Le due vie
semplicemente di attuarne nel presente la struttura potenziale per cui le infinite combinazioni preordinatamente sono rese possibili. Goethe che, per
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’esistenza nel suo farsi, né di un futuro escatologico, ma del futuro quale dimensione del tempo reale. La riduzione della vita umana al presente, l
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alienazione, la quale, ripetiamo, è un epifenomeno rispetto alla perdita del futuro, è nell’alienazione della coscienza attuale al presente, che sta l
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La perdita del futuro, come riduzione dell’essere all’esistere, dato nel presente, costituisce dunque la dimensione ontologica negativa della nostra
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feticizzazione avviene non sul valore formale ma sul valore di scambio dell’opera, sul successo come l’avrà in quel solo presente a cui è ridotta l’esistenza
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eccettuato un filone che non rappresenta né il protendersi nel presente di un passato tradizionale né la resultanza d’imperio di un indirizzo politico
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. La ratio prima è la carenza ontologica e la riduzione al presente che sta alla base dello stesso processo di incremento forsennato dell’evoluzione
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Su questa strada doveva prodursi non solo la perdita del trascendente ma anche quella del futuro: l’attuale riduzione al presente. Di per sé né la
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esibisca il suo iter creativo completo, lasciando allo spettatore solo di sedersi e mirare, e arrestando il tempo all’eternità di un presente
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suo tempo. «Tenendo presente — ha osservato Piero Rafia — il criterio di importanza gerarchica con cui nel suo sistema tutte le attività culturali si
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attuale: né può prendersi in seria considerazione un’avanguardia del presente, perché concetto in sé contraddittorio, né far consistere l’avanguardia nel
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Eversione rispetto al passato e protensione verso il futuro, non accampamento nel presente: colpo di mano verso il futuro, tale è l’avanguardia. Il
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scarpa troppo larga per chi si sente esistere solo nell'hic et nunc del presente. Sperimentalismo che ignora deliberatamente la meta di arrivo, la
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avanguardia scade a designare il semplice traguardo del presente. Sicché se l’astrattismo di ripresa post-bellica non era avanguardia, perché chiaramente
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’«et» a ego e non ad Arcadia, e sottintendendo perciò un verbo al passato invece che al presente, come esigerebbe la grammatica latina. Questo, secondo
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Ora, la storia si fa del passato, non c’è storia del presente: nel presente, per la storia, c’è uno svolgimento in atto che viene ad essere
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’arte, non può dunque mai essere controbilanciato, né compensato da ciò che si trova presente e disponibile [dalla realtà esistenziale]» 8.
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Questa realtà che si rivela in pura astanza, e si riproduce quindi come un eterno presente, non è infine un’incongruenza né per la logica né per la
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Si scopre allora che la comunicazione riguarda sempre qualcosa che non è presente, astante: la comunicazione informa di una presenza che è altrove o
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, non sarà più nel presente in quanto ha agito precedentemente al fatto della caduta. Quindi l’informazione non avviene nel prodursi in presenza, ma
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considerazione dell’opera in sé e per sé, che rappresentava proprio il momento liberatorio dell’artista. Ciò che soprattutto va tenuto presente in sede
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scavalcherà il presente, e quindi l’astanza, nell’aspettanza, nella proiezione del futuro temporale che quei sintomi promettono. Nel porre dunque il
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, non si dissolve come percepito. Presente e assente al tempo stesso. La semiosi è pertanto il processo in atto dell’intellezione, e, in quanto tale
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semantiche: si osserva che la prima strofe e la quarta formano cornice per il resto della poesia; la seconda e la terza trattano d’un presente che ha
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passato, a livello superiore, non una legge per conoscere il futuro nel suo sviluppo effettuale: neppure il presente, in quanto necessita, per essere
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. Tanto più questo dovrà tenersi presente per la storia dell’arte, anche se non si tratti di storia come individuazione dell’opera d’arte-realtà pura, ma
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