Le due vie
Bisogna tuttavia prevenire un’obbiezione. E cioè: tanto il primo modo di considerare l’opera d’arte, nella sua struttura, quanto il secondo, al
Pagina 10
Le due vie
Riconoscemmo a suo tempo la prima eventualità — l’arrestarsi cioè alla costituzione dell’oggetto — nella fotografia e nel cinematografo. Più tardi
Pagina 103
Le due vie
della poesia come realtà pura, un po’ come lo scheletro non è parte scoperta nella visione del corpo di un animale, e, anche se non si sa che c’è o come
Pagina 108
Le due vie
Questa tendenza all’integrazione all’opera ha assunto ormai, nella nostra civiltà, una prevalenza indiscutibile, al punto che anche quei settori
Pagina 112
Le due vie
dei vani interni, nella casa di abitazione, si è ora ridotto ovunque allo standard più gretto. Finché nell’irrigidimento commerciale è finito anche
Pagina 116
Le due vie
futuro è la sua dimensione temporale propria: le basta certo «quel tanto che diviene — come scrivevamo già nel 1949 — nella pianificazione, un
Pagina 139
Le due vie
Nella prima parte di questo saggio, riportandoci ad una analisi strutturalista di Barthes, abbiamo rilevato che il messaggio implicito nella
Pagina 141
Le due vie
dall’esterno, (e non si può arrivare, come nella pittura, alla eliminazione del modello nella formulazione, da cui appunto l’esistenzialità del modello
Pagina 147
Le due vie
dello spettatore, non nel modo con cui volgarmente vien fatto nella pittura fotografica (quella che, a parole, almeno certi marxisti disprezzano come
Pagina 148
Le due vie
Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come
Pagina 149
Le due vie
, nella formulazione, nelle sue più minute particolarità, fino a sfiorare l’evidenza esistenziale, si è ripresentata varie volte nella storia della
Pagina 149
Le due vie
’opera d’arte è: altrimenti consisterebbe solamente in un fenomeno fra i fenomeni, come ritorna ad essere, nella sua mera risultanza fisica, quando non
Pagina 15
Le due vie
distinzione non può farsi da altro punto di partenza che dal modo con cui l’oggetto va intenzionato nella fotografia, che, secondo che si è visto
Pagina 150
Le due vie
Naturalmente la possibilità di queste deviazioni era insita nella natura ambigua del cinema come riproduzione. Il ragionamento che serviva a
Pagina 153
Le due vie
trascritto e non per l’assimilazione al suono fisico che riproduce. Si è reso cosciente il trapasso integrandolo con un trapasso nella coscienza, che lo isola
Pagina 154
Le due vie
recezione dell’opera d’arte nella coscienza, recezione, come si è detto, che non implica, ma solo rende possibile, la sussunzione dell’opera d’arte alla
Pagina 16
Le due vie
, reintegrato, nella formulazione, nella più minuta particolarità; e, in tal senso, si notava che varie volte si è ripresentato questo sviluppo durante la
Pagina 160
Le due vie
’ipotesi che, pur nella pittura, possa avvenire una presa d’immagine estremamente circostanziata fin dal primo momento del suo costituirsi; e
Pagina 162
Le due vie
sublimazione in atto dell’oggetto, nella continuazione che il processo trova nella coscienza dello spettatore integrato. Il trompe-l’oeil di Sciltian non ha
Pagina 164
Le due vie
indagini relative alla struttura dell’opera d’arte e alla modalità della recezione nella coscienza, come non dissolve la pluralità delle opere per ridurle
Pagina 17
Le due vie
’opera d’arte: il primo, è detto soggetto primario o naturale: è quello che si condensa nella mera denotazione, come dire un fiore, un cavallo; il
Pagina 180
Le due vie
’amore nella filosofia platonica e nella dottrina cristiana. Mistura eletta di paganesimo e cristianesimo resa appunto possibile dal solvente del neo
Pagina 183
Le due vie
Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
Pagina 20
Le due vie
materialismo dialettico di Lukàcs, e pur nella diversità inerente delle terminologie, l’arte viene concepita come realtà nel suo imperioso sbocciare alla
Pagina 21
Le due vie
dell’estetica, troviamo: «La ‘forma autonoma’ nella quale si manifesta la particolarità dell’arte non è un’idea che pretenda di essere in pari tempo
Pagina 22
Le due vie
appartenente alla sfera estetica — da nessun’altra opera — mentre nella scienza ogni proposizione può e anche deve, nella maggioranza dei casi, richiamarsi ad
Pagina 22
Le due vie
tempo stesso, appare un diaframma artificiale che il pensiero ha innalzato a se medesimo. Ma analizziamo l’aporia come in ultima istanza, nella
Pagina 23
Le due vie
monumento storico; nella seconda, considerare l’opera come un messaggio rivolto al ricevente. La terza attitudine potrà indurre a vedere nell’opera
Pagina 29
Le due vie
’originalità. Ossia, mentre nella termodinamica statistica l’entropia rappresenta quel che nell’andamento di un determinato processo fisico, contrasta con
Pagina 33
Le due vie
Abbiamo voluto soffermarci su una delle più dibattute applicazioni all’Estetica della teoria dell’informazione, nella sterminata bibliografia che la
Pagina 35
Le due vie
desumibili da chi intende esplicitarla nella storia in cui è nata e in quella in cui di volta in volta si rivela 30.
