Le due vie
Il secondo punto di stazione non sarà neppure il punto di stazione di un determinato spettatore o ricevente, ma considererà l’opera d’arte
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approssimarci all’opera cercando di sostituirci o di riprodurre in noi l’autore in situazione di creare o mentre crea l’opera. Rappresenta invece il punto di
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filologia di mettere a contributo le fonti dalle quali si può dedurre il genere di dialettica che di volta in volta si è stabilita, o perché non si è
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che la sintesi finale si possa credere di poterla concludere nel foro interiore del ricevente, che completi in sé il processo mutilo o interrotto. Ove
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D’altro canto l’intervento per compensazione da parte del ricevente-fruitore non può ritenersi o nullo o disprezzabile in quanto che, quello che si
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D’altronde nei casi che non possano attribuirsi ad incapacità o ad impotenza — e troppi di cotali esempi se ne può dare in ogni epoca e per qualsiasi
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Perché tuttavia l’opera sia riconosciuta come opera d’arte, e non come un’opera o mancata o incompiuta o prodotto fortuito, bisogna che all’analisi
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allo stato infusionale nell’opera, nessuna di esse da sola rappresentando, per volontà esplicita dell’autore e non per scelta o appropriazione dello
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fondazione, sembra già troppo acquisita o consolidata in un processo non meno immutabile e canonico di quello dell’opera d’arte chiusa. Tuttavia
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, smarrimento assoluto, e non vale socialità e progresso a salvare l’architettura di quel secolo. Né il Liberty o Jugend Stil o Art Nouveau segnò una
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parte del ricevente o fruitore, si trovano nella necessità di buttare alla deriva tutta o una parte della specificità dell’opera d’arte, sia, come
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scienza o comunque la cultura dell’epoca vedono la realtà» 5; noi contestiamo di rappresentare una riattivazione della concezione deterministica dell
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-costruttivismo o di arte programmata, un rapporto di sostituzione del design stesso. «L’aspirazione iniziale delle correnti costruttiviste — ha scritto
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istanza un oggetto del mondo esterno, è un fenomeno. Anche se si tratta di una poesia o di una musica, la cui fisicità è mediata dalla scrittura, una
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, non è ricollegata nessuna sussunzione ad un concetto empirico o ad uno schema preconcettuale. Incontrandomi con una bestia o una pianta che non ho mai
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realtà, anche questa realtà, con i debiti passaggi, verrà a consustanziare la pittura, e il transito da fotografia a pittura o la preminenza di
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queste distanze si accorciano nel modo inverso a quanto avveniva quando la fotografia faceva Corot o Courbet o Degas. Allora era chiaro che la visione
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paleolitica, o la plastica di cui consta un catino moderno, non è, per il fatto d’essere manico, punta di freccia o catino, meno legno, meno selce, meno
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A riprova di ciò sta il fatto che, nel cinema più avanzato, non si cerca tanto l’assimilazione al teatro o al racconto o alla pittura, quanto l
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simbolico, dalla parte del ricevente, ha corso solo per il ricevente e non tocca l’opera, che viene fatta ridiscendere a fenomeno in cui si accentua o si
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pittore fiammingo nella prima metà del XV secolo o di un pittore di nature morte olandesi del XVII secolo, siano da assimilarsi al modo di porsi in
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un’astanza, non esclude certamente, come abbiamo già lungamente spiegato in antecedenza, che un messaggio o vari messaggi possano essere contenuti nell
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La ricerca di tali messaggi insiti o collaterali nell’opera risente naturalmente di tutte le incertezze e i possibili capovolgimenti che la ricerca
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determinato, e voglia quindi configurare la valutazione dell’opera d’arte come esplicitazione dei sensi reconditi o del significato assunto per una data epoca o
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’opera d’arte: il primo, è detto soggetto primario o naturale: è quello che si condensa nella mera denotazione, come dire un fiore, un cavallo; il
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a volta a volta costituita di legno o di tela, di colori o di metalli, di pietra o di notazioni scritte, fino all’indagine su quello che possa avere
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strati geologici sia composta, e anche che cosa abbia significato per un dato popolo o lungo il succedersi delle varie epoche.
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Ma l’arte come «realtà pura» non si porrà quale una categoria soprastorica, ens rationis o mero flatus vocis, contro cui è stato celebrato il
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della recezione stessa o addirittura della mancata recezione di una stessa opera d’arte (lunghi periodi di misconoscimento o oblio dell’arte gotica
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coscienza, segnerà altrettanti momenti storici individui, mediati ogni volta da una personalità di base o transazionalità diversa, e quindi irriproducibile
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o comunque contenere un messaggio. Ma parlare di messaggio, è porre al tempo stesso la necessità di decifrarlo. Si domanda perciò in seconda istanza
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quanto sarebbe l’andamento regolare, nella formula dell’informazione, proprio l’originalità o informazione è l’anomalia che sorge nella massa nota
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Non diversa ambiguità sorge nell’applicazione delle due coppie di opposti o presentati tali, originalità — ridondanza e informazione —significato.
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Infine, comunicazione si ha solo per quel che non si produce in presenza o, pur se si produce in presenza, deve essere interpretato, riferendosi
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usarsi. Nell'opera d’arte, dove il gruppo non è strumentale, non si potrebbe variare, senza, con questo, o distruggere l’opera d’arte, o produrne una
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come messaggio o, per maggiore esattezza, come comunicazione, aveva sottofondato parzialmente, parzialmente aveva risalito durante tutta la sua storia
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dell’opera d’arte dalla parte della recezione è perfettamente legittima, purché si attenga al punto di stazione prescelto e non intenda assorbire o
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doveva comparire la figuratività dell’opera d’arte come contenuto dell’opera d’arte stessa, in quanto partecipe o comune all’esperienza del ricevente.
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connotazione del messaggio in codice non si limita tuttavia al modo di presentare la fotografia, dal testo cioè o dal titolo o dalla didascalia che può
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nella storia. E come la storia riguarda l’opera d’arte nel duplice aspetto di opera, che è stata creata in un determinato momento e in consenso o in
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Sarà chiaro, allora, che la distinzione fra quello che appartenga al primo o al secondo ramo della critica non si è intesa qui formalisticamente, ma
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scelta fra il costituirsi del percepito nella sua flagranza o astanza come oggetto a sé o, attraverso quella astanza, come segno di qualche altra
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Non è quindi mancanza di acutezza o indice di uno stato ancora rudimentale della semiologia, se il trapasso dall’analisi del linguaggio all’analisi
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non è, in definitiva, una ricchezza intrinseca che va esumata dall’immagine, sia essa fotografica o no: più che di polisemia occorrerebbe parlare di
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strutture rientra come struttura portante nella poesia esaminata, allo stesso modo che il sistema o statico o dinamico con cui è stata realizzata un
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identificata per il solo fatto che, ove si tolga o si modifichi una parte, l’opera d’arte cambia aspetto, ma dal riconoscimento che in base a quella
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svolgere, se l’interno o l’esterno, e se in questo svolgimento, interno e esterno — come dimensioni proprie della spazialità architettonica
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inavvertito, e se, come principio, si localizzava di volta in volta, a cominciare da Talete, nell’acqua o nell’aria o nel fuoco o nella terra o in tutti questi
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’arte, non c’è flagrante contraddizione, ma nel modo con cui, per rapporto all’arte, si concettualizza la mimesi o la catarsi, la forma o il contenuto
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particolare [...] col che cade anche ogni tentativo di una sociologia dell’arte, pittorica nella fattispecie, o di una iscrizione di questa in una
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