Le due vie
contrapporsi e di cui pertanto costituiscono a latere come un effetto secondario. La loro presenza in seno al momento attuale della nostra civiltà non è né
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mascherare una costituzione d’oggetto che non è avvenuta, un investimento simbolico truccato. Ben altra cosa è la vivida presenza con cui si realizza l
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reale della fotografia: la sua irrealtà sta nel qui, perché la fotografia non è mai vissuta come illusione, non è mai una presenza (contrariamente
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nessuna prosecuzione nello spettatore, gli si impone dall’esterno come un incubo, e non è neppure una presenza virtuale come l’arcobaleno, ma si pone
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sulla presenza stessa che realizza la realtà esistenziale.
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la quantità di determinazioni fenomeniche che può possedere. Avanza, e, in questo avanzare, c’è il distacco dalla presenza usuale che realizza e il
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costituire una presenza, ma unicamente una semiosi. Non basta dire, come fa l’Eissler, «ogni opera d’arte è anche un problema psicologico»7 per trasformare
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ricordo delle illazioni che si volle trarre dalla presenza delle arpie nel piedistallo della famosa Madonna di Andrea del Sarto. Le arpie, incongruo
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L’opera d’arte realizza una presenza; ma noi sappiamo che, nel realizzare una presenza, l’opera d’arte si pone al tempo stesso altra dal fenomeno. L
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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
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, interrogare questo fenomeno che è la montagna, e cioè accantonare la sua presenza imminente, oggettivandola, per indagare come si sia formata, di quali
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Se mi pongo di fronte ad un’opera d’arte, può darsi che non la recepisca in me come tale, ma se la recepisco, la sua presenza non sarà meno diretta e
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Riconoscere che, realizzando una presenza immediata per la coscienza, l’opera d’arte si pone come realtà, in modo diverso e paritetico alla realtà
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’arte intesa nella presenza che realizza. L’opera d’arte si trova ad essere configurata, una volta rescisso il cordone ombelicale con l’autore, come
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presenza dell’opera d’arte.
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Dovremmo dunque ricercare qualcosa di simile non in produzioni collaterali al messaggio, ma dove si determini una presenza analoga a quella che si
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Si scopre allora che la comunicazione riguarda sempre qualcosa che non è presente, astante: la comunicazione informa di una presenza che è altrove o
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conformazione di messaggio. L’opera d’arte, in quanto ha come carattere costitutivo e assoluto di prodursi in presenza, non può trasmettere un messaggio che in
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, quasi in senso chimico, in sostanza conoscitiva, invece del darsi «in presenza» dell’immagine nella sua specularità o foneticità (secondo che è l’essenza
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A questo punto abbiamo dunque raggiunto un’importante certezza: l’opera d’arte è opera d’arte in quanto realizza una presenza, si costituisce astante
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in presenza; nel messaggio il costituirsi in presenza è strumentale rispetto alla informazione di qualcosa che non si produce in presenza. Nell’opera
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Infine, comunicazione si ha solo per quel che non si produce in presenza o, pur se si produce in presenza, deve essere interpretato, riferendosi
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messaggio deve trasmettere, che è di cosa che non si produce in presenza, deriva il carattere meramente strumentale di quel «gruppo di elementi»: l
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quanto non implicherebbe un atto di esperienza successivo (Yerkes), o in altre parole non suscita alcuna azione appropriata alla presenza del suo oggetto
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è segno, mira a colpire unicamente il fatto che l’opera d’arte è recepita come opera dell’uomo e come tale è un «segno della presenza dell’uomo nel
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mio modo di percepire, con tutte le assunzioni e le aspettanze che interagiscono, che trarrà un apparente messaggio dalla presenza percepita delle
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presenza non esistenziale, un’astanza, e tale presenza si produce solo in quanto viene a manifestarsi ad una coscienza, il modo di presentificarsi alla
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affievolita o compromessa. La rivalutazione della pittura preistorica del paleolitico, per cui la storicità va dedotta dalla sua presenza, ne è la migliore
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, e a diversi livelli, differenti messaggi, mette in evidenza un’opposizione fondamentale fra il costituirsi in presenza come realtà pura dell’opera d
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contrapposizione di una realtà non astante di cui quella astante assume la rappresentanza. Nel far ciò la presenza dell’oggetto, l’imminenza del percepito, è
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diverso livello, non bisogna dimenticare che, proprio per l’opera d’arte, la co-presenza di messaggi nel contesto, che tuttavia non è un messaggio
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concettualmente determinate ‘condizioni’, le quali avrebbero appunto prodotto quell’effetto anche in presenza di un gran numero di altre condizioni
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concreti della dialettica con rapporti meccanici.» Così postilla Lukàcs 42, e certo alla presenza della dialettica nel materialismo storico si deve
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