Le due vie
sfracella sulle autostrade, fiduciosa, prima di quell’attimo fatale, di rientrare nella percentuale degli scampati, e non in quella soccombente. Ciò
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degli infiniti tramiti, nello sterminato ambito dell’intersoggettività, attraverso cui quella rivelazione può avvenire, se anche, ciascuna volta, nel
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certo, e basterebbero la diffusione degli stili, le copie e le imitazioni che sempre hanno accompagnato l’opera di successo, le quali se, come altrove
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spontaneità, ma le pongono degli argini e delle direzioni possibili» ché tale è, secondo Eco, il projet dell’arte programmata 9. E tale fu lo spatiodynamisme
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degli artisti, soprattutto oggi dichiara, nello svolgimento in atto dell’arte, la sua pregnanza, talché anche più che quella del critico è la posizione
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rovesciare sul mercato artistico l’ondata al ribasso degli informali e iniziava il suo cammino trionfale questo nuovo corso della popart che, a distanza di
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posizione attuale degli artisti, come di tutti gli intellettuali borghesi, è decisamente una posizione di retroguardia» aggiungendo tuttavia che «qualche
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misconoscere il modo di prospettarsi all’oggetto, che è proprio della fotografia, per suggerire degli stilemi, ai quali rimarrà sempre una troppo alta
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sceneggiatura, dalla scelta degli attori e dei luoghi, alla effettiva azione di fronte alla macchina da presa, e al montaggio non è altro che un
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indagata alla stregua degli altri fenomeni. E ciò valga anche per la categoria della causa.
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siffatta estrazione fenomenica dell’opera d’arte dal plesso degli altri fenomeni, non si produce, non si postula anche la collimazione delle intenzionalità
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isola o si preleva degli aspetti particolari per adattarli ad una transeunte intenzionalità. Un tale declassamento dell’opera d’arte a fenomeno è sempre
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direzione formale, e riesistenzializza, nella resa illusiva, le immagini degli oggetti. È quindi l’analogo, anche se sembri l’inverso, del quadro vivente
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, allo stesso modo che la prospettiva degli Uffizi, dove si può «entrare e camminare» non è affatto diversa dalla prospettiva solida, ma dove non si
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quelle apparenze accidentali che aveva come bruciato in se stesso. Ed ecco allora la fiscella caravagiensis, la natura morta del Bacco degli Uffizi, in
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di valore. L’esempio che fa Weber del gotico architettonico che, come determinata soluzione tecnica del problema della copertura degli spazi
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lo sviluppo dell’armonia, che sembrerebbe indipendentemente precostituito nella struttura matematica degli intervalli musicali, dimostra che i suoi
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chiarissima motivazione ci trova del tutto concordi, sia a proposito della biografia degli artisti e dei modi di dedurne motivazioni dell’opera d’arte
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un ambiguo e infido campo finitimo delle scienze naturali, nel mondo esterno degli oggetti, a cui l’arte non partecipa che per il medium attraverso
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presenza stessa che sostanzia. Nel messaggio il «gruppo di elementi di percezione» è puramente strumentale ed è uno degli infiniti che avrebbero potuto
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dei valutata, che appunto non sono caratteristiche degli oggetti come lo sono i colori, il peso, le forme; la bontà indizia uno status preferenziale 37
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chats di Baudelaire 13, analisi che, per l’oggetto analizzato e per il calibro degli analizzatori, si pone in un rilievo particolarissimo. Con un
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L’autorità degli analisti convince anche di più, crediamo, che ove si voglia cogliere nell’opera d’arte, che sia poesia o architettura, il messaggio
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all’idea del fato, che sottraeva una parte grandissima degli accadimenti alla possibilità di previsione umana, la causa si presentò, ai fisici come agli
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come condizionanti, oppure mutandolo in un determinato senso, il corso degli avvenimenti avrebbe potuto, in base a regole generali dell’esperienza
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geniale conciliazione degli intenti plastici di Masaccio, già apparsi chiari nella quasi giottesca Madonna del Trittico di San Giovenale a Cascia (del 1422
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