Pagina 35
Le due vie
, quasi in senso chimico, in sostanza conoscitiva, invece del darsi «in presenza» dell’immagine nella sua specularità o foneticità (secondo che è l’essenza
Pagina 36
Le due vie
, «nella misura in cui studia un certo funzionamento dei segni, una disciplina semiotica» 35. Un anno dopo, prendendo in oggetto specificatamente il
Pagina 41
Le due vie
È bene sottolineare però che, nella trattazione della teoria dei segni, Morris non si partì dalle opere d’arte, ma queste vennero a cadere come per
Pagina 41
Le due vie
In quanto al termine «iconico», nella terminologia del Morris, «icone» è un segno simile, per alcuni aspetti, a ciò che denota: ad esempio una
Pagina 42
Le due vie
Pure, il predominio delle scienze, nella civiltà attuale, rende a taluni molto doloroso e quasi scandaloso di doversi rassegnare a staccare l
Pagina 46
Le due vie
inderogabilità del punto di stazione per cui l’opera d’arte è esaminata nella recezione che ne fa la coscienza. Nella inderogabilità di questo secondo
Pagina 52
Le due vie
nella storia. E come la storia riguarda l’opera d’arte nel duplice aspetto di opera, che è stata creata in un determinato momento e in consenso o in
Pagina 53
Le due vie
, e, prima ancora, nella fonologia, evidenzia il fatto irrecusabile di una scelta ristretta, per ogni lingua, di unità distintive rispetto al numero
Pagina 57
Le due vie
L’analisi strutturale dell’opera d’arte va dunque rivolta all’opera d’arte nella sua specificità, che non è quella di trasmettere dei significati
Pagina 60
Le due vie
questa opposizione già si rivela nella sua struttura determinante. Qui appare dunque la ragione fondamentale per cui la poetica, e per meglio dire l
Pagina 61
Le due vie
, nella lingua, un sintagma di unità significative, nelle quali, fra suono e significato, il legame è arbitrario, mentre nella produzione dell’analogon
Pagina 65
Le due vie
. Piuttosto, l’unione inscindibile che nella parola è offerta dal nesso significante-significato, nell’opera d’arte si produce fra i mezzi che sono tramite
Pagina 73
Le due vie
Il nesso fondamentale che viene individuato nella nozione di causa, e permette la formulazione del principio di causalità, s’impose fin dagli inizi
Pagina 75
Le due vie
È sotto questo duplice aspetto, di principio e di connessione necessaria che la causa appare teorizzata da Aristotele nella Metafisica 1, dove
Pagina 76
Le due vie
principio di causalità, che nella sua connessione necessaria di causa ed effetto (per cui presume lo svolgimento nel tempo) rientra di per sé nella
Pagina 77
Le due vie
possa espletarsi, risolvendola dalla orizzontalità meccanica nella sua effettuale profondità, non sarebbe poi possibile addivenire alla totale
Pagina 90
Le due vie
Ma la reintegrazione metodologica che è postulata nella ricerca delle motivazioni, mira a sorprendere, nelle sue componenti antropologiche
Pagina 90
Le due vie
Indubbiamente già nella prima formulazione data da Marx e Engels nella Ideologia tedesca, il realismo paralizzava la dialettica, la concezione
Pagina 94
Le due vie
preconcetto, come il difetto peggiore di una storia dell’arte causale, rinfrescando il sofisma post hoc ergo propter hoc, stia proprio nella
Pagina 98