Le due vie
Tuttavia è chiaro che una distinzione così netta fra le opere aperte e quelle che sono solamente oscure 6 non si può fare dal solo punto di stazione
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presente nella coscienza che la riconosce come tale. Ma tale eterno presente dell’opera d’arte ha per effetto di fare accantonare la flagranza del
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del grattacielo, fino quasi a fare scomparire la propria materia nella trasparenza, conferma che come tema centrale dell’architettura moderna è sentito
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) del ricevente ha avuto gravi riflessi, già nell’Ottocento, non solo ovviamente nella teoria dell’arte, ma anche come condizionamento del concreto fare
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di mezzi tanto più efficaci, quali, per esempio, il cinematografo, se, ancora, non si può fare a meno di constatare che, se il cinematografo è più
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, che, se non si può certo dire ideale, testimonia il fare umano, il trapasso da una coscienza. Né diversamente si può concludere rispetto a Rosenquist, i
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. Sembrerebbe allora che si possa fare ascendere l’avanguardia a concetto soprastorico da applicarsi ove ricorrano le condizioni sopraddette, ma l’avanguardia è
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E quando si arriva a Degas — è solo il caso più noto — la fotografia può sembrare prendere nascostamente le redini e da serva fare da padrona. Ma se
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quello è quanto può fare e deve fare, pur col largo margine d’aleatorietà che s’introduce nel procedimento meccanico dell’impressione della lastra
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la differenziazione di pittura e fotografia, possa essersi prodotto. E tanto per fare subito un esempio concreto, se per caso l’attitudine del
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come una falsa accolta di oggetti, perché la illusione non arriverà mai a tanto da potere fare stendere la mano, come per tirare la tenda famosa nel
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stesso del prelievo dell’immagine dall’oggetto, e senza fare scadere l’immagine ad esposizione referenziale dell’oggetto. Se questo, allora, sarà il
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dipendono dall’attitudine personale dell’interprete come gli altri metodi. Così a questo genere di proiezioni personalistiche e tendenziose si devono fare
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fare ciò, si può anche subire l’illusione che, avendo accantonato l’opera come opera d’arte, senza cioè porla in discussione sotto quest’angolo, non si
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fare avanzare il dubbio che questo riconoscimento non sia tanto il portato ultimo di un’analisi fenomenologica, quanto la proiezione di un’idea sull
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nei limiti della loro fisica oggettività. Pure questa indebita assimilazione al metodo scientifico è inevitabile se si vuol fare dell’estetica una
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’artisticità è comunicazione; 2) la comunicazione è in condizione di fare un’esperienza comune a due o più popoli; 3) tale esperienza è quella delle
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. Il giro mentale con cui perciò il Morris designava il segno estetico (idest, le opere d’arte) come apprezzatore, era quanto doveva poterlo fare
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peculiarità dell’arte, l’accomuna e la livella a tutti i prodotti del fare umano. Tuttavia bisogna riconoscere che il tentativo di partirsi dalla
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Una grave carenza risulta tuttavia dal fatto che l’opera d’arte non riesce a distinguersi non solo dagli altri prodotti del fare umano ma da
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L’operazione che avviene nella costituzione d’oggetto è inversa, in quanto che all’oggetto estratto dal flusso dell’esistenza si intende di fare
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possiamo ritrovarla in una costruzione che non ha nulla a che fare con l’architettura, e che, come unico termine comune con quest’ultima, ha la tettonica, in
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decodificare. In questo senso, per lui, linguistica e storia letteraria potevano fare tutt’uno. In quanto che, quello che per noi è lo scopo primo della
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, aggiunge che, a voler fare la lezione a Leibniz su queste considerazioni, si rischia di precludersi la via a quello che il pensiero di Leibniz ha di
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perché sussiste anche senza alcun seguito. Ciò che corrisponde alla necessaria distinzione che ogni diritto ha dovuto fare nelle imputazioni fra dolo e
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anche l’idea del Meyer a cui si contrapponeva il Weber) ma senza i quali non si può fare storia, ovvero, secondo che abbiamo detto, integrare la
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escludersi e che sono indispensabili ambedue per fare il punto di due aspetti di uno stesso fenomeno, la cui determinazione è contraddittoria. Non sarebbe
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