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tale seconda storicizzazione, nella infinita casistica a cui dà luogo attraverso i secoli, non s’identifica con la considerazione dell’opera d’arte in
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ricevente, discenderà come deduzione da quell’unico modo soggettivo attraverso cui l’opera giunge a manifestarsi. Non si può dunque parlare dell’opera d
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rapporto in cui l’opera si trova a funzionare come da tesi o come da antitesi, indipendentemente dal rapporto dialettico originario che dette nascita all
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D’altro canto l’intervento per compensazione da parte del ricevente-fruitore non può ritenersi o nullo o disprezzabile in quanto che, quello che si
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radici, raccolte da varie lingue e da piani diversi dell’esperienza e della biografia dell’autore, presenta come i logaritmi dell’espressione conclusiva
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al di là di quei primi termini che s’incontrano, l’autore e il ricevente. In realtà espressione e impressione provengono non già da due punti di
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Giunti a questo punto non sarà azzardato affermare che tutte le antinomie cui ha dato luogo il pensiero sull’arte derivano da una confusione fra i
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tettonica, non nasce da Morris o da Berlage o da Horta, ma dalla pittura cubista e dalla speciale attivazione dell’architettura giapponese fatta da
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Resta allora da chiedersi come si spieghi, né certo soltanto con una constatazione di mancanza di fantasia, l’immobilismo architettonico odierno, a
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arieggino a sculture, all’abbondanza di libri da vedere più che da leggere, alle comodità funzionali dei mobili, come irraggiata integrazione di tutto
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, che è facile desumere pur da un confuso contesto vitale come il nostro. Mai epoca ha conosciuto infatti più miti laici della nostra, e dove tutto
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fisici che l’estrinsecano (oro, argento, legno da bruciare etc.) sicché venga retrocessa alla sua sussistenza materiale. È il caso a cui si deve la
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E quando si arriva a Degas — è solo il caso più noto — la fotografia può sembrare prendere nascostamente le redini e da serva fare da padrona. Ma se
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Vi è allora un’ambivalenza, nel modo di porsi in relazione con l’oggetto: da un lato la coscienza lo visualizza in maniera da isolarlo e farsene un
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tale lo fissa senza potere intervenire oltre. L’artista attuale non si parte da un oggetto, ma crea un’immagine che si comporti come un oggetto
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oggetto la cui fenomenicità è ricavata e circoscritta in un fenomeno più vasto, la materia da cui l’oggetto è tratto. Ma questa circoscrizione in seno alla
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piuttosto che a restringersi: né certo è da prevedere che l’incremento dell’automazione possa ridurne la portata. Per questo, la cultura massificata è
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più riavvicinate. Il problema si può porre subito con la necessità di distinguere se l’adeguazione dell’immagine all’oggetto deriva da sottrazione, da
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nostre conclusioni dando ad esse, come esempi, quelli che in realtà hanno funzionato da premesse.
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caso della maggior parte della pittura ottocentesca, al di fuori dell’impressionismo e della pittura inglese da Bonington a Turner, vale citare almeno
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alla tradizione formale borgognana da cui pure derivava, proprio perché la novità sostanziale avveniva alla base, alla costituzione d’oggetto e non
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recuperare, forse solo da caravaggeschi e da nessun originale del Maestro, la purezza della posizione caravaggesca. Non già naturalismo, ma intuizione
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Ma forse la cavia più illustre delle indagini psicoanalitiche è Leonardo da Vinci, che dal 1910, dal tempo cioè del famoso saggio di Freud, ha visto
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, e in cui l’opera d’arte si pone costituzionalmente diversa dal fenomeno. Ma nella pur infinita casistica a cui la recezione dà luogo, risultano solo
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implicare una svalutazione della critica estetica, ovvero dell’indagine rivolta all’essenza 12. Il Panofsky distingue tre strati da interpretare, nell
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Risulta da questa prima analisi che l'Amor Sacro e Amor profano è una allegoria dell’amore biblico-pagano. La donna vestita personifica un aspetto
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Da questa base il Della Corte ricostruisce ipoteticamente l’iscrizione che ne avrebbe tratto il dotto Giulio Rospigliosi, poi papa Clemente IX, per
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conosciuto mediatamente per una attività testimoniale. L’arte invece non si dà nel passato, non se ne riferisce in via testimoniale. L’arte è nel presente.
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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
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E ancora: «L’individualità dell’opera d’arte si distingue da tutte le altre forme di rispecchiamento (ad es. quello scientifico) in quanto essa
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L’unica conclusione logica che dovrebbe trarsi da tale aporia, se veramente fosse irresolubile, è che non si dovrebbe parlare più né d’arte né di
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Di tale intenzionalità non supposta ma effettuale, la verifica è offerta da quelle che si designano come opere d’arte e anche da altre «oggettualità
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«Messaggio è un gruppo definito, ordinato, di elementi di percezione attinti da un repertorio e raggruppati in una struttura» 22; se in ciò consiste
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Una volta tratta dall’interiorità di una coscienza e posta nel mondo, l’opera d’arte non comunica, si presenta; non informa, si dà astante. Quindi
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non potremmo ricorrere ai messaggi incomprensibili, in quanto che un messaggio incomprensibile è ancora un messaggio da decifrare: la sua
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Ma Eco, che soprattutto ha teorizzato quest’ultima 25, è stato controbattuto da Garroni 26> che ha osservato, analizzando i testi fondamentali di
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Il messaggio dell’opera d’arte non sarà dunque da decodificare come messaggio che struttura l’opera d’arte, ma come la serie dei messaggi che l’opera
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già si è detto 50, riuscirà ad esplicitare, mantenendosi nell’area empirica da cui si prefigge di non sconfinare, in che cosa consiste il sui-generis
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’estetica, e a maggior ragione l’arte, da quell’area empirica dove sembrava dovesse attecchire tanto bene. E così si spiegano i nuovi ripetuti assalti, in
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Una grave carenza risulta tuttavia dal fatto che l’opera d’arte non riesce a distinguersi non solo dagli altri prodotti del fare umano ma da
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Ma noi vogliamo offrire una riprova delle precedenti deduzioni cambiando di livello, e mettendoci perciò da un punto di vista psicologico e da un
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apologia: «con un’assunzione da parte nostra della perfezione dell’opera da studiare e con un’intera dedizione di simpatia» 15. Ciò che aveva per
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dodici note i cui rapporti reciproci sono stati sensibilizzati e organizzati in modo da configurarsi come una speciale razionalizzazione, al punto da
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È sotto questo duplice aspetto, di principio e di connessione necessaria che la causa appare teorizzata da Aristotele nella Metafisica 1, dove
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bipolarità del principio, così come è enunciato da Leibniz. Osserva infatti 10 che si sarebbe tentati di criticare l’assimilazione del principio di
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indispensabili per la verifica, il principio decade, e che, questa situazione, non dipende da uno stadio imperfetto della scienza o della tecnica, ma è
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Dall’altro lato il meccanicismo integrale viene rifiutato nonché da Marx e da Engels, anche dalla susseguente dottrina marxistaleninista.
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Indubbiamente già nella prima formulazione data da Marx e Engels nella Ideologia tedesca, il realismo paralizzava la dialettica, la concezione
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se questo va dedotto da passi sparsi nelle varie opere e nell’epistolario, soprattutto in rapporto all’arte e alla letteratura.
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L’estensione del materialismo storico e dialettico al campo dell’arte non fu attuata, come si sa, sistematicamente da Marx e da Engels, e le poche
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