Le due vie
fenomenologica di quel processo, dall’origine al suo compimento. Denominammo queste due fasi costituzione d’oggetto e formulazione d’immagine.
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per ciò non più un’immagine ma un segno. Ripetiamo che queste due ipotesi, se non sembrasse, ove si parla di storia, di lasciarsi andare ad un gioco
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’opportunità di esaminare più da vicino la fenomenologia di queste due vie percorse dallo slancio creativo del nostro tempo, che così radicalmente divergono, nei
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preoccuparsi di rifondere queste aggiunte in un insieme più omogeneo, evidentemente si comportava così perché fiducioso in una corrispondenza fra loro
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esempio, le strade corridoio, gli allineamenti prospettici, le soluzioni a raggiera. Queste soluzioni, a cui si devono le superstiti meraviglie di Via
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con il gruppo di Miriorama o Gruppo T. Il resultato di queste ricerche sono degli oggetti inutili, talora semoventi o che lo spettatore può far muovere
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della immagine ai fini artistici» 17. Ma quando queste parole venivano scritte, col pensiero appuntato alla pittura informale, era accaduta, pur da
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nuova tradizione, istituire un nuovo corso, che non intende avere valore retroattivo e praticamente vuole fossilizzare il passato prossimo. Queste
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essere la coscienza, attraverso cui, prima che dalla lente, passa l’immagine che il fotografo intenziona di fissare. Perciò, anche a restare a queste
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Ma queste considerazioni, che senza proprio potersi dire ormai acquisite, furono tuttavia già da noi anticipate nel Carmine, danno ragione dei
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, fissaggio, sviluppo e stampa. Sicché, per quanto egli possa intervenire in queste tre ultime fasi, queste fasi non saranno che un’estensione del primo
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queste distanze si accorciano nel modo inverso a quanto avveniva quando la fotografia faceva Corot o Courbet o Degas. Allora era chiaro che la visione
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Naturalmente la possibilità di queste deviazioni era insita nella natura ambigua del cinema come riproduzione. Il ragionamento che serviva a
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, anche recente. E d’altronde serve sempre meglio ad accentuare le somiglianze e le divergenze fra pittura e fotografia, anche quando queste sembrano
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tempo un’auto-descrizione; c’era senza dubbio un’estesa identificazione fra Leonardo e lui» 10. Queste sono osservazioni illuminanti. Se sono esatte — e
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problema ontologico della differenziazione di queste due realtà, dove non c’è altro modo possibile di porsi come realtà, se non realizzando una presenza. Ma
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»20 che non possono chiamarsi pienamente opere d’arte allo stesso titolo, eppure non sono né gratuite né irrilevanti per la coscienza: in queste
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come insieme di possibilità) di un sistema di simboli, cosicché tanto più numerose saranno queste possibilità, tanto più informativo sarà il sistema
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, quanto valutare l’utilità che si può trarre, e a maggior ragione la legittimità, nell’applicare queste coppie di concetti alla analisi della struttura e
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È bene sottolineare però che, nella trattazione della teoria dei segni, Morris non si partì dalle opere d’arte, ma queste vennero a cadere come per
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. Teyssèdre riconosce in queste antinomie il dramma stesso del pensiero moderno, diviso fra semantica e dialettica. Concordiamo nell’analisi, ma osserviamo
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è affatto necessario segmentare questo reale in tante unità e costituire queste unità in segni sostanzialmente differenti dall’oggetto che esprimono
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Da tutte queste analisi su differenti strati scaturiscono varie opposizioni, che danno, per così dire, a vari livelli la base strutturale dell
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queste due direzioni opposte sia di troppo posteriore a quegli esordi. Ma il trapasso da principio a causa e viceversa si produceva in modo quasi
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, aggiunge che, a voler fare la lezione a Leibniz su queste considerazioni, si rischia di precludersi la via a quello che il pensiero di Leibniz ha di
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, ma solo delle strutture formali adatte all’esperienza diretta, in quanto sfera immediata offerta ai nostri sensi. Queste strutture, o schemi spontanei
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, talché dove queste misure esatte non si possano ottenere contemporaneamente, si passa dall’assolutezza della legge alla probabilità della media
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proposizione stessa presumeva la formulazione di ipotesi di possibilità oggettiva. Ed è evidente che allora implicitamente queste rappresentano una
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le forme della coscienza, religione, filosofia, morale, ecc. ecc., e seguire sulla base di queste il processo della sua origine, ciò che consente
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marxista, delle incertezze a cui dà luogo un metodo d’indagine pensato e svolto indipendentemente dalle opere d’arte, e a queste applicato d’autorità
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