Le due vie
Fin dall’inizio del pensiero speculativo sull’arte è stata avvertita una bipolarità. Tuttavia un rilievo in primo luogo colpisce, che questa
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irriducibile. Ma, questi due punti di stazione, non coincidono con quello dell’autore e con quello dello spettatore. Col primo punto ci volgiamo all
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Bisogna tuttavia prevenire un’obbiezione. E cioè: tanto il primo modo di considerare l’opera d’arte, nella sua struttura, quanto il secondo, al
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La grande bipartizione che abbiamo tracciato per la critica d’arte, in primo luogo come indagine sulla struttura dell’opera in quanto opera d’arte, e
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, neppure nel primo caso, un’apertura dell’opera, e, cioè, secondo la nostra teoria, l’assenza di una fase del processo creativo, in cui lo spettatore si
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Lasciando da parte quanto si riferisce al primo punto di stazione, per cui ci riferiamo a quello che, a diverse riprese, abbiamo scritto in proposito
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comunichi un’emozione al ricevente. Nel primo caso si perde la specificità dell’opera d’arte, nel secondo la si lascia in balia del ricevente: nell’un
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all’oggettualizzazione dell’opera d’arte come merce è tuttavia duplice: il primo riguarda il fatto che l’opera d’arte sia considerata per i soli mezzi
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dell’artista a trovarsi legata dalla parte del ricevente. Ed è questo che in primo luogo determina il fatto inconsueto che la diffusione dell’arte
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Sfrondando allora questo particolare evento, e riducendolo ai suoi caratteri peculiari, troviamo in primo luogo che l’opera d’arte, in quanto è
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soli dieci anni dal suo primo apparire (è del 1955 il primo quadro col bersaglio, chiaramente neo-dada, di Jasper Johns) si è vista già canonizzata
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rivolto al passato, al primo astrattismo, e non al futuro, e quindi segnava il passo, il movimento che è venuto dopo, l’informale, non è stato avanguardia
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quando il parallelismo risultava palmare, fino al 1910, questo parallelismo non togliesse di vista qualche particolarità che in primo luogo era apparsa
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caratterizzata per la pittura dalla soppressione del primo momento della costituzione di oggetto. Quel che accomuna astrattismo e informale, oltre al rapporto di
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, fissaggio, sviluppo e stampa. Sicché, per quanto egli possa intervenire in queste tre ultime fasi, queste fasi non saranno che un’estensione del primo
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È evidente che quanto si è detto per la fotografia deve valere anche per il cinematografo, che in primo luogo è fotografia: donde i ripetuti
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possibili, con 1’«oggettività» che al cinema discende dalla fotografia, per cui è in primo luogo reportage. E come la fotografia è stata intenzionata
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enunciato resulterà chiaro che nel primo caso si tratterà unicamente di un fenomeno riproduttivo, in cui l’oggetto, come si è spiegato differenziando l
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In primo luogo allora il problema si pone come necessità di distinguere se l’adeguazione dell’immagine all’oggetto deriva da sottrazione
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primo Braque e in Picasso. Col volgere poi del gusto del collage, il modo stesso di dare in proprio un oggetto, in Schwitters soprattutto, in che
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ricevente non può non attestare, nel suo riconoscimento, un riflesso, un epifenomeno rispetto al primo ingresso dell’opera d’arte nel mondo.
