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’opera d’arte in sé e per sé, nella sua struttura. Non è dunque il punto di stazione dell’autore, né il punto di stazione che noi assumiamo per
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all’oggetto, e che intendesse disfarsi dell’oggetto per proiettare direttamente, e non più per interposto oggetto, il proprio stato d’animo, creando
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In altri casi, soprattutto per opere letterarie ma anche per pitture, può darsi che le intenzionalità semantiche dell’autore siano state immesse come
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Se dunque vogliamo concludere — per provvisoria che appaia una conclusione dove tutto è de jure condendo — e vogliamo esprimerci in termini di
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sottolineare che l’integrazione richiesta dal nostro tempo non indizia disprezzo per la forma, ma anzi l’intenzione di collaborarvi in extremis, di non
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In realtà la gloria di Wright da un lato e di Gropius dall’altro fu l’individuazione di un decisivo tema per l’architettura, e codesto tema fu l
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Lasciando da parte quanto si riferisce al primo punto di stazione, per cui ci riferiamo a quello che, a diverse riprese, abbiamo scritto in proposito
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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e
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Per un oggetto qualsiasi, il valore d’uso è fondamentale per la sua qualificazione economica in quanto merce, e costituisce la base del valore di
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rapporto dialettico che dovrà essere esaminato di volta in volta. È per questo che noi riteniamo che la dialettizzazione fondamentale dell’arte contemporanea
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di mezzi tanto più efficaci, quali, per esempio, il cinematografo, se, ancora, non si può fare a meno di constatare che, se il cinematografo è più
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Per Hegel la morte dell’arte era una deduzione del suo sistema più che derivazione dell’apprezzamento, pur tendenzialmente negativo, dell’arte del
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lastra di Niepce del 1826, per ragioni non ricercate di impurità del peltro, sembra addirittura anticipare Seurat, impossibile invece non pensare alla
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Perciò qualsiasi ricognizione si faccia, in quel secolo fatidico per la fotografia e per la pittura che fu l’Ottocento, fotografia e pittura si
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maggiore avvicinamento, in quanto che questo avvicinamento non avviene più, per consonanza apparente, nello stadio della costituzione d’oggetto, nella
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È evidente che quanto si è detto per la fotografia deve valere anche per il cinematografo, che in primo luogo è fotografia: donde i ripetuti
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Photographie di Otto Steinert (1952), che per mettere in valore «l’impulso creatore del fotografo individuale» ammette l’utilizzazione di tutti i mezzi
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Questo assoluto parallelismo fra cinema e fotografia è confermato dal fatto che per il cinema, ancor più che per la fotografia si è avuto la gara per
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Ma se anche nella fotografia del cinema si vede passare (per approssimazione più sfuggente dato il movimento delle immagini) la storia della pittura
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A questa sottilissima analisi si può solo obbiettare, ma è obbiezione fondamentale per noi, che è stata esperita sulla recezione della fotografia
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svalutare, per Platone, la realtà esistenziale e l’arte, rispetto all’idea, offre spontaneamente il modello per 71 aiutare la fotografia e il cinema in
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trascritto e non per l’assimilazione al suono fisico che riproduce. Si è reso cosciente il trapasso integrandolo con un trapasso nella coscienza, che lo isola
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piuttosto che a restringersi: né certo è da prevedere che l’incremento dell’automazione possa ridurne la portata. Per questo, la cultura massificata è
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La recezione dell’opera d’arte come tale indizia allora la collimazione reciproca dell’opera d’arte e della coscienza ricevente, ma proprio per
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Ma a questo grado superiore, che per noi porterà alla fondazione dell’arte come realtà pura, per il momento ci arresteremo, poiché non riguarda la
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intenzionalità, altre da quella fondamentale per cui l’opera d’arte è intenzionata come tale, non hanno diritto d’ingresso. Un nuovo investimento
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fotografia: va notato subito tuttavia che l’evento si era presentato per la pittura già indipendentemente dalla fotografia, che non era ancor nata, come
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Appunto per questo, non potendo, per il fine che ci muove, analizzare tutti i casi che a noi sembrano si siano dati, siamo costretti ad anticipare le
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consisteva in un apporto successivo della formulazione. Quando, per il contatto con la sintesi spaziale italiana, il costituirsi addizionale dell
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Ora, la storia si fa del passato, non c’è storia del presente: nel presente, per la storia, c’è uno svolgimento in atto che viene ad essere
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Per quanto, infatti, la caratteristica di monumento storico competa inscindibilmente all’opera d’arte, è indubbio che, intenzionando nell’opera d
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, interrogare questo fenomeno che è la montagna, e cioè accantonare la sua presenza imminente, oggettivandola, per indagare come si sia formata, di quali
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Donde il riferimento a Lenin, per cui «l’arte non chiede che le sue opere vengano riconosciute come realtà», rafforza l’interpretazione dell’arte
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non è irremovibile. Si articola infatti su ima petizione di principio: quando si postula l’esistenza di opere d’arte per potere dedurre l’arte e quindi
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se l’attitudine che assume la coscienza per decifrare (decodificare) un messaggio sia compatibile o no con l’attitudine per cui si realizza la
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Questi nuovi concetti hanno un’utilizzazione evidente per il campo per cui sono stati formulati, il campo cioè dove l’informazione si valuta per
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per la valutazione in sé dell’opera d’arte, non rappresentano categorie formali, ma costituiscono i criteri per ricollegare e leggere l’opera d’arte
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recuperare una peculiarità di connotazioni che lo fissino, per così dire, non già in una impossibile oggettività, in una chimerica denotatività
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, per di più pretendendo di surrogare l’indagine sulla struttura con la registrazione del comportamento del ricevente. Quasi che la trasformazione della
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, avulso dal suo contesto, che la coscienza investirà le sue intenzioni per lo più ineffabili, ma proprio come un’investitura di significato
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no, contiene, si dovrebbe risalire alla specificità stessa dell’opera, per cui è opera d’arte e per cui ha un valore insostituibile per la coscienza.
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, anche se in via subordinata alcuni significati convoglia e trasmette. Per questo l’analisi strutturale del linguaggio che è stata mirabilmente portata
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Così lo Jakobson, per giudicare erroneo di contrapporre poetica a linguistica sulla base che, avendo la poetica per compito di emettere dei giudizi
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dove, naturalmente, l’opera d’arte si manifesta per il tramite di una lingua, e i resultati conseguiti nell’analisi dei miti, e dei racconti popolari da
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Perciò se tutto fa sistema, nell’opera d’arte, perfino le parti non realizzate pienamente, la struttura per cui si rivela opera d’arte non sarà
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’Ottocento, si può, più che per qualsiasi altro periodo dell’architettura, constatare come dall’Alberti al Palladio lo sforzo teorico fu di costituire l
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diversissimi schemi di leggi naturali agli stessi processi fisici, senza contraddirsi.» 29 Per questo abbiamo parlato di sinecismo per i due principi. Ma è
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indispensabili per la verifica, il principio decade, e che, questa situazione, non dipende da uno stadio imperfetto della scienza o della tecnica, ma è
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complementarità37che interviene nella meccanica quantistica, ad esempio per la concezione corpuscolare e per quella ondulatoria della luce, che sembrerebbero
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Abbiamo preferito dare la critica di un marxista ad un saggio di critica d’arte marxista, per esemplificare, senza che ci si possa accusare di
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