Le due vie
Una volta accettata questa premessa, si constata di avere fatto un notevole passo innanzi. I punti di stazione si rivelano infatti due, e due in modo
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’arte in sé e d’un modo di recepire l’opera d’arte come se si potesse prescindere dal fatto incontrovertibile che solo in virtù del trapasso da una
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, divengono uno nel fatto che l’opera è astanza, realtà pura solo nella coscienza che la riceve e la riconosce come tale. Donde si configura la possibilità
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arte — il fatto che si sia rinunciato a procedere oltre la prima fase del processo creativo o si sia soppresso proprio questa prima fase
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fatto che quei modi nuovi in realtà rispondono ad uno status della coscienza attuale estremamente diffuso anche se confuso, e che si propaga ovunque
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inserirebbe. O quei «sensi» erano previsti e vi si trovano come messaggi impliciti, e l’esegesi li decodifica: o ce li insinua ed allora è un fatto
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’impressione che quella espressione gli ha fatto, ma nell’uno e nell’altro caso si mantiene su una base soggettivistica in cui l’antinomia resterà
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Ma proprio in questo fatto, di manifestarsi solo nell’hic et nunc d’una determinata coscienza, si dà l’attestato della sua particolarissima struttura
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’Autostrada del Sole. Dobbiamo allora affacciare un’ipotesi: e se le attuali condizioni stazionarie dell’architettura dipendessero dal fatto che non si è
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Tale bipolarità non dipende dunque da una struttura contraddittoria dell’arte, ma dal fatto che le due polarità non si producono allo stesso livello
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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e
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tuttavia che il valore di scambio soppianti il valore d’uso: nel senso che per il fatto di poter essere espresso in denaro, sia il denaro e non il valore
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preordinata inutilità dell’oggetto. Né per il fatto di accettare dal design il lavoro di gruppo o d'équipe vi è una maggior possibilità «soterica» per la
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dell’artista a trovarsi legata dalla parte del ricevente. Ed è questo che in primo luogo determina il fatto inconsueto che la diffusione dell’arte
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anche accettabile se non ponesse troppo l’accento sulla rinuncia alla semanticità; ed è il fatto su cui s’intende fondare la crisi, ma che indizia
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senso in cui quella che un tempo era corretto definire avanguardia, oggi si definisce di fatto, come sperimentalismo.»
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voluto il Poggioli, fra avanguardia e arte moderna 24 non tiene conto del fatto che, se non vi è protensione verso il futuro, il titolo di
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approfondita. Pure, ad un nocciolo segreto deve, la fotografia, tanto le sue aspirazioni ad essere annoverata come arte, quanto il fatto di non riconoscersi
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formulazione di immagine. Il fatto di partecipare con la pittura alla prima fase non confina per altro la fotografia a un semplice verbale ottico; in
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falsare, contrabbandando per vie traverse, l’essenza stessa della fotografia: il fatto non già di mancare, ma di non poter possedere una formulazione.
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dipende esclusivamente dal fatto che la trascrizione fotografica è ritenuta strumentale mentre è essenziale, per cui, al suo costituirsi di fronte
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A questa constatazione sembra tuttavia opporsi l’analisi che Barthes 6 ha fatto dell’immagine fotografica, come fotografia, e dell’immagine
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Questo assoluto parallelismo fra cinema e fotografia è confermato dal fatto che per il cinema, ancor più che per la fotografia si è avuto la gara per
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accompagnamento del muto, alla colonna sonora è intanto dimostrato dal fatto che con la tecnica della colonna sonora come fotografia di suono, questo si
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A riprova di ciò sta il fatto che, nel cinema più avanzato, non si cerca tanto l’assimilazione al teatro o al racconto o alla pittura, quanto l
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È finito il tempo delle torri d’avorio e dell’azione missionaria. I missionari vengono mangiati dai loro convertiti: è sul fatto e non prima del
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struttura socialista e non capitalista. La redenzione della cultura di massa non si può sperare prima del fatto migliorando, come qualcuno crede, il
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, come fatto di esperienza e che si affida all’esperienza, ossia interessa un’intenzionalità diversa da quella che mira all’opera d’arte. Non c’è
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impossibile riassorbire per il fatto che, come abbiamo mostrato, le due critiche fanno capo a due punti di stazione diversi, dei quali nessuno può sopprimere l
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fatto che una parte del castello che Freud ci costruì sopra derivasse dalla errata traduzione di nibbio in avvoltoio: concordiamo con l’Eissler che il
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aspetti da esse maggior luce di quanta possano portare, rassegnandosi in anticipo al fatto che la catena meglio congegnata di riferimenti può cedere
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potere applicare all’opera d’arte i sistemi di indagine che valgono per la storia, indipendentemente dal fatto che qui, quest’atto della libertà
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; passa quindi ad esaminare se nel fatto di esser-prodotto possa consistere la peculiarità dell’opera d’arte. E quando dalla nuova distinzione che risulta
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storia: la storicità dell’opera è duplice, nella sua nascita e nel suo farsi presente ogni volta ad una coscienza. Il fatto di prodursi come un eterno
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prevedo nessuno, e vi trovo una persona. Non c’è dubbio che il fatto di prodursi in presenza fa aggio su tutto il resto, su quella che sarà l
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, senza altro avviso, che sono atteso da un’altra donna alle sette e mezzo di sera, il fatto che la persona coi capelli rossi e la cicatrice mi si produca
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, non sarà più nel presente in quanto ha agito precedentemente al fatto della caduta. Quindi l’informazione non avviene nel prodursi in presenza, ma
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che non esiste e non è mai esistita. Ma se anche supponessimo che la comunicazione è capace di rendere comune un’esperienza, che ciò sia fatto
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, iniziava un largo lavoro di riassorbimento di tutti gli studi che soprattutto in America le nuove ricerche semantiche sul linguaggio avevano fatto nascere, e
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anche l’opera d’arte scivolasse sotto la categoria del segno. Ma si produce allora un fatto singolare. L’opera d’arte, irreggimentata come segno, non
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’estetica, in area esclusivamente empirica, proprio nella sua novità maggiore, nell’aver fatto confluire la semantica nella fenomenologia, e più
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Una grave carenza risulta tuttavia dal fatto che l’opera d’arte non riesce a distinguersi non solo dagli altri prodotti del fare umano ma da
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scala e la varietà delle connotazioni è infinita, come è infinita la varietà dei plessi di assunzioni e di aspettanze che si legano al fatto di percepire
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cioè la fotografia. L’analisi strutturalista che Roland Barthes ne ha fatto 56, non già partendosi dunque da presupposti transazionali, ma
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Il paradosso della fotografia consiste allora nel fatto che, mentre si pone al primo avvicinamento come messaggio senza codice, messaggio continuo, a
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per convalidare che non debba essere fatto assurgere a struttura dell’opera d’arte quello che non costituisce struttura, ma antefatto o sottofondo, e
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, e, prima ancora, nella fonologia, evidenzia il fatto irrecusabile di una scelta ristretta, per ogni lingua, di unità distintive rispetto al numero
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identificata per il solo fatto che, ove si tolga o si modifichi una parte, l’opera d’arte cambia aspetto, ma dal riconoscimento che in base a quella
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Che questa ricerca risultasse vana, è dovuto al fatto, secondo Kant, che non si dimostrano dommaticamente le proposizioni sintetiche. Così la causa
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chiaro che le differenze stilistiche sono dovute non solo alle differenze individuali tra i vari artisti, ma anche al fatto che tali opere furono
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