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quel che la fa peculiarmente altra dal fenomeno, accada invece che venga così fraintesa e stravolta, basterà si ricordi, come già si è detto, in primo
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’opera d’arte: il primo, è detto soggetto primario o naturale: è quello che si condensa nella mera denotazione, come dire un fiore, un cavallo; il
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filologico con cui si riesce o si tenta di esplicitare il primo e il secondo strato, occorre «un’intuizione sintetica che può essere più sviluppata in un
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Viene ora un latinista, il Della Corte 19, che ci dice in primo luogo come, la traduzione proposta dal Panofsky, è possibile senza essere l’unica e
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Heidegger, indagando l’origine dell’opera d’arte 5, comincia in primo luogo a distinguere in che differisca l'esser-cosa dell’opera d’arte rispetto
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mondo’ hegeliano. La ‘forma autonoma’ della particolarità, l’opera d’arte, è al contrario in primo luogo qualche cosa di creato dall’uomo che non pretende
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raffigura una realtà in sé conclusa. Ma qui bisogna definire meglio la parola realtà. In primo luogo la sua peculiarità, apparentemente paradossale
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processo in contumacia, o addirittura le esequie? 13 Occorre allora esaminare in primo luogo se l’aporia fondamentale dell’estetica, che paralizzerebbe la
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vanno tenuti nettamente separati i due momenti, indipendenti eppure complementari, perché senza il primo non vi sarebbe il secondo, ma senza il secondo
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Si sono così distinte le attitudini fondamentali che possono essere assunte dal ricevente verso l’opera d’arte. In primo luogo sta l’attitudine di
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Come primo rilievo occorrerà precisare che la concezione dell’opera d’arte come messaggio non si aggiunge ma innova radicalmente rispetto all’opera d
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come primo rispetto al comportamento che assumerà una coscienza prendendone atto: e cioè il caso, ad esempio in cui apro una porta, dietro cui non
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quanto possa modificare il comportamento umano, e quindi in primo luogo rispetto al ricevente e in secondo luogo rispetto al mezzo di trasmissione
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In un primo momento, delineando la Teoria dei Segni, il Morris si limitava ad includere anche le opere d’arte fra i segni, definendo l’estetica
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Il paradosso della fotografia consiste allora nel fatto che, mentre si pone al primo avvicinamento come messaggio senza codice, messaggio continuo, a
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Si precisa allora il problema dell’ambito a cui appartenga in via assoluta il primo e fondamentale momento della critica d’arte, che abbiamo definito
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rientrano nel primo ramo e quali nel secondo. Sarà la struttura stessa dell’opera a indicare volta per volta in che consista la sua essenza, e quali invece
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Sarà chiaro, allora, che la distinzione fra quello che appartenga al primo o al secondo ramo della critica non si è intesa qui formalisticamente, ma
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specificità umana dell’uomo, specificità che in primo luogo si documenta nella semiosi, come intellezione in atto. Della semiologia generale infatti il
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primo a dovere essere chiarito è il concetto di causa, secondo che è stato già accennato nel capitolo iniziale. E si dice il primo, a questo luogo
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. Ma, proprio nella teorizzazione di Aristotele, la proliferazione delle quattro cause dal principio primo, dall’«o della causa prima, esibisce il
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principio di contraddizione) anche il principio di ragione sufficiente. Il primo tentativo è nello stesso Leibniz, che, nella premessa medesima alla
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piccolo: nel primo campo, che abbraccia la meccanica classica, ed è quello dell’esperienza diretta, resta valido il principio di causalità, nel secondo
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’inconciliabilità resultasse col primo. Infatti il principio di indeterminazione non contrasta col principio di identità, ma col principio di causalità
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tecnica. Il principio di causalità si trova dunque disceso, da principio primo valido in ogni caso, a principio modellato (sulla base della correlazione
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questo secondo caso, ma la causa della non accensione (come la causa dell’accensione, nel primo caso) è l’interruttore. La distinzione così abbozzata
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della corrente in luce, dal nesso interventoumano-accensione della lampadina: di questi due nessi, il primo si configura come quello che, senza la
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risulteranno apparenti e non omogenee, e l’intreccio di intenzionalità, la cui motivazione è da ricercarsi in primo luogo nell’individuo avanti che nelle forze d
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di causa, anche per la storia dell’arte come apparizione dell’opera nel mondo dell’esperienza, mentre la struttura dialettica si rintraccia in primo
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