente l’assurdo di qualsiasi realismo in arte
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non sono opere d’arte, anche se potranno recuperarsi all’interno di opere d’arte: l’analisi strutturale elaborata per il linguaggio, può essere
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Perciò se tutto fa sistema, nell’opera d’arte, perfino le parti non realizzate pienamente, la struttura per cui si rivela opera d’arte non sarà
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svolgere, se l’interno o l’esterno, e se in questo svolgimento, interno e esterno — come dimensioni proprie della spazialità architettonica
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ogni modo, non è affatto pacifico che cosa significhi identità» 14. Può significare che è lo stesso, lo stesso come se stesso: lo stesso con se
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Questa sottilissima deduzione, in quanto riferita al principio di ragione, coinvolgerebbe dunque anche il principio di causalità, se non si stesse
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Il problema allora è, se un contrasto simile fra le due meccaniche abbia o no portato ad un conflitto col principio di identità: ma è chiaro che, non
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Perciò non facciamo una indebita estrapolazione, se vogliamo renderci conto fino a che punto, anche nel campo dell’azione umana, il principio di
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