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fenomenologica di quel processo, dall’origine al suo compimento. Denominammo queste due fasi costituzione d’oggetto e formulazione d’immagine.
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all’oggetto, e che intendesse disfarsi dell’oggetto per proiettare direttamente, e non più per interposto oggetto, il proprio stato d’animo, creando
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Riconoscemmo a suo tempo la prima eventualità — l’arrestarsi cioè alla costituzione dell’oggetto — nella fotografia e nel cinematografo. Più tardi
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arbitrario. Accettare invece come costituzione d’oggetto un tableau-piège di Spoerri o un combine-painting di Rauschenberg, non è un atto arbitrario; e
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riguardano sarebbero prive di verifica e quindi di senso, oppure, se si ammette che la coscienza possa intenzionare un siffatto oggetto, che nell
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questo insieme urbanistico possa presentarsi come oggetto costituito piuttosto che come immagine già formulata. In secondo luogo, sia l’oggetto
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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e
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porsi sul piano dell’arte pura, con l’oggetto cioè o con la progettazione dell’oggetto. Fra design e pittura bisogna spostare i piani di riferimento
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, dall'immagine formulata all’oggetto costituito; il neo-dada prima e la pop-art poi, rispondono ad una stessa richiesta; la differenza unica fra le due essendo
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loro stessa struttura. E di contro alla pop-art che indizia la ripresa del moto di ascesa nell’oggetto prelevato e riscattato al termine del consumo
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istanza un oggetto del mondo esterno, è un fenomeno. Anche se si tratta di una poesia o di una musica, la cui fisicità è mediata dalla scrittura, una
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, come nei trapassi dell’evoluzione della specie, è venuta a strutturarsi. L’oggetto non è cosa o roba, non implica l’annullamento del soggetto, come
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presentazione dell’oggetto tout court tende ad affievolirsi, ad attenuarsi; a recuperare una ritmica diversa da quella dell’oggetto del mondo della vita
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caratterizzata per la pittura dalla soppressione del primo momento della costituzione di oggetto. Quel che accomuna astrattismo e informale, oltre al rapporto di
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in oggetto un determinato fotogramma.
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quella del pittore. Ora è chiaro che il pittore, nel costituirsi l’oggetto, non si pone come spettatore dell’oggetto, ma anzi sospende l’oggetto dal
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Vi è allora un’ambivalenza, nel modo di porsi in relazione con l’oggetto: da un lato la coscienza lo visualizza in maniera da isolarlo e farsene un
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stampandosi con la serigrafia sulla tela stessa, sia addirittura retrocedendo dalla foto all’oggetto, come in certi aspetti della pop-art. Ma questo è
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Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come
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di massimo riavvicinamento, seguono non già un percorso rettilineo ma sinusoidale, e del resto la calamitazione verso la resa dell’oggetto, reintegrato
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maggiore avvicinamento, in quanto che questo avvicinamento non avviene più, per consonanza apparente, nello stadio della costituzione d’oggetto, nella
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, rovesciandola, l’ambivalenza del fotografo riguardò all’oggetto.
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Quando la coscienza riconosce in un oggetto un’opera dell’uomo, eccettua in quel momento stesso, dal contesto dei dati del mondo della vita, un
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distinzione non può farsi da altro punto di partenza che dal modo con cui l’oggetto va intenzionato nella fotografia, che, secondo che si è visto
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misconoscere il modo di prospettarsi all’oggetto, che è proprio della fotografia, per suggerire degli stilemi, ai quali rimarrà sempre una troppo alta
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di colpire fotografia e cinema all’atto del prelievo dell’oggetto. Le strutture che si possono enucleare per la recezione della fotografia o del
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ragione dell’approssimazione maggiore alla realtà esistenziale, sia fermata nell’oggetto immobile, sia nel continuum di una vicenda. La tendenza a vedere
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E cioè il suono fotografato ha subito un’evoluzione simile a quella dell’oggetto visivo, in quanto che dallo scrupolo iniziale di registrazione come
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Nell’autore l’atto simbolico della costituzione di oggetto si esaudiva e si esauriva nella formulazione d’immagine, ma nel ricevente le eventuali
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Quando si è trattato del rapporto fra fotografia e pittura, abbiamo accennato alla calamitazione, per la pittura, verso la resa dell’oggetto
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La resa dell’oggetto intenzionato, nelle più minute particolarità, è una direzione ricorrente durante il corso della storia della pittura e della
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In primo luogo allora il problema si pone come necessità di distinguere se l’adeguazione dell’immagine all’oggetto deriva da sottrazione
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oggetto familiare, per cui si sovrappone una immagine stereotipa all’aspetto che effettivamente l’oggetto presenta. Tutto questo, anche se detto in
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Ma proprio questi esempi chiariscono il problema: il trompel’oeil, se e in quanto possa essere sostituito dall’oggetto stesso o sostituirglisi, ci dà
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quanto che la pittura moderna fino a poco fa aveva praticamente estromesso l’oggetto, si modella sulla fotografia, e, proprio in questo modellarsi sulla
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Nella pittura fiamminga il prelievo dell’oggetto non avviene in un modo simultaneo, ma ogni determinazione dell’oggetto, isolata a sé, diviene
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stesso del prelievo dell’immagine dall’oggetto, e senza fare scadere l’immagine ad esposizione referenziale dell’oggetto. Se questo, allora, sarà il
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Il costituirsi addizionale dell’oggetto nella pittura fiamminga spiega come questa pittura poté nascere con un salto qualitativo innegabile rispetto
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, alla versione in prosa dell’oggetto piuttosto che rappresentarne la verifica in natura. Naturalmente, nella pittura olandese, dopo i pochi grandi, si
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del genere può essere espletata anche su un oggetto che non sia recepito come opera d’arte, questo mette subito in evidenza che non appartiene al
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, «nella misura in cui studia un certo funzionamento dei segni, una disciplina semiotica» 35. Un anno dopo, prendendo in oggetto specificatamente il
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qualsiasi oggetto intenzionato, non essendo sufficiente il trapasso da oggettività, in un qualsiasi reperto naturale, a oggettualità, una volta che il reperto
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L’oggettualizzazione, che è l’intenzione stessa rivolta all’oggetto, se si considera dal punto di vista semantico, si configura come connotazione. A
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Tornando allora alla nostra asserzione che si debba escludere un momento puramente denotativo nella percezione di un oggetto esterno, questa
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Noi dunque accettiamo che una conoscenza assolutamente oggettiva dell’oggetto non si possa avere, postuliamo che percepire è già connotare, ma la
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L’operazione che avviene nella costituzione d’oggetto è inversa, in quanto che all’oggetto estratto dal flusso dell’esistenza si intende di fare
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scelta fra il costituirsi del percepito nella sua flagranza o astanza come oggetto a sé o, attraverso quella astanza, come segno di qualche altra
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Nella costituzione d’oggetto 3 si ha l’imposizione di un senso all’oggetto, arrestato, sospeso dal flusso esistenziale: ed è su questo percepito
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Nella semiosi, perciò, non si postula un cambiamento di sostanza dell’oggetto, ma è il percepito che assume una diversa struttura: la quale, in
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storico a noi più noto e familiare. E come la dialettica struttura costituzionalmente lo stesso proporsi dell’oggetto nell’affabulazione creativa — quello
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