Le due vie
i sismogrammi, per così dire, che la recezione dell’opera provocava in un individuo storicamente determinato o più genericamente in un’epoca, mentre
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rigenerazione che l’arte propone a codeste coscienze di massa, o come si ama dire alienate, invitandole nell'hortus conclusus dell’arte, che è di pochi
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resultati ai quali giungono, dalle arti del passato, senza che si possa dire che hanno affossato l’arte che le ha precedute, neanche come si dice
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sistema, non dovrebbe essere possibile che una sola se ne eccettuasse, vogliamo dire che sfuggisse alla gravitazione, al modo che avviene per gli
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Alla definizione dell’arte come metafora epistemologica, che ha proposta Eco; «vale a dire che, in ogni secolo, il modo in cui le forme dell’arte si
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meglio dire l’irrecusabilità della nostra ricerca, occorre esplicitare in che cosa consista la recezione dell’opera d’arte nella coscienza.
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, che, se non si può certo dire ideale, testimonia il fare umano, il trapasso da una coscienza. Né diversamente si può concludere rispetto a Rosenquist, i
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termini nuovi il problema della natura della fotografia, che è quanto dire anche di altri mass-media come il cinematografo e la televisione. Né infatti
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Ma queste considerazioni, che senza proprio potersi dire ormai acquisite, furono tuttavia già da noi anticipate nel Carmine, danno ragione dei
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fino a prestarsi alla confusione, fino a far dire a Delaroche 3 che «con la fotografia moriva la pittura», e, ironicamente, a Flaubert, che il
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messa dell’oggetto in posa, ma proprio nel momento precedente alla messa in posa, nel momento in cui l’artista dovrebbe tagliare, per così dire,i fili
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questa assimilazione sempre più complessa ed esatta, inglobando suoni e colori, per non dire addirittura anche gli odori (pure questo è stato tentato).
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Né qui si starà a dire che il cinema doveva restare muto o in bianco e nero. Il cinema deve solo non perdere di vista che la sua essenza è
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meritano di essere indagati. In realtà i casi sono numerosi, tanto che si può dire non essersi data civiltà figurativa, di quelle storicamente note, in cui
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costituire una presenza, ma unicamente una semiosi. Non basta dire, come fa l’Eissler, «ogni opera d’arte è anche un problema psicologico»7 per trasformare
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’opera d’arte: il primo, è detto soggetto primario o naturale: è quello che si condensa nella mera denotazione, come dire un fiore, un cavallo; il
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dove le analisi, pur esperite in maniera egregia, hanno continuato ad accavallarsi ad ondate successive, senza che si possa dire, neanche con le ultime
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Ma, considerare isolatamente nell’opera d’arte il monumento storico, non può voler dire di essere autorizzati a trattarla come e solo un monumento
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consisterebbe l’arte d’oggi, come dire cinematografo, reportage, e via dicendo, quasi che, se così stessero le cose, potesse esser estinta un’entità, l’arte
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Raffa 18, il quale vuol costruire la prima estetica empirica. Comincia col dire, ed è ineccepibile, che non si deve confondere lingua con linguaggio e
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via secondaria e collaterale, proprio come la persona dai capelli rossi e con la cicatrice, ma, in quanto presenza astante, non si può dire neppure
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che è noto sia ridondante e che infine alla stranezza, che è quanto dire improbabilità, come nell’estetica seicentesca del Marino, competa di
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d’arte il «gruppo di elementi di percezione» è usato per suscitare, per sostanziare la presenza, e pertanto non si può dire strumentale, ma è quella
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’essenziale di quello che fa opera d’arte l’opera d’arte, come chi si arrestasse, per definire l’uomo, a dire che è un animale o una scimmia sui
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recuperare una peculiarità di connotazioni che lo fissino, per così dire, non già in una impossibile oggettività, in una chimerica denotatività
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questa opposizione già si rivela nella sua struttura determinante. Qui appare dunque la ragione fondamentale per cui la poetica, e per meglio dire l
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disponibilità, di inerzia dell’immagine, dal punto di vista semiologico. Ad un’immagine si fa dire quel che si vuole. Anche ad un’opera d’arte. Basti l
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Da tutte queste analisi su differenti strati scaturiscono varie opposizioni, che danno, per così dire, a vari livelli la base strutturale dell
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generalizzazione. Dire del San Lorenzo del Brunelleschi che è una chiesa, certamente è esatto, ma è poco di più che dir nulla. Ora, se si prende nella sua
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. L’identità vuol dire allora l’appartenenza mutua di cose differenti in seno al medesimo, o più chiaramente: l’appartenenza mutua di cose differenti
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causalità, rispetto al principio di identità, è l’impossibiltà di definire la causa con se stessa, senza l’effetto. Si può dire, non c’è effetto senza
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dalle leggi statistiche una probabilità così elevata da permetterci di dire che il processo è, praticamente, determinato». 27. Con che si restringe
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situazione, a dire del Meyer, anche senza quei colpi. Accettando l’opinione del Meyer, sia pure prescindendo dal contenuto dell’opinione stessa, il Weber
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